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Consigli pratici di coltivazione durante la stagione autunnale

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giardinaggio insalata

Passato il periodo estivo, che per alcune delle nostre amate piante equivale ad un periodo non vegetativo (estivazione), occorre verificare la situazione e dovremo intervenire sugli eventuali danni procurati da un’estate particolarmente calda ed arida come quella appena passata. L’autunno però è anche il periodo delle ultime fioriture, delle semine per le specie brevidiurne, della preparazione delle talee, della preparazione delle nostre piante al riposo invernale.

In natura le nostre piante non hanno bisogno delle nostre cure, ed anche in coltivazione la situazione ideale è quella di allevare piante in modo da ridurre al minimo i nostri interventi. Purtroppo, anche se abbiamo sposato in pieno questa filosofia e cerchiamo di intervenire il meno possibile, ugualmente alcune cose le dovremo fare. La prima è “osservare”, ossia tenere sotto controllo le possibili infestazioni, sia di parassiti animali che di piante ed erbe selvatiche che potrebbero prosperare nei vasi sottraendo alimenti ed umidità alla pianta “ufficiale”.

In autunno prima di tutto serve osservare

L’obiettivo è quello di scoprire lo stato di benessere (o meno) della piante, questo aumenterà anche la nostra sensibilità vegetale e il nostro “pollice verde”. Se non vi sentite pronti consiglio la lettura dell’articolo “I consigli green di Luciano Zambianchi”.  Ho già detto che, in questo periodo di ripresa vegetativa, tutti i parassiti che si nutrono della linfa vegetale sono in piena attività: dovremo fare attenzione ai nuovi germogli, di solito sono le nuove propaggini ad essere le più colpite. A seconda delle nostre scelte dovremo intervenire, se gli afidi sono presenti e non sapete cosa fare vi consiglio di leggere “Gli afidi: i rimedi naturali per eliminarli dalle piante”.  Ho parlato degli afidi perché le cocciniglie dovrebbero essere sotto controllo e il ragnetto rosso non dovrebbe essere presente (a meno che le nostre piante non siano coltivate in serra, questa non è la sua stagione ideale). Come dicevo dovremo scoprire e riparare i danni dell’estate: quindi togliere eventuali foglie morte, non perché dannose in sé, ma perché lasciate sulla pianta potrebbero diventare, con le prime piogge, ricettacolo ideale per funghi e altri parassiti fitofagi. La riduzione dell’apparato fogliare è il sintomo di problemi alle radici (riduzione dell’apparato radicale), dobbiamo tenerne conto per i nostri interventi. In ogni caso le piante che hanno foglie secche o malate dovranno essere concimate solo dopo un’evidente ripresa vegetativa, ottenuta tenendo umido, ma non fradicio, il pane di terra e soprattutto evitando ristagni d’acqua.

Diserbare 

Dovremo togliere le erbacce, che dopo le prime piogge hanno incominciato a svilupparsi nei vasi: consiglio di togliere meccanicamente le erbe parassite, estirpandone anche le radici.  I coltivatori professionali usano dei diserbanti, ma loro hanno sperimentato le proprie tecniche e sanno gestire il rapporto vantaggi / rischi, ricordate che i diserbanti sono degli antivegetativi e quindi usandoli rischiamo di danneggiare o comunque di bloccare lo sviluppo della nostra pianta.

Semine e messa a dimoragiardinaggio

Ho già parlato delle semine, in questo periodo vanno seminate le piante di Violacciocca, Viola del pensiero, Margherita, Nontiscordardime, Papavero, Moneta del Papa (la Lunaria annua, i cui frutti sono particolarmente decorativi) e di tante altre specie. Per la messa a dimora, invece, ci sono centinaia di bulbi che in questi mesi vanno messi in terra (o in vaso), dagli Anemoni ai Ciclamini, alle Scille, passando per gli Oxalis. Accertatevi, presso il vostro fornitore di bulbi, che siano a vegetazione autunnale, a volte della stessa specie esistono bulbi a vegetazione solo primaverile ed altri a vegetazione solo autunnale (ad esempio Oxalis deppei forma iron cross). Chi vuole può leggere  l’articolo “Il quadrifoglio, pianta portafortuna da coltivare in casa”.

Preparazione delle talee

Alcune piante hanno una riproduzione abituale tramite talea, tra queste le euforbie arborescenti,  quelle che sembrano dei Cactus con tanti bracci, ma che in realtà Cactus non sono. Se avete dei dubbi, con una punta pulita e disinfettata fate un buco su un ramo giovane della vostra pianta, se esce un lattice bianco è sicuramente una Euforbia.  Per le euforbie arborescenti entro novembre i coltivatori professionisti fanno delle talee della lunghezza di 20 – 25 cm, che mettono a riposare (incartate e a testa in giù) in ambiente ombreggiato e fresco, fino a quando fioriranno i ciliegi, è questo il segnale che dà il via alla messa a dimora delle talee di queste euforbie, dopo circa quattro mesi di riposo.  Anche le ortensie sono riprodotte facilmente tramite talea, ed è proprio questo il periodo giusto per farlo. Dovremo usare dei rami che non abbiano fiorito, lignificati e con foglie, tagliati alla base e poi divisi in pezzi da 10 cm (lasceremo solo due foglie per talea). Saranno questi pezzi che inseriremo in vasetti con terriccio sabbioso (50%) e ben drenato, badando di rispettare il senso di crescita. Dopo aver amputato le due foglie a un terzo della loro lunghezza, lasceremo attecchire le talee in ambiente umido e caldo, dopo un mese dovrebbero essere pronte le nuove piante. Provate a estrarne una dal vasetto, se le radici trattengono il terriccio allora sono pronte. Tenete le piantine al riparo, rinvasatele e curatele, le metterete a dimora in primavera. Purtroppo non è detto che le piante di Ortensia ottenute per talea (anche se dovrebbero essere dei cloni della pianta madre) mantengano tutte le caratteristiche della pianta originale. Alcune particolarità ottenute  per selezione potrebbero essere regressive e potrebbero non essere contenute nel materiale vegetale (pezzetto di talea) usato per la riproduzione. In più il colore delle ortensie è legato all’acidità del terreno e quindi può cambiare.

Le potature

Potate le piante che hanno fiorito e anche le piante da frutto (non potate i noci), mi raccomando di non potare troppo, ricordate che la regola è quella di fare in modo di avere piante con una crescita armoniosa e una migliore esposizione, questo a meno che non si partecipi a qualche esibizione artistica: ho visto una pianta potata a forma di gatto. Raccogliete le foglie che potranno essere poi usate per pacciamare (coprire e proteggere il colletto delle piante durante l’inverno, non usate a questo scopo le foglie del Tasso).

Le concimazioni

La stagione incide anche sulla concimazione, che però dipende dallo stato vegetativo della pianta, se il vostro esemplare è in vegetazione, allora potrete concimarla preparandone con il concime il riposo invernale, ricordate che è dannoso concimare esemplari non in fase vegetativa. Per approfondimenti potrete leggere “Concimare le piante le sette regole da rispettare” e anche “Concimare le piante, gli effetti dei concimi ternari”. Se avete fretta e non vi va di leggere  potrete usare come concime un prodotto ternario (N P K) con il terzo numero (quello relativo al potassio) molto più elevato degli altri. Il potassio entra nelle cellule vegetali rendendole più resistenti ai rigori invernali. Un altro buon consiglio è quello di non eccedere negli interventi, spesso è meglio lasciare una parte mezza secca, piuttosto di rischiare di ferire la nostra pianta. Cercate di entrare in sintonia con le vostre piante e soprattutto non abbiate fretta, faticherete di meno e le vostre piante vi ringrazieranno.

 

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Luciano Zambianchi
Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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