Home Piante grasse Secondo Stupidario verde: di quanta acqua hanno bisogno le piante?

Secondo Stupidario verde: di quanta acqua hanno bisogno le piante?

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muro con muschio verde

Come ho già detto questa rubrica si propone di sfatare, o almeno denunciare, quelle che, pur essendo balle diventano per chi le ascolta verità rivelate da trasmettere come pillole di saggezza anche sui “social”. Più le leggende sono strambe e più c’è gente disponibile a crederci. Ho intenzione, se me lo permetterete, di pubblicare tutte le “balle” che sento e che mi vorrete inviare spiegando i pericoli a cui si espone chi le segue. Aspetto al mio indirizzo luciano@einaudiroma.it le vostre segnalazioni.

Qualche giorno fa mi hanno ricordato che anch’io, con i corsi che tenevo a Roma nella sede della gloriosa e ormai scomparsa libreria Calderini in via Boncompagni, ho contribuito a queste false notizie: ricordo benissimo di aver spiegato la funzione del potassio nelle cellule vegetali, raccontando come mio solito, che il potassio entrava nel liquido citoplasmatico e lo addensava aumentandone il punto di congelamento, in pratica diventando una specie di antigelo naturale. Ebbene, non ci crederete ma una delle signore che partecipavano al corso, incontrandomi mi ha chiesto dove doveva mettere l’antigelo per salvare le sue piante dal freddo, nel vaso o sulle foglie? Meditate gente!

Le piante grasse devono essere annaffiate pochissimo, basterà bagnarle una volta ogni quindici giorni

È sorprendente come la maggior parte delle leggende che vi sto segnalando riguardino l’acqua e le annaffiature delle nostre piante. Purtroppo è proprio questo il punto debole delle conoscenze non professionali, assieme ai fitofarmaci. Molte persone hanno acquisito una sensibilità verso il mondo vegetale, magari imparando dalle proprie esperienze dirette, hanno come si dice il “pollice verde”. Non sempre però il titolare del “pollice verde” è in grado di conoscere le reali ragioni del benessere delle sue piante. Non c’è neanche da stupirsi, lo stesso vale per i consigli che i longevi danno per una lunga e sana esistenza, un mio amico di novantanove anni diceva che il merito del suo benessere era attribuibile al sigaro toscano che fumava tutte le mattine dopo essersi bevuto un bicchierino di grappa. Parlava della sua esperienza personale, ma non credo che sia tanto salutare imitarlo. Torniamo alle piante, il mio invito è che approfondiate leggendo i due articoletti dedicati, le esigenze generali delle piante per poi adattarle al vostro ambiente, potrebbe anche darsi che in una particolare situazione basti bagnare ogni quindici giorni, ma è raro che sia così, anche per le piante grasse. Approfitto del momento per una constatazione a cui spesso non si pensa: è vero che la piante grasse vivono in zone desertiche, ma in quei posti sono riuscite a sopravvivere, nonostante tutto. Anche gli esquimesi (che nel loro linguaggio vuol dire “fabbricanti di racchette da neve”) sappiamo che vivono nelle regioni polari, ma siamo tutti d’accordo che una famiglia di esquimesi in una grande città, ad esempio Toronto, avranno una vita migliore e una maggiore aspettativa di vita. Da questo deriva il consiglio: se allevate piante del deserto non dovete necessariamente riprodurre un clima desertico in casa vostra!

Se cadono le foglie di una pianta, avete bagnato troppo, o troppo poco

Dipende dalla pianta di cui stiamo parlando, se è una caducifoglia non potete certo farvene una colpa, nel caso di piante sempreverdi la situazione non è così semplice, non si può stabilire una causa generale se le foglie cadono. In molti casi mi è capitato di vedere queste piante vicino ai cassonetti della spazzatura, se volete comunque intervenire, magari per capire cosa sta succedendo e per evitare errori futuri, allora c’è una procedura da seguire: una ispezione sulle foglie cadute ci dirà se ci sono macchie di umidità (zone semitrasparenti) o attacchi di parassiti, cocciniglie ed altri (nel caso di Cocciniglia cotonosa si vedranno dei cespuglietti di lanugine). Potrebbero essere anche particolari mosche le responsabili della perdita delle foglie (ma questo avviene solo se vivete in campagna). Dovrete ora ispezionare le radici alla ricerca di eventuali parassiti animali, in particolare la Cocciniglia delle radici: sono degli animaletti rosa che lasciano le solite tracce bianche della Cocciniglia cotonosa; tra i parassiti potrebbero esserci anche dei Curculionidi di solito neri e corazzati (praticamente indistruttibili): la loro famiglia si compone di oltre cinquantamila specie tra cui il famigerato “punteruolo rosso delle palme”. Sono animali difficili da vedere, di solito escono dal terreno alle prime ore dell’alba e se riuscirete a coglierli sul fatto e proverete a catturarli si lasceranno cadere a peso morto visto che a loro non succederà nulla ma voi avrete problemi a trovarli poiché sono abilissimi nell’arte del nascondersi. Anche il marciume delle radici provocato da attacchi di funghi o da acqua stagnante potrebbe essere la causa del problema, in tal caso, dopo aver tolto le radici infette ed eliminato le ragioni del ristagno dovrete sciacquare le radici con acqua a temperatura ambiente e poi lasciare la pianta con le radici scoperte per almeno un paio di giorni prima di rinvasarla. Immediatamente non accadrà nulla, ma dopo una settimana dovreste vedere i primi effetti del vostro intervento. Un ulteriore possibile motivo per la caduta delle foglie è il terreno “salato”, diventato inospitale per la pianta per colpa dell’acqua troppo calcarea usata per bagnarlo, e del colpo di grazia che molti danno alla pianta cercando di curarla senza aver fatto una diagnosi. Ai primi cenni di disagio della pianta il coltivatore esperto cerca di capire cosa succede, quello più interventista aggiunge del concime per far riprendere la pianta agonizzante, ma il concime produrrà solo danni se la pianta non è in grado di assimilarlo. Ricordate sempre che esiste un rapporto diretto tra la parte aerea e la parte sepolta della vostra pianta: se una delle due ha un problema anche l’altra lo avrà.

Echinocactus pianta grassa cuscino della suocera
Echinocactus grusonii Volgarmente chiamati cuscini della suocera (immagino che non ci sia molto amore in questa denominazione), sono piante originarie dei deserti messicani, gli esemplari più vecchi seminati in Itallia si trovano da Stern e Dellerba uno dei più antichi vivai specializzati italiani. Sono piante seminate oltre un secolo fa, alcune ancora presenti in vivaio, con un diametro di oltre un metro. La pianta in immagine è coltivata in vaso e ha superato i quarantacinque anni di vita: l’Echinocactus grusonii inizia a fiorire dopo quaranta anni e poi fiorisce tutti gli anni. Pur essendo originaria delle zone desertiche della regione di Querétaro questa specie per crescere da noi desidera essere bagnata regolarmente durante il periodo vegetativo e soprattutto teme le scottature solari: nelle zone di origine le spine sono molto fitte e fanno da ombreggiante. Da noi questa specie va trattata come i bambini all’inizio della stagione balneare: va esposta gradualmente al sole (coprendola con un telo ombreggiante) allungando giorno dopo giorno il tempo di esposizione.
pianta di bugainvillea rosa
Bugainvillea è una pianta ornamentale molto apprezzata per le siepi, ma in realtà ne esistono dei cultivar, in particolare di origine malese o vietnamita, che hanno delle caratteristiche speciali: su un tronco di una pianta che funge da portainnesti, sono innestate diverse specie di buganvillea, nei mesi della fioritura la pianta ha cinque o sei colori diversi. In Italia sono i vivai TorSanLorenzo (di Mario Margheriti) in via Campo di carne 51 Ardea a vendere questi esemplari spettacolari. La Bugainvillea di origine sud americana dedicata all’esploratore Bugainville, ha una caratteristica fioritura formata da gruppi di tre piccoli fiori tubolari di colore giallo o bianco circondati da un gruppo di brattee colorate (dal fucsia al giallo), a seconda della specie. Normalmente le brattee sono scambiate per i petali. È il classico esempio di pianta che perde le foglie, non per colpa del coltivatore.
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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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