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Coltivare le piante con la tecnica aeroponica

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aeroponica coltivazione pomodori

La coltivazione aeroponica è un ulteriore perfezionamento della coltivazione idroponica. La pratica rende maestro! È un modo di dire degli anglofoni che spiega come i produttori agricoli siano arrivati alla coltivazione aeroponica! L’idroponica ha il problema di creare, in alcuni casi, possibile asfissia radicale: i biochimici hanno confermato che la quantità di ossigeno nella soluzione idroponica è un parametro da tenere sotto controllo, assieme al pH (il grado di acidità) e alla temperatura. Per superare il problema inizialmente si è tentato di insufflare ossigeno nella soluzione, le piante crescevano ancora di più, ma nei serbatoi di recupero della soluzione si formavano alghe, così sono stati sperimentati contenitori stagni e successivamente dei nebulizzatori che spruzzano la soluzione nutriente sulle radici. Questa innovazione ha portato un immediato risparmio sui prodotti chimici nella soluzione e la massima ossigenazione delle radici. I vantaggi si sono dimostrati così evidenti che si sono iniziati a  produrre dei kit aeroponici che ora sono in vendita in internet: è stato dimostrato che i vantaggi sono molti, naturalmente per le coltivazioni in serra, o in ambiente protetto. La pubblicità dei venditori afferma che i costi dell’attrezzatura sono ammortizzati già al secondo ciclo produttivo, personalmente credo che forse questo è un calcolo ottimistico, tuttavia sicuramente entro i primi anni i costi di produzione si riducono al minimo e rimane solo il costo della manutenzione e quello dell’energia elettrica per le lampade, per le pompe e per i sistemi di controllo. Il massimo del guadagno lo ottengono quei produttori che integrano gli impianti con sistemi fotovoltaici e foto-termici che usano l’energia solare per produrre calore ed energia elettrica.

È possibile realizzare un sistema di coltivazione aeroponica fai da te?

Certamente, ma sempre legato alla coltivazione di un mono-prodotto, non ha senso realizzare un sistema di  coltivazione aeroponica per una sola pianta, o per pochi esemplari con esigenze colturali diverse. In internet è possibile leggere le esperienze di chi ci ha provato ed i consigli che ne sono derivati, sostanzialmente solo due:

  • Non usare tubi in PVC: questo tipo di plastica con la soluzione che serve ad alimentare le piantine risulta tossica per i vegetali e quindi vanifica il lavoro fatto. Il materiale da usare sarà la plastica ABS, che non è tossica e non lascia filtrare la luce (non si creeranno alghe nei tubi). A onor del vero quasi tutti gli impianti aeroponici sono realizzati in questo materiale.
  • Anche la forma dei tubi ha la sua importanza, sebbene siano più facili da trovare sarà importante evitare tubi tondi, a vantaggio di tubi quadrati, più semplici da bucare per realizzare la camera di espansione con la dimora delle piantine. Secondo le esperienze dei coltivatori con i tubi quadrati si evita la concentrazione in un rigagnolo centrale della soluzione di recupero, con un vantaggio per le piante in coltivazione.

Come avrete capito questa è una metodologia colturale fantastica destinata a diventare la tecnica colturale del futuro, ma come ho già detto rimane destinata ai professionisti, quindi  se speravate di non dovervi più sporcare le mani con la terra, purtroppo credo di avervi deluso.

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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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