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Regina, la “Baresi” in gonnella

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regina baresi

Certo non si può non dire che Regina Baresi il pallone ce l’abbia nel sangue. Papà e zio sono, infatti, nell’ordine Beppe e Franco Baresi, vere e proprie vecchie glorie (erano gli anni ’80) della Milano calcistica, interista e milanista.

Regina Baresi, cresciuta a pane e…calcio

Cresciuta a pane e calcio non le è stato, però, facile convincere la famiglia a lasciarla correre dietro ad una palla: “Non volevano proprio che giocassi. Tentarono in ogni modo di allontanarmi proponendomi davvero di tutto, dal pattinaggio sul ghiaccio all’equitazione. Il tennis funzionò per un po’, per circa quattro anni, ma poi la passione bucò ogni opposizione. Dopotutto adoravo guardare Holly e Benji e l’unica bambola che avevo era una Barbie che indossava la maglia nerazzurra di papà”. E così all’età di dodici anni Regina realizza il suo sogno debuttando, con la maglia numero nove, nelle giovanili dell’Inter.

Nel 2013 vince il campionato di serie A2

Nel 2009, a ventiquattro anni, viene promossa in prima squadra dove gioca tuttora da titolare e nel 2013 vince il campionato di serie A2 guadagnando così, con la sua squadra, l’accesso alla massima Serie. Un risultato, quest’ultimo, che porta soprattutto la sua firma visto che nell’ultima di campionato i tre punti necessari per la promozione furono ottenuti proprio grazie ad una sua tripletta. Attaccante di razza, il suo è chiaramente un ruolo diverso da quello degli uomini della sua famiglia, entrambi difensori: questo, però, le ha dato da sempre un grosso vantaggio, quello di potersi avvalere dei loro preziosissimi consigli su come aggirare e ingannare le difese avversarie.

Il sogno nel cassetto: giocare a San Siro

Il sogno nel cassetto? “Poter giocare un giorno a San Siro ma per come stanno ora le cose in Italia è impossibile. È essenziale soprattutto ottenere l’appoggio delle società maschili e, soprattutto, maggior attenzione da parte di media e sponsor”. Un’ultima curiosità: se doveste mai incontrarla nella vita non chiedetele qual è stato il Baresi più forte. La risposta forse la conosce ma per rispetto di papà Beppe preferisce non darla.

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