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L’Aloe ugandese: Aloe amudatensis

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aloe amudatensis

L’Aloe amudatensis è stata trovata nel distretto di Amudat in Uganda, a 1280 metri di altitudine, ed è proprio da questo distretto che prende il suo nome. In realtà parliamo di una piccola località, la superficie sulla quale si estende equivale per dimensioni a quella di Roma, e ha come centro principale la cittadina di Amudat vicina alla frontiera con il Kenya. L’Aloe amudatensis è stata successivamente trovata anche in Kenya, ma sempre a quote superiori ai mille metri, su terreni sabbiosi e protette da folti cespugli. Ho detto “sempre” perché mi è venuta in mente l’Aloe dumetorum (dei cespugli) che in realtà è un sinonimo dell’Aloe ellenbeckii. Questi ritrovamenti rafforzano quanto avevo ipotizzato parlando di Aloe ellenbeckii, che è frequente trovare in Somalia (nella zona del Corno d’Africa) e nel nord del Kenya. Io avevo ipotizzato che: “… nonostante il riconoscimento delle specie differenti, entrambe appartengono allo stesso clade (gruppo di individui costituiti da un antenato singolo comune e da tutti i discendenti di quell’antenato) …”

Il mio incontro con l’Aloe amudatensis

Quando ho iniziato ad interessarmi di Liliaceae (si chiamava così la famiglia a cui appartenevano generi come Aloe, Haworthiae ecc.) ho avuto diversi maestri, uno tra questi era sicuramente il dottor Roberto Mangani. Aveva un vivaio a Firenze in società con Roberto Ermini e lì coltivava diverse centinaia di specie di Hawortiae ed alcune Aloe: le sue piante erano contraddistinte da un cartellino con una lettera A e un numero (il numero dalla pagina del suo quaderno di raccolta). Ora Roberto Mangani si è trasferito a Tenerife dove, tanto per cambiare, coltiva piante e scrive sulle magnificenze del luogo in cui vive; non ho quindi la possibilità di consultare il suo “numero di campo” (field number), e non posso verificare la provenienza dell’Aloe amudatensis che molti anni fa acquistai da sua moglie e che lui aveva classificato, rimane il cartellino che indica la provenienza dell’esemplare da “Cactus Center” in Via Senese a Firenze.

Sistematica

L’Aloe amudatensis è stata descritta la prima volta da Gilbert Westacott Reynolds nel 1956, la stessa persona che aveva contestato la “legittimità” del nome dell’A. ellenbeckii descritta da Alwin Berger nel 1905. Continuo a evidenziare questo parallelismo perché penso che una delle due potrebbe essere di fatto una forma locale. Ma la mia è solo una segnalazione, non si può certo intervenire sulla sistematica senza uno studio approfondito del “clade” e dei luoghi di origini delle specie.

Caratteristiche dell’Aloe amudatensis

Il nome della specie la colloca in un areale abbastanza ristretto (Amudat), ma di fatto alcuni esemplari sono stati trovati dal nord-est dell’Uganda al nord-ovest del Kenya, solitamente su terreni sabbiosi e all’ombra di cespugli o di una rada boscaglia. L’altitudine a cui si trovano va dai 900 ai 1400 metri sul livello del mare.

  • Gli esemplari della specie sono privi di fusto, o ne hanno uno breve dovuto alla perdita di alcune foglie inferiori, accestiscono facilmente e formano cespugli densi e bassi.
  • Ogni individuo ha da 8 a 14 foglie allungate, lanceolate, lunghe fino ad un metro e larghe alla base fino a 12 cm, disposte in fitte rosette.
  • Le foglie, di colore verde glauco (verde-grigio), sono fittamente ricoperte da larghi e allungati spot bianchi, i punti bianchi sono molto più numerosi nella pagina inferiore della foglia che risulta quasi tutta bianca.
  • Negli esemplari adulti coltivati in terra le foglie sono più lunghe e lanceolate rispetto a quelle delle ellenbeckii, ma in vaso rimangono più piccole, e le differenze tra le due specie sono minori.
  • Le foglie sono lisce (non tubercolate), quelle inferiori sono lievemente ricurve verso l’esterno.
  • Il margine delle foglie è cartilagineo, con piccoli denti da 0,5 a 1 mm di lunghezza che distano tra loro da 3 a 10 mm.
  • I fiori, radi, sono di colore rosa corallo e, quando sono aperti, stami e stilo sporgono dal fiore per 1mm.
  • I fiori, lunghi 23-25 mm sono tagliati alla base, collegati a racemi singoli tramite pedicelli lunghi 17 mm e sono rigonfi nella parte che racchiude il corto ovario.
  • I racemi sono lunghi da 50 a 65 cm.
  • Il “locus typicus” di questa specie è localizzato nel distretto di Amudat in Uganda, ma come avevo anticipato anche nel nord-ovest del Kenya.

È possibile trovare le forme piccole di queste Aloe in vendita nei vivai specializzati, con rosette fino a 60 – 70 cm, ma non ho mai visto in vendita esemplari che superino queste dimensioni. Neppure le mie piante crescono di più, anche se hanno oltre venti anni, forse è colpa del clima di Roma. In compenso le spighe floreali delle mie Aloe amudatensis sono realmente alte 50- 60 cm. Se qualcuno di voi coltivasse (in Italia) un’Aloe amudatensis con foglie lunghe un metro, avrei piacere di saperlo ed eventualmente pubblicare la fotografia della pianta.

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Aloe amudatensis

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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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