Periodo davvero elettrico in campo scientifico. Neanche un mese fa, la NASA (National Aeronautics and Space Administration), ha annunciato la scoperta di Trappist-1 un sistema solare composto da sette pianeti simile al nostro con temperature dove l’acqua potrebbe essere presente in forma liquida e quindi potenzialmente “vitali”. Appena qualche giorno dopo, il web costruì una bufala ad hoc, che raccontava di messaggi già ricevuti da tempo proprio da questi nuovi pianeti. Ora è il momento dei fast radio burst. Ma cosa sono?
Segnali cosmici da galassie lontanissime
Dopo la NASA, sono i ricercatori del prestigiosissimo Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics a lasciare di stucco l’opinione pubblica. Attraverso uno studio pubblicato sull’ Astrophysical Journal Letters, espongono una teoria straordinaria i fast radio burst (lampi radio veloci). Essi furono scoperti nel 2007 dall’astrofisica Marta Burgay dell’ osservatorio Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) di Cagliari che ha dichiarato: “I lampi radio veloci sono effetti molto misteriosi, il primo dei quali è stato scoperto dieci anni fa e fin da subito la situazione è stata poco chiara: non si capiva se fossero di origine astrofisica o addirittura segnali terrestri”. Solo nel 2013 un team guidato dalla stessa Burgay tra Europa, Australia e Usa riuscì a certificare che i fast radio burst sono sicuramente di provenienza cosmica. Durante questo periodo, ne sono stati rilevati circa venti, dei quali alcuni provenienti da galassie lontanissime e quindi ancora più difficili da “interpretare” o, stando alle parole della stessa Burgay, “questo li ha resi tanto più interessanti quanto difficili da studiare”.
Fast radio burst. Cosa sono?
Dal 2007 a oggi sono stati intercettati e misurati diciassette lampi radio veloci e altri dieci sono in fase di pubblicazione. Questi potentissimi segnali, talmente forti da arrivare a essere intercettati dalle nostre strumentazioni da miliardi di anni luce, sono sempre stati associati a fenomeni in grado di sprigionare un’energia straordinaria come buchi neri oppure come emanazioni delle magnetar (stelle di neutroni con grande campo magnetico). L’ultima ipotesi, però, non è soltanto la più accreditata ma senza dubbio la più originale.
Rivelazioni shock dalla Harward University
Gli astrofisici teorici Manasvi Lingam e Abraham Loeb dell’Harvard-Smithsonian, sostengono che, in base ai loro calcoli e alle loro osservazioni, i fast radio burst potrebbero essere prodotti da una civiltà aliena avanzatissima che, attraverso l’utilizzo di generatori grandi anche come pianeti, gonfia le vele fotoniche di veicoli spaziali in grado di effettuare viaggi intergalattici. Ovviamente ci muoviamo su un piano puramente teorico, ma è una possibilità, ha detto Loeb, che “vale la pena considerare e verificare”. Le vele fotoniche o vele solari sono una tecnologia già in uso su alcune sonde e alcuni satelliti e rappresentano senza ombra di dubbio il futuro dell’esplorazione cosmica. Il celeberrimo astrofisico Stephen Hawking sta lavorando da anni a Breakthrough Starshot, un progetto per attraversare lo spazio con minuscole e velocissime astronavi “a vela” capaci di raggiungere Alpha Centauri in appena 20 anni. Le reazioni del mondo della ricerca si sono divise tra dubbio, perplessità e divertimento in assenza di commenti ufficiali. Su Facebook, però, Marta Burgay scrive che “dal punto di vista formale l’ipotesi è ineccepibile e tutti i calcoli sono assolutamente precisi [ma] bisogna avere in mente un esperimento che permetta di verificare o falsificare l’ipotesi”.