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Ecologia del Desiderio. Curare il pianeta senza rinunce

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ecologia del desiderio

Il 25 gennaio Aboca Edizioni ha portato in libreria Ecologia del Desiderio, curare il pianeta senza rinunce il nuovo libro di Antonio Cianciullo, giornalista di repubblica, da oltre trent’anni vicino ai temi ambientali. Ecologia del desiderio copertina aboca edizioni

Ecologia del Desiderio, curare il pianeta senza rinunce

Il paradigma contraddittorio in cui siamo portati a riflettere è quello dell’uomo moderno che vive volendo dominare la natura e nella necessità impellente di rispettarla per contrastare le possibili catastrofi ambientali. Nonostante le indiscutibili ragioni del movimento ambientalista, per uscire dalla trappola di un inquinamento che minaccia i nostri livelli di benessere occorre puntare su una spinta rigeneratrice che nasce dall’ottimismo e non dalla paura.

Questo immaginario non può essere solo negativo, perché in mancanza di alternative convincenti una prospettiva terrorizzante viene rimossa: finché gli ecologisti continueranno a vendere solo paura falliranno. Mentre un progetto durevole di economia circolare può dare speranza immediata restituendo equilibrio ai territori, intervenendo sugli aspetti geopolitici, riallineando ragioni ambientali e ragioni sociali. Anziché frenare la corsa si può mutarne la direzione, indirizzarla verso un’innovazione delle tecnologie e dei comportamenti che si allei con la natura invece di combatterla”.

La sopravvivenza umana è a rischio. L’aumento della popolazione unito alla crescita dei consumi individuali riporta al noto problema del cambiamento climatico denunciato più volte dagli scienziati, dall’Onu, dalla conferenza mondiale che si è tenuta a Parigi nel 2015 e da Papa Francesco. Cosa fare? E perché il cambiamento produttivo necessario a mettere in sicurezza la nostra vita è così lento? La tesi sostenuta da Antonio Cianciullo è che non bastano le denunce: ci vogliono romanzi, film, telenovele che aiutino a costruire un immaginario in linea con la nuova realtà, quella in cui rischiamo di finire vittime di noi stessi.

Se la crescita viene intesa in modo lineare, l’aumento di richiesta di spazio e di materia è insostenibile. Ma se la crescita viene interpretata come sviluppo di benefici da ottenere a parità di spazio e di materia impegnati la crescita diventa la soluzione

“Oggi questa possibilità – continua Cianciullo – sta emergendo. L’economia delle app ha superato quella dell’industria cinematografica. Uber vale più della Ford. Tesla ha sorpassato General Motors come capitalizzazione di Borsa. E nel 2014, a fronte di una crescita globale del Pil di oltre il 3%, le emissioni globali di CO2 del settore energetico sono rimaste per la prima volta al palo, un trend confermato nel 2015 e nel 2016. Uno sviluppo diverso è possibile. E fa vivere meglio”.

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