Immaginate di essere un imperatore a capo del mondo conosciuto. Eppure di sentire che il controllo dello stesso potere vi sfugge dalle mani, tra congiure di palazzo e intrighi di famiglia. Quale scelta migliore di rifugiarsi nel punto più alto di Capri? Da lì dominerete il mondo circostante da una villa che, oggi, prende il nome del re degli dei, signore delle aquile e del cielo: Villa Jovis.
Un panorama adatto a placare ogni tormento
Tiberio fece la sua scelta e ne aveva più di qualche motivo. Non era un trafficante della politica, era un uomo pratico, coscienzioso, forse per qualcuno era ombroso e solitario, permaloso di sicuro lo divenne. La bellezza di Capri gli offrì un rifugio e un nido dove difendersi dai mali del potere, dove sentirsi di nuovo padrone per lo meno del proprio mondo. I resti di Villa Jovis sorgono su un monte che oggi prende il nome dal suo illustre abitante, Monte Tiberio. Sul versante orientale di Capri, guardando a nord, si dominava il golfo di Napoli e l’isola di Ischia. Una sinfonia di azzurro e verde migliore di ogni mosaico, per il tormentato Tiberio, che però amava così tanto Capri da non accontentarsi della villa principale e panoramica, ma da costruire addirittura altre undici dimore per sé, nella parte più bassa dell’isola.
Villa Jovis, la sfida (vinta) dell’acqua
Villa Jovis è costruita concettualmente sul problema principale che gli ingegneri si trovarono ad affrontare: nella parte alta di Capri non c’è acqua e portarvela era estremamente complesso. Così, tramite un elaborato sistema di cisterne e collettori di acqua piovana, si ovviò al problema e in un certo senso l’immensa superficie di Villa Jovis, circa 7000 metri quadrati, fu costruita intorno alla sua soluzione. L’acqua raccolta era sufficiente agli usi della villa e poteva servire di riserva alle terme. Un sistema brillante come da tradizione ingegneristica romana, che dissetò Capri per vari secoli. Durante i mesi più caldi, Tiberio scendeva nella sua villa di Anacapri, ai cosiddetti bagni di Tiberio, dove poteva concedersi invidiabili nuotate solitarie.
Un vero palazzo reale, tra il verde e il blu di Capri
E la cura del governo? Metà della villa era attrezzata per il lavoro dell’imperatore e una torretta di segnalazione fungeva da raccordo con l’entroterra, ma anche da osservatorio astronomico. Non distante c’era anche uno strapiombo da quale, racconta Svetonio, Tiberio faceva gettare i suoi nemici. Non possiamo sapere se questo corrisponda a verità. Ma anche se fosse, altro non sarebbe che uno dei… compiti del mestiere di imperatore.
Camera da letto con vista
All’ingresso di Villa Jovis, dopo essere stati accolti da splendide colonne di marmo, vi erano i quartieri dedicati al corpo di guardia di Tiberio, che aveva seguito l’imperatore a Capri. Il piano superiore era in gran parte dedicato ai bagni, con calidarium e vasche, mosaici e colonne di marmo. Se la servitù aveva i suoi alloggi nel lato ovest mentre tutto quello a nord, più scenografico, con panorama mozzafiato su Capri e dintorni, era dedicato all’imperatore. Anzi l’alloggio di Tiberio era piuttosto isolato, a nord-nord ovest, per poter contemplare la sua isola e il mare dalle enormi finestre che aveva scelto. Molto meglio di qualsiasi maxischermo. Se il potere per Tiberio era un onere, Capri era l’onore che si era scelto a compensazione e che gli rendeva una serenità perduta da tempo.
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Foto di copertina tratta dal sito Capri.it
Foto interna all’articolo tratta dal sito TripAdvisor