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Le proprietà terapeutiche del tè, la chimica e la farmacologia

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Piantagioni di tè

Ultimamente anche in Occidente sono state riconosciute le proprietà terapeutiche del tè, con particolare riferimento ai tè verde di origine cinese e giapponese che sono stati studiati scientificamente, sia dal punto di vista chimico che farmacologico. In Cina e in Giappone, invece, la Camellia è usata come pianta medicinale da molti secoli e ha un posto d’onore nella medicina tradizionale. All’origine degli studi occidentali c’è la constatazione che alcune delle malattie caratteristiche della nostra civiltà, in Cina e in Giappone sono quasi sconosciute. Da qui il facile collegamento con uno dei prodotti più consumati in quei Paesi: il tè. Oggi sappiamo che non è solo il a proteggere quelle popolazioni, che tradizionalmente hanno una frugalità alimentare e che consumano più pesce e verdure di noi, ma il sicuramente contribuisce. Si è anche scoperto l’effetto positivo che ha la stessa preparazione del tè, che in qualche modo ci costringe a pensare a noi stessi, al nostro benessere, ed è molto lontana dalla veloce degustazione del caffè, ristretto e rovente, al bar, caratteristica di noi italiani.

I contenuti delle foglie del tè

Se analizziamo le nostre piccole foglie da un altro aspetto, quello chimico, potremo scoprire quali sono le sostanze benefiche che contengono. Un germoglio e due foglie (l’essenza della raccolta di un buon tè) contengono il 77% d’acqua ed il 23% di sostanze solide, di cui la metà è cellulosa e l’altra metà è composta da:

  • 20 amminoacidi
  • 30 polifenoli (impropriamente chiamati tannini)
  • 12 zuccheri
  • 6 acidi organici
  • alcaloidi
  • vitamine
  • fluoro

Nel tè nero, durante la fase di fermentazione (che abbiamo scoperto essere soprattutto di ossidazione) parte dei polifenoli si trasforma in teaflavine e tearubigine, entrambe responsabili della forza e del colore dell’infusione: in un buon tè il rapporto tra teaflavine e tearubigine dovrebbe essere di 1 a 12. Sempre nella fermentazione si sviluppano 12 oli essenziali responsabili dell’aroma.  Senza sottovalutare il valore delle vitamine presenti nel tè, specialmente la vitamina C e alcune del gruppo B, e dell’acido nicotinico, dobbiamo  convenire che gli elementi principali contenuti nel tè rimangono comunque gli alcaloidi.

  • La teina, in percentuale dall’1% al 3%, presente in quantità maggiore nel germoglio rispetto alle foglie, è una degli alcaloidi responsabili delle azioni farmacologiche dell’infusione del tè, azioni che riguardano principalmente il sistema nervoso centrale, la respirazione e i vasi sanguigni (su cui ha una funzione vasodilatatrice).
  • La teofillina, ha azione stimolante sul muscolo cardiaco, rilassante della muscolatura liscia, dilatante a livello delle arterie coronarie, ed anche diuretica.
  • La teobromina, altro alcaloide ben presente nel tè, ha soprattutto una funzione potenziatrice degli effetti della teofillina.bustine di tè

I tannini? 

Una parola definitiva va anche detta a difesa del tannino: i tannini presenti nel tè non hanno nulla a che fare con l’acido tannico che viene usato per conciare le pelli e che ha sicuramente effetti tossici ampiamente dimostrati. I tannini del tè sono in realtà polifenoli, dei composti organici che fanno parte delle serie aromatiche. Nei tè si è scoperto che il contenuto in polifenoli nelle foglie è diversa e cambia da specie a specie: la specie Camellia sinensis (cinese) ne contiene meno della specie Camellia assamica (indiana); ma cambia anche a seconda delle lavorazioni subite dalle foglie: il tè verde, che non è fermentato, ne contiene pochissimi, che risultano anche non solubili.

Un’ultima cosa a vantaggio del tè come bevanda è legata alle “calorie”, in realtà il tè è veramente una bevanda dietetica: una tazza ha solo 4 calorie, con il latte e un poco di zucchero passa a 40 calorie. In questa società in cui è importante mantenersi in forma è anche importante avere una bevanda che non contenga troppe calorie.

Un elisir di lunga vita, le proprietà terapeutiche del tè

Abbiamo già detto che l’abitudine di assumere il tè come bevanda medicinale nasce in Cina ed è antichissima, in seguito (nel Nono secolo) il tè fu esportato in Giappone dai monaci buddisti. Sempre i monaci buddisti si incaricarono di documentare e studiare i benefici legati al tè: il monaco Eisai Myõan (il fondatore dello Zen Rinzai), che visse in Giappone nel periodo Kamakura (1191 – 1333), nel 1211 in un suo manoscritto affermava:

“… il tè è una medicina miracolosa per mantenersi in buona salute, ha straordinarie proprietà che prolungano la vita, chi coltiva il tè, in qualsiasi parte del mondo, gode di lunga vita. Il tè è l’elisir che pone le basi per l’immortalità. …”

Come ho già ricordato, oggi ricerche scientifiche serie, soprattutto effettuate sui tè verdi, hanno dimostrato che gli effetti terapeutici sono reali e giustificati dalle sostanze contenute nel tè.

La moderazione è sempre necessaria

Se volete saperne di più, potrete trovare nel prossimo articolo le patologie su cui il tè svolge i suoi effetti terapeutici. Per ora vi prego di non essere eccessivi, la moderazione è importante e quindi, visto che il tè fa bene, non sentitevi autorizzati a berne un paio di litri al giorno, a meno che non sia un medico a consigliarvelo, ma non credo che possiate trovarne uno che lo faccia!

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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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