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Plauto e la commedia romana frizzante e irriverente

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teatro di plauto maschere

L’arte di far ridere nell’antica Roma aveva due stili, un po’ come ai nostri giorni: c’era la commedia sofisticata e quella più pungente e ridanciana, esattamente come c’erano Terenzio e Plauto, i due principali esponenti di questi filoni. Già all’epoca era il secondo a vincere la sfida, perché Plauto riusciva a creare dialoghi brillanti e intrecci serrati con una vis comica irriverente, scanzonata e spudorata, quindi senza tempo.

La vita di Plauto

Di Tito Maccio Plauto bisogna iniziare a parlare dalla fine: sappiamo con certezza che è morto nel 184 a.C., perché ricaviamo la sua data di nascita approssimativa da Cicerone il quale, incidentalmente, dice in un suo scritto che Plauto compose una commedia, lo Pseudolus, quando era senex, quindi aveva più di 60 anni secondo la divisione romana delle età. Essendo in possesso dell’anno di rappresentazione dello Pseudolus possiamo dedurre che l’autore sia nato tra il 255 e il 250 a.C. Anche il suo nome, poi, presenta misteri e offre intuizioni. Plauto potrebbe essere la latinizzazione del nome umbro Ploto, mentre Maccio probabilmente era una sorta di nome d’arte che avvicinava il commediografo proprio a Macco, personaggio tipico delle farse italiche: a modo suo anche Tito Ploto, che era italico e privo di cittadinanza romana, si presentava con i tria nomina. E la gens immaginaria con cui si classificava, dichiarava la sua personalità. Cosa fece nella vita Plauto? Questo autore ha una sua storia avventurosa, avvolta nella leggenda, che sembra uscita da una delle sue opere: attore di successo, commerciante fallito, schiavo per debiti, commediografo. Ma in fondo ha importanza capire dove inizia la storia e dove le leggende, giunte fino a noi attraverso autori postumi?

La Roma di Plauto

È interessante analizzare il periodo in cui Plauto vive. La società romana è in fermento. Con le guerre puniche, Roma deve pensare in grande oppure soccombere, credere pienamente nella propria missione oppure essere distrutta da Cartagine. Combattendo per terra e per mare, è inevitabile conoscere a fondo nuovi popoli e aprirsi a una mentalità diversa. Con l’arrivo di ingenti ricchezze, i costumi cambiano e la letteratura latina inizia a crescere, seguendo sempre stilemi ellenici. Ma Plauto, a differenza di Terenzio, prende solo il canovaccio delle sue trame dal modello greco. Per il resto crea una commedia puramente romana, nobilitando con il suo lessico verace e abile la farsa popolare italica. Un commediografo a “chilometro zero” in un mondo che iniziava a inebriarsi della sua prima globalizzazione.

Plauto e le sue commedie

Sappiamo datare con certezza solo due commedie di Plauto, ossia lo Stichus, che fu rappresentato nel corso dei Ludi Plebeii nel 200 a.C., e lo Pseudolus, che venne invece messo in scena per la prima volta nel 191 a.C., nell’ambito dei Ludi Megalensi, che si tenevano in aprile davanti al tempio di Cibele, in onore della dea. Già nell’antichità la fama di Plauto era tale che diverse commedie non sue gli erano attribuite per errore e Varrone compilò un corpus autentico che raccoglieva solo le opere genuinamente plautine. Grazie a questa prima riedizione, Plauto è uno dei pochi autori latini dell’epoca più arcaica i cui testi ci sono giunti quasi completamente. I modelli greci, come dicevamo poco sopra, per Plauto non bastano: il suo talento soffre gli schemi. La sua cifra distintiva infatti non è la raffinata introspezione psicologica né la creazione di intrecci sottili tra i caratteri, ma il linguaggio tanto ricco e scoppiettante quanto curato e sapiente. L’efficacia comica è la dea venerata da Plauto, che fa sfilare un carnevale di personaggi grotteschi e caricaturali: servi scaltri, lenoni disprezzabili, anziani vogliosi, figli scialacquatori, cortigiane affascinanti, mogli petulanti e via dicendo.

La lunga fortuna di un antico commediografo

È chiaro il debito che il teatro ha verso questo antico commediografo che oggi, come ieri, sa farci ridere gustosamente con il suo ritmo. D’altronde ancora ai nostri tempi le commedie plautine sono rappresentate in varie occasioni e c’è un festival intitolato a Plauto e dedicato interamente alle commedie antiche, che si tiene vicino a Sarsina, in un’arena moderna il cui aspetto richiama quelle antiche. Il Plautus Festival, così si chiama, è una rassegna dedicata ad opere teatrali antiche e moderne, comiche e tragiche, ma nasce in onore della comicità e del piacere di ridere.

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