Home La Bufalizia “Te sfonno!”, la bufala coatta che incita alla violenza

“Te sfonno!”, la bufala coatta che incita alla violenza

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bocche che gridano urla rabbia violenza

Quante volte ci siamo trovati a commentare fatti di cronaca o politica quotidiana con amici, conoscenti o anche soltanto col barista sotto casa scaldandoci oltre modo rasentando la violenza? Si, avete capito bene. Stiamo parlando proprio di quelle che, in un tempo ormai lontano quando non esistevano internet e i social network, erano solite essere definite come “chiacchiere da bar”, ossia il puro chiacchiericcio in libertà senza alcuna conseguenza reale (o quasi).

La trasformazione verbale dei fatti

In questo tipo di discussioni, gli animi si accendono spesso quando lo “sborone” di turno se ne esce con il fatidico… “Se fosse capitato a me, avrei preso un martello e gli avrei spaccato la capoccia” … “tutti corrotti! Diamogli fuoco” … “Ma che stai a dì! Te metto una mano in gola, te prendo per la lingua e te rigiro come a un pedalino!” Passando di bocca in bocca, i fatti si riempiono di colore e così il tizio che aspetta di schiena l’autobus al bar, al supermercato è diventato un adescatore infido e dal giornalaio un pedofilo schifoso. Fortunatamente, queste trasformazioni popolari rimangono “in zona” e si dà quasi per scontato che su ogni argomento (perché ci si conosce e l’attendibilità dei fatti va di pari passo con la persona che li racconta) si ragioni in sottrazione e, alla fine, puntualmente si ridimensioni. Per la comunità reale è un gioco, ma cosa accade quando il “gioco” si sposta in quella virtuale?

Si può parlare di istigazione alla violenza gratuita?

“Marocchino stupra la figlia di sette anni. Il padre gli taglia le palle e gliele fa ingoiare” o.O

Sembra una tipica frase da coatto al bar e invece è il titolo di una bufala confezionata da professionisti che ancora fa il giro del web. Milioni di visualizzazioni, migliaia di condivisioni che trasudano di odio e violenza e, ahimé!, fanno guadagnare tanti soldi. Per i bufalari di professione si tratta di un obiettivo raggiunto vista la crescente credulità del popolo del “webbe”. Verrebbe da riderci sopra e alzare le spalle ma dobbiamo cominciare a renderci conto che non è più possibile far finta di niente e che manifestazioni verbali così scomposte potrebbero essere configurate come vere e proprie istigazioni alla violenza a cui, non dimentichiamo, si aggiunge un evidente fine di lucro. Forse però non tutti i mali vengono per nuocere. Possono tali esagerazioni aiutarci a risvegliare le coscienze tornando a farci usare un sano pensiero critico? Possono stimolarci ad alzare le barriere dell’intelletto in modo tale che questi bufalari non troveranno più motivo per guadagnare fior di quattrini giocando con le nostre debolezze? Speriamo solo di non affidare ai posteri la risposta di questi interrogativi.

#sveglia

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