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In Cina esistono i ‘villaggi del cancro’

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Cina villaggi del cancro

Il governo cinese è costretto ad ammetterlo: decenni di inquinamento hanno creato i villaggi del cancro.

Una dichiarazione forte e troppo a lungo aspettata, rilasciata dal ministro della Protezione Ambientale cinese nella redazione del nuovo piano quinquennale di lotta all’inquinamento.

In Cina i villaggi del cancro

“Negli ultimi anni, il rilascio di sostanze chimiche, tossiche e pericolose, ha causato parecchi disastri ambientali e l’interruzione delle forniture di acqua potabile, portando gravi danni alla salute e problemi sociali come i villaggi del cancro”, si legge nel documento.

Ventuno milioni di persone in Cina sono esposti ad un livello di fluoro troppo alto. Il Centro Nazionale per il Controllo delle Malattie Endemiche sostiene che ottantasette milioni di persone sono a rischio di malattie causate proprio dall’eccessiva esposizione a questo tipo di agenti, malattie come la fluorosi scheletrica, una condizione patologica causata dall’iperassunzione del minerale che colpisce le ossa e le articolazioni e che può portare alla paralisi.
Tutto ciò è estremamente frequente soprattutto nelle piane del nord, in particolare nella regione centrale dello Henan, culla della civiltà cinese.

I “villaggi del Cancro” e l’acqua inquinata

Da analisi condotte dall’Istituto cinese per le risorse idriche nel 2013, il 55 per cento dei villaggi monitorati confermano l’inquinamento delle acque.

Si è anche scoperto che l’acqua è fortemente inquinata alla sorgente e questo sembra essere la causa degli oltre 200 cosiddetti “villaggi del cancro”. L’acqua di falda è  la sola acqua potabile disponibile per il 60 per cento della popolazione cinese e quindi oltre 300 milioni di persone la bevono nonostante non sia stata trattata. Inoltre la disponibilità dell’acqua potabile in Cina è estremamente limitata, perchè almeno il 20 per cento dell’acqua definita potabile non soddisfa gli standard internazionali.

Il problema più grande riguarda insomma il fatto che, ad essere inquinate, sono alcune falde che si trovano a cento metri di profondità nel terreno e, nel corso degli anni, le sostanze tossiche ed inquinanti hanno alzato esponenzialmente la percentuale dei tumori tra la popolazione.  Un studio datato 2006 ha scoperto infatti che il 70 per cento dei fiumi e dei laghi e il 90 per cento delle falde in prossimità delle metropoli è inquinato.

Nel 2009, il giornalista Deng Fei aveva contribuito a tracciare la mappa di alcuni dei villaggi più colpiti su una mappa di Google coniando per la prima volta il termine “villaggi del cancro”.

Per l’attivista cinese Ma Jun si tratta senza dubbio di uno “sviluppo positivo” – “Il riconoscimento dell’esistenza dei problemi è il primo passo e il presupposto per iniziare davvero a risolverli”.

Alla luce di questa situazione catastrofica, il 16 aprile scorso il governo ha presentato un piano che, ci si augura, agirà contro l’inquinamento e riporterà una situazione stabile entro il 2020.

Gli ambientalisti parallelamente hanno condotto una lunga campagna di protesta affinché il governo riconoscesse e aiutasse i centinai di casi di tumori causati dall’avvelenamento di suolo, acqua o aria.

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