“La prossima volta che un marziano arriva sulla Terra, provate a spiegargli perché coloro che sono a favore dell’eliminazione del feto dall’utero di una donna si oppongono alla pena capitale, oppure perché quelli che accettano l’aborto sono favorevoli a una tassazione elevata ma contrari a un forte potere militare. Perché coloro che preferiscono la libertà sessuale devono opporsi alla libertà economica individuale?” (Nassim Nicholas Taleb).
Cosa direbbe Il marziano in questione se, dopo qualche giorno, gli stessi ritrattassero tutto sostenendo l’esatto contrario? … SONO PAZZI!! O.O …
Dal “Cacao meravigliao” alla “patata bollente”!
Nel 2014, qualche mese dopo l’insediamento del governo Renzi, compare la foto della presidente della camera Laura Boldrini nelle presunte vesti di una ballerina coccodè nel noto programma Quelli della Notte.
Spacciata come notizia certa, poiché partorita dal geniale estro a cinque stelle, diventa virale, produce milioni di visualizzazioni, provocando il montare di un diffuso senso di sdegno nei confronti della “donna politico”. Anche persone digiune di politica seppero chi fosse la Boldrini solo ed esclusivamente per questo fatto, tra l’altro totalmente falso. Nonostante la forte campagna di smentita, non da parte dei diffamatori iniziali, ma da tutto il parterre di intolleranti alle bufale e al falso a fini meramente denigratori, ancora oggi ci sono persone che dicono di lei: “Certo da una che ha fatto la ballerina coccodè che ti vuoi aspettare!” … la potenza della bufala sul web! L’aire “coccodè” ha avuto un effetto domino stupefacente e vergognoso. Sdoganato di fatto l’insulto libero e vigliacco (pochissimi di questi haters lo fanno mettendoci la faccia), incomincia la campagna del fango. Sul blog di Grillo fu anche chiesto: “Cosa fareste in macchina con la Boldrini?”. Il post venne successivamente cancellato per “eccesso di offese sessiste”. Siamo alla frutta! Anzi, alla verdura visto che alla sindaca a cinque stelle è stato dedicato un titolo con la “patata bollente”.
I nuovi cittadini “tutto social, niente arrosto”
Ma i pazzi visti dal marziano sono clinicamente malati? No, sono semplicemente il risultato di qualche anno di permanenza “social”. Le varie piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin, Snapchat hanno creato di fatto una schizofrenia comportamentale oggettiva. Quello che su Facebook è il bravo ragazzo, tutto famiglia, lavoro, amici e opinioni moderate, su Twitter si tramuta in hater attraverso un profilo fake pronto a sfogare la frustrazione sul personaggio di turno. Nella stessa giornata su Linkedin può postare contenuti ricchi di erudizione cercando contatti interessanti a livello professionale mentre sghignazza su Instagram con i balletti di Vacchi … chiedere un’opinione certa o riuscire a comprenderla è praticamente impossibile. Se su Facebook si è contro l’immigrazione, su Linkedin si è buonisti perché si sa che nel mondo del business è sempre meglio non schierarsi, a meno che non si voglia compiacere il pezzo grosso (sempre sia lui) dell’azienda con la quale si desidera lavorare. Fondamentale è essere certi di sapere con chi si interagisce. Spesso parliamo e ci apriamo con persone che non sono quelle espresse su un normale profilo.
Dimmi i tuoi like e ti dirò chi sei
Tutto si fa per essere “seguiti”, apprezzati (attraverso i like), ammirati (dai follower) e ci si impegna a trovare l’aforisma più profondo o la frase più d’effetto da mettere in evidenza sui nuovi post colorati di Facebook. Il problema nasce quando la grammatica scompare lasciando libero l’io borioso che non si cura della forma … spesso neanche della sostanza, visto che, a capirlo, è solo chi lo pubblica. L’ossessione di essere apprezzati sul social porta a condividere ogni notizia che pensiamo possa creare attenzione e like, a prescindere dalla veridicità. Sono pochissimi coloro che, prima di condividere qualcosa, si pongono il problema della fonte. L’importante è diventare influencer, aumentare i follower, che a loro volta ti seguono solo perché hai condiviso un post osceno sulla Boschi … o la “patata bollente” della Raggi. L’opinione non ha più un senso, è come un cubetto di ghiaccio al sole, si scioglie e poi evapora. La sublimazione del pensiero, ma non filosofica, fisica! Il social è uno “sport individuale” che provoca effetti di gruppo! L’IO portato all’ennesima potenza provoca disastri … eppure la parola IO in sanscrito significa “capra”, e all’improvviso, diventa tutto chiaro!
#graziesgarbi