Il Palazzo
Il Quirinale, con i suoi 110.500 metri quadrati di superficie, è la più grande e una delle più importanti residenze presidenziali nel mondo, non soltanto per le sue dimensioni ma anche dal punto di vista storico e artistico. È un luogo dove è presente un numero altissimo di oggetti artistici di inestimabile valore, ma questo potrete leggerlo dettagliatamente sul sito ufficiale. Ho pensato di aggiungere qualche parola e un altro punto di vista a quanto già sapientemente pubblicato dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica
Prima di rivelarvi la mia idea, permettetemi di mostrarvi alcuni confronti tra il Palazzo del Quirinale e altre residenze presidenziali.
Il Palazzo del Quirinale
Secondo quanto riassume sulle collezioni del Quirinale il sito wikipedia
“Nel palazzo del Quirinale si trovano diverse collezioni artistiche che comprendono 261 arazzi di inestimabile valore che documentano l’attività delle principali manifatture e centri di produzione tra il XVI e il XIX secolo, le porcellane in cui i pezzi occidentali ammontano a circa 38.000, si può considerare di livello non inferiore a quello delle principali collezioni mondiali, 105 carrozze, 205 orologi e pendole varie, dipinti, statue, mobili, molti dei quali arrivati fin qui da altre residenze italiane, soprattutto quelle delle corti pre-unitarie come nel caso del mobilio appartenente al Palazzo Ducale di Colorno; oltre agli affreschi e ai dipinti nei suoi spazi sono disseminati circa 56.000 oggetti d’arte, tra questi 20.000 pezzi d’argenteria, di cui 7.000 pezzi in argento bianco, 2.400 in vermeil, una varietà di argento dorato, 9.000 pezzi di metallo argentato e oltre 9.000 pezzi in metalli vari, soprattutto bronzo. È presente anche un’incredibile collezione di lampadari di vetro di Murano (realizzati a partire dagli ultimi anni del XVIII secolo dalle vetrerie storiche, tra le quali Pauly & C Compagnia Venezia Murano che disegnò e realizzò un lampadario in stile “rezzonico” dell’altezza record di 6 metri con un diametro di circa 4 metri e 320 luci) e di cristallo.”
Inoltre dal sito ufficiale:
“E’ stato presentato alla stampa “Quirinale contemporaneo”, progetto fortemente voluto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dal 2 giugno, Festa della Repubblica, opere d’arte, arredi e oggetti di design entrano nella Casa degli Italiani. Il patrimonio artistico del Quirinale si arricchisce e si aggiorna così con un significativo innesto di arte contemporanea italiana. 36 opere dei più importanti artisti e 32 oggetti, concepiti da designer italiani e prodotti da aziende italiane, troveranno collocazione stabile nei cortili, nei saloni e nei giardini del Palazzo che ospita la Presidenza della Repubblica.”
All’interno del sito ufficiale potrete trovare anche molte altre notizie importanti, visite virtuali ecc.
La Turchia ha il secondo Palazzo
Al secondo posto come dimensioni c’è la discussa nuova residenza di Recep Tayyip Erdoğan, che dal 2015 è diventata la sede del presidente della Turchia. L’edificio preesistente al complesso era chiamato “il Palazzo Bianco” ed era usato come ufficio del Primo Ministro del governo turco. Già questa costruzione era considerata illegale perché costruita ai margini del parco, un polmone alberato al centro di Ankara, creato dal padre della Turchia moderna, Mustafà Kemal Atatürk “padre dei Turchi” e da lui donato nel 1937 allo Stato turco che lo aveva dichiarato “Sito Protetto”, dove non sarebbe stato possibile costruire nulla. Nonostante l’impegno dello Stato, le migliaia di proteste e manifestazioni dei cittadini e le sentenze della magistratura turca e addirittura del Consiglio di Stato che nel luglio del 1915 ne ordinò lo sgombero, la zona venne trasformata in “Complesso Presidenziale” proprio dall’attuale presidente Erdoğan che, appellandosi ai poteri speciali riservati al Presidente dalla Costituzione turca (in realtà solo in particolari occasioni), dichiarò che nessuno avrebbe potuto opporsi agli ordini e alle decisioni prese dal Presidente della Repubblica, neppure la Corte Costituzionale. Per realizzare il Complesso voluto da Erdoğan sono stati spesi 1.200 milioni di dollari. I numeri dell’insieme sono ragguardevoli: oltre 1.400 camere in diversi edifici, tra cui uno con 250 camere riservate alla famiglia del Presidente, una moschea con 4.000 posti, bunker antiatomici, un Centro Culturale Islamico, un orto botanico riservato ai residenti e agli ospiti. Alcune fonti di stampa considerano nell’insieme anche i prati e le vie che circondano i palazzi e quindi indicano il Complesso Presidenziale turco come il più grande al mondo.
Il terzo per dimensione è in India
Il terzo Palazzo Presidenziale per dimensioni è quello indiano, a Nuova Delhi, in realtà è l’ex palazzo del Viceré delle Indie. Solo nel 1950, quando l’India divenne una Repubblica, vi si insediò il primo Presidente. Il palazzo avrebbe dovuto essere molto più grande ma per problemi economici l’architetto fu costretto a ridurre le dimensioni del complesso a “solo” 19.000 metri quadrati, e alle attuali 350 stanze.
L’Eliseo è tra i primi
Se pensate alla “grandeur” francese, il palazzo dell’Eliseo, occupa poco più di 11.000 metri quadri con le sue 365 camere. Certo, dal punto di vista storico e artistico, gli oltre 2.000 pezzi di grande pregio che lo arredano (200 sono arazzi) pongono il palazzo dell’Eliseo in una posizione importante.
La casa Bianca non è tra i primi dieci palazzi
Negli Stati Uniti d’America, il Complesso della Casa Bianca con i suoi quattro piani e circa 5.000 metri quadrati, pur considerando le centinaia di opere d’arte donate dai miliardari americani e le decine di ristrutturazioni (di cui una, filologica, promossa da Jacqueline Kennedy) non va oltre il quattordicesimo posto tra le Residenze (per dimensioni), molto più in basso per l’aspetto storico e artistico. La cosa buffa è che quando l’architetto James Hobam presentò il suo progetto per realizzare l’edificio, Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti (anch’egli architetto, diventato poi il terzo presidente USA), lo criticò dicendo che non sarebbe stata necessaria una casa così grande, che sarebbe bastata a “… due imperatori, un Papa e un Dalai Lama…”. Oggi in quella struttura lavorano oltre 377 dipendenti, un esempio di razionalità secondo alcuni giornalisti italiani. La verità è che gli “Americani” non hanno in gestione le collezioni del Quirinale e neppure i 56.000 oggetti d’arte affidati alla cura e manutenzione dei dipendenti del nostro Palazzo. Sempre per amor di polemica con i detrattori del personale del Quirinale, i 377 dipendenti della Casa Bianca, per nostra fortuna, non hanno neppure in pugno il destino del mondo (come sostengono proprio quegli stessi giornalisti).
Quirinale: un nuovo punto di vista
Il punto di vista che voglio presentarvi mi è venuto in mente proprio in occasione di una delle mie visite al Palazzo. Durante il mio giro ebbi la fortuna di osservare una signora che, con una manualità degna delle migliori sartorie d’alta moda, stava attaccando un bottone e restaurando un’asola di una livrea esposta, seguita dallo sguardo attento di uno storico dell’arte. In quel momento mi è tornata alla mente la poesia di Bertolt Brecht Domande di un lettore operaio, di cui vi riporto alcuni versi:
Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?
Dentro i libri ci sono i nomi dei re.
I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono i muratori, la sera che terminarono
la Grande Muraglia?
La grande Roma
è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? …
Mi sono reso conto di aver assistito, più che a un restauro, a un atto d’amore. Questo mi ha fatto capire quanto sia importante la concentrazione di opere d’arte e quindi la fortuna delle maestranze (studiosi e tecnici espertissimi) che si dedicano al mantenimento (a volte al restauro vero e proprio) di tanta bellezza. In pratica spero di mostrarvi, attraverso gli occhi dei super professionisti del Quirinale, le loro esperienze, le loro incredibili opportunità. Per fare questo ho avuto la possibilità di scoprire e intervistare queste eccellenze. Ho iniziato dal “Laboratorio di restauro degli arazzi”, dove ho già incontrato la coordinatrice Maria Taboga, una delle persone eccezionali che voglio farvi ascoltare, per la sua capacità di esprimere saperi, cultura e conoscenze tecniche che tutti ci invidiano e che è importante vengano trasmesse, assieme alla “passione” per il suo lavoro. Se avrete la pazienza di seguirmi scoprirete che le mie non sono esagerazioni.