Alzi la mano chi non riesce a iniziare la giornata senza un buon caffè. Siamo tanti, tantissimi a dipendere da questa bevanda. E non è difficile capire il perché. Il chicco di caffè è ricco di virtù indispensabili nella vita moderna, frenetica e dinamica. Migliora la concentrazione e aumenta l’energia muscolare. Il chicco di caffè contiene varie sostanze benefiche e toniche, purché non se ne abusi. Il caffè aumenta le pulsazioni del cuore, ha un effetto diuretico e aumentando anche la secrezione gastrica favorisce la digestione. Nella nostra moderazione sta la virtù di non causarci palpitazioni o bruciori di stomaco per aver ecceduto nell’assunzione della nostra bevanda preferita.
Il chicco di caffè, habitat, leggende e produzione
Il cosiddetto chicco di caffè è il seme contenuto nelle bacche prodotte da un alberello sempreverde originario dell’Abissinia. La produzione del caffè, come lo conosciamo noi, prevede una tostatura a circa 200°-250°, che dona al caffè il suo aroma e il suo colore inconfondibile. Si narra che il caffè sarebbe stato scoperto da un pastore che osservava le reazioni delle sue capre dopo aver consumato i frutti dell’albero. Il pastore divenne ricco e iniziò a dedicarsi al commercio.
L’uso della bevanda venne introdotto in Europa dai veneziani verso il 1560 e proprio nella Serenissima venne aperta la prima caffetteria. Lentamente la coltivazione del caffè si diffuse in America centrale. Esistono diverse specie di caffè, la più diffusa e nota è l’arabica, ma abbiamo anche la robusta del Congo, che è una variante più ricca di caffeina; la liberica che è ideale per i decaffeinati, la burbonica che invece di caffeina ne ha di meno.
Curiosità sul decaffeinato
Per decaffeinare il caffè, oggi si usa l’anidride carbonica in stato supercritico, ossia a metà tra liquido e gassoso. La procedura in questa maniera è economica e sana, ma fino a qualche anno fa la caffeina si sottraeva ai semi usando il cloroformio come solvente, rendendo la nostra bevanda favorita potenzialmente cancerogena.
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