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Sesto stupidario: le piante da tenere in camera da letto

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muro con muschio verde

Come avevo annunciato non tutte le leggende che vi giro provengono dal mio ascolto alle casse del centro commerciale. Queste due per esempio sono vostre segnalazioni che si basano sulla lettura di informazioni provenienti da internet. Con questo non intendo certo demonizzare il mondo del WEB, ed in particolare le news. Purtroppo la voglia di enfatizzare spinge dei redattori, non sempre informatissimi, a girare e quindi a validare notizie che magari hanno letto come riempitivi su alcune riviste cartacee (da camera d’aspetto). Questa voglia di enfatizzare è insita nella natura umana e quindi perdonateli, pensate che nell’orto botanico di Roma (nella serra Corsini) sulle note messe ai piedi di due grossi Echinocactus c’era scritto: <Queste piante hanno più di due secoli>, in realtà le piante avevano più di cinquant’anni, ma non arrivavano ai sessanta! Ma certamente due secoli fanno più impressione di cinquant’anni. Vi continuo a chiedere collaborazione alla verifica delle notizie che ascoltate, soprattutto se vi sembrano leggende, ma ha senso anche validare scientificamente le notizie vere. Non vorrei che la mia personale “fiera delle castronerie” si esaurisse, ma questo difficilmente avverrà, aspetto al mio indirizzo luciano@einaudiroma.it  le vostre segnalazioni. Se avete ascoltato qualche strana storia, vi prego di girarmela, magari potrebbe anche essere una notizia vera!

Insonnia, ci sono otto piante da tenere in camera da letto!

Sono molti i siti di consigli naturalistici che, con la scusa che il naturale fa bene (o almeno non fa male), danno informazioni prive di ogni supporto scientifico. In realtà neppure l’affermazione che ho appena fatto è vera: un certo Socrate ne è un efficace testimonial.  Secondo il sito che riporta questa castroneria, sarebbe nientemeno che la NASA ad aver  “… pubblicato un intero studio riguardo la capacità delle piante nel fornire un effetto calmante e purificante sull’ambiente”; su questo sito vengono elencate le otto piante che “a parere degli scriventi” hanno questi vantaggi: Aloe vera, Lavanda, Gelsomino, Edera, Snake o pianta del serpente (Sansevieria), Gardenia, Dracena marginata, Epipremnun aureum (il Pothos). Se avete voglia di andare su una voce come “pianta del serpente” vedrete altri quattro a cinque siti che rilanciano queste strabilianti verità; il problema sono le oltre 130.000 visualizzazioni a sito che producono una bella dose di stupidità collettiva. Intanto per noi italiani è carino pensare al principe di San Severo nobile scienziato e massone del 1700 come titolare del Genere Sansevieria e non a “Snake”. Ora veniamo alle ragioni per cui ho segnalato come leggenda metropolitana che tenere piante in camera da letto faccia bene.

ferocactus cactus
Particolare di un Ferocactus, genere originario dei deserti messicani. si notano le lunghe spine cornee ricurve, il colore verde del fusto testimonia dove avviene la fotosintesi. Su questo genere sono stati scritti diversi articoli anche sull’accrescimento apicale che vede le areole da cui fuoriescono le spine disposte a spirale secondo le serie di Fibonacci

Il primo motivo è legato alla respirazione delle piante che se di giorno, in un locale ben assolato, emettono ossigeno, di notte emettono anidride carbonica. Ho letto alcuni sostenitori del verde in camera da letto dire: “dormire con un gatto non fa certo male!”, il problema è che le foglie di alcune delle piante indicate emettono la quantità di anidride carbonica pari a tre o quattro volte quella emessa da un gatto. È anche facile creare in camera da letto delle vere e proprie selve, con effetti opposti rispetto a quelli annunciati. Un secondo aspetto è l’evaporazione fogliare: l’umidità che volenti o nolenti le piante introducono in un ambiente chiuso, anche a causa della terra dei vasi. È esperienza comune che l’umidità faciliti lo sviluppo di funghi e di muffe. I sostenitori delle piante in camera affermano che l’aria viene depurata dalle muffe, ma che io sappia le muffe non vivono nell’aria.  E poi le piante non filtrano l’aria. Se non potete fare a meno di tenere del verde in camera da letto fatevi fare dei trompe l’oeil con panorami bucolici, quelli sicuramente rallegreranno l’ambiente.

 

Le piante grasse si possono tenere in camera da letto

Anche questa è una notizia falsa. Fino a qualche tempo fa avrei detto che, a differenza delle piante dei climi temperati, le piante dei luoghi desertici o almeno dei luoghi in cui l’acqua non è disponibile in forma liquida, avendo uno speciale sistema di fotosintesi clorofilliana, il CAM, possono rimanere in camera da letto perché di notte non emettono anidride carbonica ma ossigeno.

ipomea fiorita
Ipomea che è sovrapposta ad un’Edera nella siepe sul nostro terrazzo

Ma non è così! Intanto una parola sulla fotosintesi. Tutti sanno che le piante sono dei grandi reattori chimici che assorbono anidride carbonica e grazie all’energia del sole formano uno zucchero complesso, la clorofilla, e rilasciano ossigeno. Questo è quello che fanno le piante dei climi temperati che “respirano” tramite gli stomi e proprio tramite gli stomi si approvvigionano di anidride carbonica. Le piante dei deserti si sono adattate ai luoghi di origine e, per evitare evaporazioni eccessive, hanno modificato la forma delle foglie (che in alcuni casi si sono ridotte a spine) hanno trasferito al fusto la fotosintesi e hanno imparato a tenere i pochi stomi chiusi di giorno. Sappiamo che la fotosintesi ha bisogno dell’energia solare e che ha anche bisogno dello scambio gassoso (stomi aperti) per funzionare, queste piante hanno sviluppato un sistema ingegnoso: durante il giorno immagazzinano l’energia solare trasformandola in acido malico, la notte quando gli stomi si aprono la molecola dell’acido malico si rompe e si forma la clorofilla e l’ossigeno fuoriesce dagli stomi aperti, da cui si approvvigionano di nuova anidride carbonica. Purtroppo questo adattamento, pur avendo base genetica, viene attivato dalle condizioni ambientali:  in presenza della giusta umidità non avviene e anche queste piante funzionano come le altre e di notte emettono anche loro solo anidride carbonica. È molto difficile che in casa ci sia la giusta insolazione per far crescere le piante in modo armonioso e questo è un ulteriore elemento negativo per le “piante in camera da letto”, sarà molto facile che le piante si allunghino, alla ricerca di un poco di luce: questo effetto si chiama “spigazione”, questi rami allungati sono poco funzionali e spesso si ammalano e muoiono. Ricordo un’allieva di un mio corso che aveva costruito su questo fenomeno una specie di storia d’amore. Raccontò in aula la storia dei suoi due cactus (che teneva in due vasetti sul comodino); le piantine a suo dire iniziarono a crescere come se percepissero la presenza dell’altro e, crescendo crescendo arrivarono ad abbracciarsi e poi morirono cadendo fuori dal vaso dove lei le teneva. Una storia alla “Giulietta e Romeo”, purtroppo non c’entra la sensibilità vegetale ma solo un’eccessiva spigazione che ha portato le piante a marcire. E questo non è certo amore!

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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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