È il 15 aprile del 2013 e Rebekah Gregory ha appena finito di correre la Maratona di Boston: è vicina alla linea di arrivo, tutta intenta nell’abbracciare compagno e figlio quando, tutto un tratto, si ritrova travolta da una fortissima esplosione. Due bombe per l’esattezza, il risultato di un attentato terroristico che causerà ben 3 morti e più di 260 feriti.
Rebekah Gregory, dopo due bombe torna in pista
Rebekah Gregory è tra questi, la sua gamba sinistra viene, infatti, gravemente danneggiata dai terribili ordigni. Di lì l’inizio di un lungo calvario fatto di ospedali, operazioni e tanto, tanto coraggio. Ma la giovane texana non molla, neanche quella che è la sua grande passione, la corsa, arrivando, lo scorso anno, a raggiungere il suo primo, piccolo traguardo con la partecipazione, in compagnia di una sedia a rotelle, alla prima edizione della Boston Marathon Survivor.
Su una sedia a rotelle alla Boston Marathon Survivor
Un grande risultato dal sapore misto di rivincita e speranza che, però, ancora non sazia la ventisettenne runner americana fin troppo determinata nell’andare ancor più avanti. E così, circa sei mesi fa, decide di farsi amputare la gamba con l’obiettivo preciso di tornare davvero a correre stavolta con il solo ausilio di una protesi. Le settimane successive all’intervento non sono altro che il susseguirsi di duri e costanti allenamenti fino ad arrivare al giorno della sua terza maratona.
Con il suo coraggio farà la storia dello sport
Rebekah partecipa alle ultime tre miglia della gara giungendo al traguardo abbracciata ad un altro atleta amputato incassando un successo che, anche se non entrerà mai in nessun albo d’oro, di certo farà la storia dello sport, quello con la “s” maiuscola: “Ho dimostrato al mondo che sono tornata più forte di prima…ora nessuno potrà più fermarmi”. E noi non ne abbiamo dubbi.
