Il giorno 17 marzo, alle ore 16:00, nella sede della Società Romana di Scienze Naturali (SRSN) si terrà una conferenza della Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello” (SITSFA Onlus), dal titolo: Orso, Lupo e Co. Specie emblema e conservazione ecosistemica. A livello del grande pubblico l’orso e il lupo sono animali simpatici, capaci di suscitare forti emozioni in caso di disavventure di qualche esemplare, ma purtroppo non è stato sempre così.
Molto è cambiato dal tempo del lupo cattivo
I rapporti con gli abitanti dei territori habitat naturali di queste due specie, non sempre sono stati amichevoli; il lupo poi ha contro di sé l’immaginario collettivo che, grazie a Charles Perrault ed ai fratelli Grimm, lo vede come infido mangiatore di nonnine e sprovvedute nipotine. Sappiamo bene che non è così, ora tutti gli riconoscono l’importante ruolo nella selezione e nel controllo di specie che altrimenti potrebbero diventare dannose per l’ambiente. In Italia solo negli anni Settanta sono iniziate politiche di conservazione che, grazie all’impegno delle amministrazioni locali, degli Enti preposti e del Ministero dell’Ambiente, hanno raggiunto traguardi, ancora non ottimali, ma impensabili fino a qualche anno fa.
L’orso, un vanto regionale
Ora la presenza dell’orso e del lupo è, per gli abitanti dei paesi che confinano con i grandi parchi italiani, motivo di orgoglio e soprattutto la prova del ritrovato equilibrio ambientale. Avrete occasione di leggere, sempre su Greenious, l’intervento del dottor Antonio Di Croce, direttore della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, dal 2014 incaricato, dalla Direzione Natura del Ministero dell’Ambiente, del coordinamento dell’attuazione del Piano di Azione per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano (P.A.T.O.M.). Il dottor Di Croce ha annunciato un suo prossimo articolo proprio per raccontare ai nostri lettori la situazione dell’Orso bruno marsicano.
Gli scopi della Sitsfa Onlus
Tornando alla conferenza del 17 marzo vorrei ricordare l’importanza del contributo dello zoologo molisano Giuseppe Altobello che, pur nello scetticismo del mondo scientifico dell’epoca, già dal 1921 aveva descritto come endemismi della fauna italiana il Lupo appenninico (Canis lupus italicus) e l’Orso bruno Marsicano (Ursus arctos marsicanus). Proprio a lui (nato a Campobasso nel 1862 e morto sempre a Campobasso nel 1931) è intitolata la Società Italiana per la Storia della Fauna. Ho ricevuto dal Presidente SITSFA Onlus, il dottor Corradino Guacci, un paio di pagine che spiegano sinteticamente gli scopi e l’attività della Società, riporto in parte le sue considerazioni per chi non potrà essere presente alla conferenza.
Secondo il Presidente Guacci:
I principali obiettivi dell’Associazione sono:
- Favorire gli studi nel campo della storia dell’ambiente, in particolare dei rapporti intercorsi tra uomo e mondo animale;
- Incoraggiare e realizzare la conoscenza della distribuzione della fauna, storica ed attuale, sia attraverso la raccolta della documentazione esistente (testi, materiale iconografico, reperti naturalistici, testimonianze ecc.) che per mezzo di ricerche originali a ciò mirate;
- Sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni circa la necessità di una più attenta gestione del patrimonio naturale, sia esso storico che contemporaneo.”
Sempre secondo il Presidente della Società Italiana per la Storia della Fauna:
“… L’ambizione di fondo che ci anima è quella di gettare un ponte tra due mondi che raramente dialogano fra loro, quello scientifico e quello umanistico, per dar vita a quella interdisciplinarità che, a nostro avviso, è la via maestra della ricerca e per la diffusione della Cultura. Per questo tra i nostri Soci, sia ordinari che onorari, contiamo zoologi, biologi, tassonomi, etologi, botanici ma anche storici, docenti universitari, ricercatori e semplici appassionati. Tutto ciò in accordo con i principi che ispirano la Citizen Science definita dall’Oxford English Dictionary come “attività scientifica condotta da membri del pubblico indistinto in collaborazione con scienziati o sotto la direzione di scienziati professionisti e istituzioni scientifiche”; un processo che permette a semplici cittadini di porre domande e fornire risposte su importanti questioni scientifiche o indirizzare l’attenzione pubblica su questioni ambientali, sulla salute pubblica o sulla gestione delle risorse naturali favorendo collaborazioni tra comunità di cittadini e istituzioni scientifiche…”
Chi volesse approfondire potrà leggere l’articolo La Citizen Science contribuisce ad allungare la vita!)
Il Presidente continua:
“… In questa ottica, negli ultimi cinque anni, abbiamo ritenuto di dover avviare un’azione di stimolo nei confronti delle pubbliche amministrazioni e delle Istituzioni che hanno la responsabilità della gestione della residua popolazione di orso bruno marsicano. A tale scopo, nel gennaio del 2013, abbiamo deciso di lanciare un appello per la salvaguardia del contingente appenninico mettendo in evidenza quali fossero le criticità legate all’uomo che potevano mettere a repentaglio gli ultimi esemplari. Sia quelle dirette come il bracconaggio quanto le indirette connesse alle attività antropiche di disturbo o di ostacolo alla libera espansione della popolazione, sottolineando, inoltre, i pericoli derivanti da possibili patologie, anche a carattere epidemico, in grado di infliggere colpi mortali per la sopravvivenza della sottospecie. Abbiamo inoltre rimarcato come sia necessaria, e non più procrastinabile, la realizzazione di una banca dei materiali biologici dell’orso bruno marsicano, che custodisca e trasmetta alle generazioni future il prezioso patrimonio genetico del nostro orso. Una dote che potrà risultare indispensabile un domani per poter avviare interventi a favore della sua conservazione.”
Leggendo la locandina dell’evento scoprirete che nell’occasione altri importanti studiosi (Giorgio Boscagli, Corrado Battisti, Claudio Corvino) cercheranno di indicare quali rimedi mettere in pratica per migliorare la conservazione delle specie di cui parliamo. Dal ruolo della Società Romana di Scienze Naturali (SRSN) nella difesa dell’ambiente, a quello dei parchi nazionali, dalla frammentazione degli ambienti al ruolo della tassonomia. Quest’ultimo aspetto, sviluppato dallo zoologo Spartaco Gippoliti, membro della Commissione Scientifica CITES, farà anche il punto sui problemi legati alla omogeneizzazione delle specie dovuta a interventi non proprio corretti di traslocazioni faunistiche che, negli scorsi anni, hanno messo in pericolo alcune particolarità autoctone. Naturalmente, come già anticipato dal Presidente Guacci, anche l’aspetto storico e antropologico verrà sviluppato, con la certezza che senza la presa di coscienza delle comunità che si sono trovate e si troveranno a convivere con orsi e lupi, ben poco potrà cambiare. Un’ultima piacevole informazione è che come al solito la Società Romana di Scienze Naturali offrirà ai partecipanti un piccolo rinfresco. Vi pare poco?