Roma, 27 settembre 2018 – Comunicato stampa –
Nel suo lavoro, Jaanus Samma utilizza diversi media, ed il suo interesse si concentra principalmente sulla ricerca d’archivio. Difatti, l’artista adotta spesso una prospettiva micro-storica, connettendo la dimensione pubblica e collettiva della Storia alle qualità private e narrative della cronaca. Gli ambiti principali della sua ricerca investono le nozioni di pubblico e privato, spesso legate a tematiche queer.
Nomas Foundation è lieta di presentare Outhouse by the Church, mostra di Jaanus Samma a cura di Eugenio Viola, che inaugurerà giovedì 27 settembre 2018, alle ore 18.00. La prima personale dell’artista in Italia dopo l’acclamato NSFW. A Chairman’s Tale, progetto con cui ha rappresentato l’Estonia alla 56. Biennale di Venezia (2015).
Jaanus Samma, le tematiche queer
Outhouse by the Church è un progetto che indaga i bagni pubblici in chiave antropologica: un argomento apparentemente umile, talvolta sottostimato, che permette di affrontare questioni riguardanti la gerarchia, la disuguaglianza e il corpo, in termini sia estetici sia politici. I bagni pubblici sono uno spazio ibrido, in cui sfuma il confine fra pubblico e privato. Per questa ragione, nel corso della loro lunga storia, ed in contesti socioculturali differenti, sono stati utilizzati per interazioni sociali di vario tipo.
I bagni pubblici, in quanto spazi condivisi marginali, sono tradizionalmente classificati secondo un’eteronormatività binaria di genere (maschio, femmina) e, tra i molteplici (e prevedibili) usi possibili, a volte diventano aree di battuage, nonostante la sempre maggiore diffusione delle applicazioni per appuntamenti, ormai comuni su tutti gli smartphone, abbia indubbiamente determinato, negli ultimi anni, un declino di tale utilizzo.
Flaminio Station (2016–2018), è una serie di lavori che l’artista ha concepito dopo un periodo di residenza a Roma, in cui ha esplorato la geografia dei siti di battuage della capitale. Queste opere di ceramica, ricoperte di graffiti, richiamano le piastrelle gialle che rivestono i bagni pubblici della stazione Flaminio, tra gli ultimi a Roma a non essere stati modernizzati, nonché popolare area di cruising. Samma ha ricopiato sulla superficie di questi lavori la vasta gamma di scritte e graffiti che popolano i bagni pubblici della stazione Flaminio, schermandoli discretamente con una serie di “catene” da wc di plastica.
L’opera che dà il titolo alla mostra, Outhouse by the Church (2018), è un’installazione composta dai resti dei vecchi bagni pubblici in legno, collocati all’esterno della chiesa di San Michele, nel villaggio di Kodavere, in Estonia orientale. Questi bagni pubblici sono stati usati per quasi un secolo, prima di essere abbandonati ed i loro resti recuperati infine dall’artista. Curiosamente, mentre la chiesa di Kodavere è annoverata tra i beni culturali estoni, ed è dunque tutelata e ben documentata, i suoi bagni esterni non sono mai stati menzionati dalle fonti, e ciò induce a riflettere, ancora una volta, sulla generale invisibilità di questi spazi liminali.
Similmente ai bagni della stazione Flaminio, anche i gabinetti esterni alla chiesa di San Michele erano evidentemente poco controllati, al punto che i suoi utenti se ne sono progressivamente appropriati. La parte più sorprendente di questi resti è costituita dai graffiti incisi nel legno, ormai “storici” e ben conservati, di cui i più antichi risalgono agli anni Venti del secolo scorso. Alcuni commenti suggeriscono che questa struttura, originariamente eretta nei pressi di un’istituzione dall’alta autorità morale, talvolta sia stata utilizzata per connettere sacro e profano.
Al di là dell’aspetto irriverente e ironico, Outhouse by the Church mette in scena un’installazione ambientale che si concentra sullo spazio condiviso dei bagni pubblici, sui loro molteplici usi e le norme sociali ad essi connessi, mostrandoci, attraverso lo strumento altamente simbolico dell’arte, alcuni meccanismi che riflettono e sostengono le nostre attitudini culturali verso il sesso, le classi sociali e le questioni di genere.