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Manifesto per la cannabis libera

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cannabis manifesto

Lunedì 17 giugno Marco Maffione di Associazione Canapese, i membri di FreeWeed Stefano Armanasco, Lisa Gandini e Lucio Badini di Associazione FreeWeed e l’attivista Valentina Varisco hanno presentanto il Manifesto per la cannabis libera sottoscritto da quasi 30.000 attivisti al senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero e al vicesegretario del Ministero di Grazia e Giustizia Vittorio Ferraresi.

Manifesto per la Cannabis libera per contrastare la criminalità

Il Manifesto tocca diversi temi: dal diritto all’autoproduzione a quello di libertà terapeutica; dal contrastare la criminalità organizzata fino ad arrivare alla vera e propria “Proposta collettiva di riforma normativa per la regolamentazione della cannabis“: “La coltivazione privata di 5 piante di cannabis, senza limitazione di genetica e contenuto di cannabinoidi, per ciascun cittadino maggiorenne, per un massimale di 3 cittadini maggiorenni per domicilio per uso personale”, oppure “Ai sensi del titolo II del libro primo del codice civile, se si volessero effettuare coltivazioni condivise, al fine di dividere le spese e semplificare le operazioni di reperimento del prodotto per uso personale o sviluppare selezione e ricerca, sarà possibile l’istituzione di Associazioni No Profit di consumatori e coltivatori”, ergo, la possibilità di aprire quelli che a Barcellona chiamano Cannabis Social Club.

Il responso dei pentastellati Mantero e Ferraresi “È stato positivo, – ci dice telefonicamente Marco Maffione di Associazione Canapese e prosegue – dopo un’accesa discussione, si sono dimostrati aperti al dialogo e all’ascolto. Inoltre, Matteo Mantero ha affermato che avrebbe depositato a breve il Manifesto per la cannabis libera in Senato“, come pubblicherà lo stesso Mantero poche ore dopo l’incontro con gli attivisti sulla sua pagina Facebook: “È stata una discussione accesa e utile come lo è ogni scambio di idee; anche se non condivido in toto l’impostazione della loro proposta, essa è il frutto di un lavoro di gruppo appoggiato da oltre venticinquemila persone, per questo nei prossimi giorni la depositerò al Senato sperando che funga da ulteriore spunto di discussione”.

Un primo spiraglio affinché si possa finalmente aprire un dibattito sul tema della cannabis che, ad oggi, è completamente mancato, per arrivare a “trattare i fiori di canapa come si trattano i pomodori” afferma Maffione.

La visione e lo spirito di FreeWeed e Canapese è più che concreta: sono consapevoli del fatto che non sarà possibile cambiare la situazione legata alla regolamentazione della cannabis dall’oggi al domani, soprattutto viste le posizioni dei compagni di governo del Movimento 5 Stelle: una Lega orgogliosamente proibizionista, che associa direttamente la cannabis alla droga, quindi alla morte, come spesso dichiarato da qualche leader di partito. Tuttavia, si battono affinché si instauri un dibattito sul tema, fondamentale.

Eppure vi sono esempi concreti in tutto il mondo che teoricamente dovrebbero interessare soprattutto alla classe politica: Davide Fortin, economista all’Università Sorbona di Parigi e ricercatore affiliato alla Marijuana Policy Group, ha effettutato una ricerca, da cui si evince chiaramente che in Colorado nel 2016 meno del 25% della cannabis è stata acquistata illegalmente, il che si traduce in meno situazioni di disagio legato allo spaccio per le vie della città. Inoltre, nella medesima ricerca si parla di un giro d’affari legati al settore cannabico di 3,7 miliardi di euro e della creazione di 27mila posti di lavori in tutto lo stato del Colorado. Attendiamo fiduciosi la deposizioni in Senato del Manifesto per la cannabis libera.

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