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Le foreste come sinonimo di vita per l’uomo

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animali nella foresta

Le foreste che popolano la Terra sono fonte di vita, occupano quasi un terzo della superficie totale del pianeta e sono la casa di più della metà delle specie terrestri esistenti.

Gli alberi sono apparsi sulla Terra più di 380 milioni di anni fa e hanno plasmato la superficie terrestre trasformandola in quella che oggi conosciamo.

Il valore delle foreste per l’uomo

Il valore delle foreste è inestimabile, esse sono fonte di vita, sono alla base delle nostre esistenze. Per comprenderlo meglio basta guardare qualche dato:

  • 300 milioni di persone abitano le foreste del mondo
  • 1,6 miliardi di persone, circa un essere umano su 4, dipendono direttamente dalle foreste per la loro vita quotidiana
  • 7 miliardi di persone, ovvero la popolazione mondiale, godono dei benefici che le foreste ci regalano: il cibo del quale ci nutriamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo e le medicine con cui ci curiamo

Inoltre, le foreste sono le guardiane del clima, immagazzinano molto più carbonio di quanto ne sia contenuto nell’intera atmosfera terrestre; filtrano le sostanze inquinanti, le immagazzinano e le digeriscono, assorbono l’acqua nei periodi delle inondazioni e la restituiscono nei periodi di siccità.

Purtroppo, solo di recente si è data la giusta importanza alla loro tutela, nonostante i ruoli che esse svolgono siano molteplici:

  • conservazione del suolo
  • regolazione del ciclo dell’acqua
  • assorbimento del carbonio
  • tutela della biodiversità
  • regolazione del clima

La distruzione delle foreste

Le foreste sono servite fin da subito all’uomo: le ha trasformate e le ha distrutte; precisamente, dalla nascita dell’agricoltura metà delle foreste esistenti inizialmente sono andate distrutte.

Infatti, le principali ragioni che conducono alla deforestazione sono legate a:

  • attività commerciale agricola su larga scala: 40%
  • sussistenza di comunità locali: 33%
  • attività di estrazione e per le infrastrutture: 27%

In particolare, per quel che riguarda l’agricoltura sono tre le tipologie di piantagioni che sono causa di deforestazione:

  • soia, per produrre il mangime necessario agli allevamenti di carne
  • eucalipti, redditizi per l’industria della carta
  • palme da olio, molto proficue per l’industria agroalimentare

La FAO, nell’ultimo Rapporto sullo stato delle foreste nel mondo, ha evidenziato che, negli anni che vanno dal 1990 al 2015, il totale della superficie delle foreste è diminuito di 129 milioni di ettari.

Inoltre, la distruzione delle foreste implica la perdita di biodiversità, mina la sopravvivenza di piante e animali e non solo: anche l’uomo è minacciato dalla deforestazione. Secondo una ricerca del World Resource Institute, il costo annuale della deforestazione è pari a 6,300 miliardi di dollari, ll’8,3% del  PIL mondiale.

La situazione in Italia e nel mondo

Per quel che riguarda la situazione globale, negli anni che vanno dal 2000 al 2013 la quantità di superficie di foreste incontaminate è diminuita di circa il 7,2%, ovvero un milione di chilometri quadrati. Canada, Russia e Brasile sono i Paesi con la maggior quantità di superficie di foreste incontaminate.

La situazione nazionale sembrerebbe abbastanza positiva: la superficie occupata dagli alberi è in aumento. I dati dell’Infc (Inventario Nazionale delle foreste) ha rilevato che, dal 2000 al 2015, 600 mila ettari di territorio italiano sono stati liberati dallo sfruttamento umano e che i boschi coprono circa 10,9 milioni di ettari.

Le regioni con il maggior numero di alberi sono: Emilia Romagna, Umbria, Marche e Veneto.

Invece, l’area che risulta più colpita dal fenomeno della deforestazione è quella dell’America Latina, dove le perdite superano i 300 mila chilometri quadrati; al secondo posto c’è l’Africa con 100 mila chilometri quadrati perduti.

Il caso più drammatico è quello del Paraguay dove, nel giro di qualche anno, il 79% delle foreste è scomparso.

Una soluzione è possibile

La principale causa della deforestazione è l’agricoltura; la popolazione mondiale è in continuo aumento e conseguentemente anche la domanda alimentare.

Un’agricoltura sostenibile che riesca a rispondere a questa domanda è possibile, ma vanno create:

  • strutture legali e istituzionali che agiscano efficacemente
  • politiche che coordino foreste, agricoltura, cibo e uso del suolo
  • riforme in ambito economico
  • implementazione delle ricerche
  • fondi e investimenti adeguati per supportare e incrementare la produzione agricola sostenibile
  • coinvolgimento delle comunità

La ricerca del World Resources Institute citata precedentemente ha evidenziato come per ogni dollaro investito nella riforestazione si ricavano dai 7 ai 30 dollari di benefici economici.

Gli alberi sono fondamentali per la nostra sopravvivenza, mettono in collegamento acqua, aria, terra e sole; sono alla base del funzionamento dell’ecosistema dal quale dipendiamo e per tutte queste ragioni dovremmo imparare a tutelarli.

 

 

 

 

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