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Laghi sotterranei, tombe e grotte: il lato profondo di Roma

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laghi sotterranei di Roma

Ciclicamente, e di nuovo in questi ultimi giorni, è rimbalzata sui social la notizia della presenza a Roma di affascinanti e misteriosi laghi sotterranei. D’altronde la città eterna, antica come poche e abitata senza soluzione di continuità, è cresciuta su se stessa senza mai ignorare del tutto i vari livelli, con il passato e il presente rapidi a mescolarsi mentre la natura, sorprendente, a volte riprende il suo posto quando e come meno te l’aspetti.

I laghi sotterranei del Celio e del San Camillo

L’ultima news, dicevamo, si focalizza sui laghi sotterranei del Celio. Tra imponenti resti di epoca imperiale, cave di tufo con tutti i segni dell’attività umana, torri di calcinacci accumulate nei secoli o grotte naturali, a ogni discesa di livello c’è una sorpresa. Tra cui alcuni piccoli laghi dall’aspetto sorprendente: l’associazione Roma Sotterranea ne ha fatto analizzare le acque, che sono batteriologicamente pure, nonché talmente trasparenti da essere degne di un lago appenninico. Un lago altro, invece, sembra ricoperto di una fioritura di ghiaccio, mentre il realtà si tratta di uno spessore di carbonato di calcio, dovuto alla composizione dell’acqua stessa.

Laghi sotterranei a RomaUn bellissimo lago sotterraneo sorge anche sotto il San Camillo, in una vecchia cava di tufo che i apre in una grotta alta dieci metri, dalla temperatura costante di tredici gradi. Probabilmente la caverna ha intercettato la falda acquifera e questo ha dato origine al lago. Anche quest’acqua è batteriologicamente pura e per anni l’ambiente fu utilizzato per la conservazione di cibi e bevande, nonché, durante la seconda guerra mondiale, per consentire al personale medico, ai malati e agli abitanti della zona di mettersi in salvo durante i bombardamenti.

Le acque del quartiere Ostiense

Ma in questa città che a un fiume deve le sue sorti, alla familiarità dei romani con l’idraulica la sua forza e alle fontane parte della sua bellezza, l’acqua lascia tracce anche quando non c’è più o viene nascosta. Non abbiamo solo abbondanza di laghi sotterranei. Infatti molti ruscelli che scendevano dalle colli albani per confluire verso il Tevere, negli anni dell’edilizia aggressiva, vennero condottati. All’Ostiense, dove c’è l’ex manifattura tabacchi, si trova Via della Moletta, che probabilmente deve il suo nome alle mole per macinare il grano alimentate dalla forza di un torrente che ora non c’è più. E anche il fiume Almone si gettava nel Tevere proprio in quella stessa zona, dopo aver percorso il suo cammino dalla zona dei laghi fino a Roma. Oggi, però, è deviato e finisce nel depuratore di Roma sud. Pensare che nell’antichità quel fiume era parte attiva, direi, e non solo scenario di un rito importantissimo ossia la Lavatio Matris Deum: ogni anno, a fine marzo, la pietra nera simbolo di Cibele, veniva condotta in processione fino all’Almone e lavata nelle sue acque. Una celebrazione, chiaramente, legata alla fertilità.

La natatio delle Terme di Agrippa

Ma c’è un altro lago sotterraneo che sorprende per due motivi ed è quello visitabile a palazzo della Cancelleria: qui la potenza della natura di Roma si unisce a quella dell’arte. Non distante da dove oggi sorge il Palazzo, c’era un tempo la natatio, ossia la piscina per il nuoto, delle terme di Agrippa, uno dei tanti splendidi edifici del Campo Marzio. Quando, nei secoli, il canale che ne regolava l’altezza si ostruì, si formò questo lago alimentato dalla falda acquifera. Siamo in un luogo importantissimo per l’antica Roma, luogo di costruzione, di allenamento, di sepoltura. Non a caso, dal laghetto sbuca il sepolcro di di Aulo Irzio, costituito da un recinto di mattoni che termina con una cimasa di travertino, ossia una copertura curva e sporgente.

Chi era Aulo Irzio?

Di chi stiamo parlando? Aulo Irzio è stato un politico e un militare romano importante, che seguì Cesare sia nella campagna gallica che nella guerra civile, al punto di completare il De bello gallico  con l’ottavo libro e occuparsi della pubblicazione di altre opere non giunte fino a noi, ma che raccontano quel turbolento periodo storico. Non distante dovrebbe trovarsi la tomba del collega Vibio Pansa, perché morirono entrambi durante la battaglia di Modena nel 43 a.C. durante le turbolenze tra cesariani che precedettero la guerra civile tra Antonio e Ottaviano, e il senato tributò loro quelle sepolture, da costruirsi a spese pubbliche. Ma in quel luogo, magari tra ameni e imprevisti laghi sotterranei, è possibile si trovino altre tombe di importanti personalità del I secolo a.C., incluse le sepolture di personaggi vicini alla gens Iulia o parte della stessa. Se qualche lettore volesse citare nei commenti tracciati di ruscelli, falde affioranti o altri luoghi del genere a testimonianza di questa Roma liquida e profonda, noi di Greenious ne saremo più che contenti.

Foto di copertina tratta da: Roma e Lazio per te
Foto interne all’articolo tratte da: Abitare a Roma e da Archeoguide

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