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    La scomparsa delle api: dal valore ambientale alle conseguenze per il pianeta

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    scomparsa delle api alveare

    La scomparsa delle api è un fenomeno che ha cominciato a presentarsi qualche anno fa e che continua ad essere presente tutt’oggi, probabilmente per la poca attenzione e scarsa importanza che gli viene attribuita a livello mediatico.

    Il fenomeno di svuotamento degli alveari, definito con il termine specifico Colony Collapse Disorder (CCD), ha fatto la sua comparsa a partire dal 2000, momento in cui gli alveari hanno cominciato a decimarsi.

    La scomparsa della api si è però aggravata a partire dal 2007, anno in cui questo fenomeno ha cominciato ad essere percepito come allarmante poiché le api hanno cominciato a svanire in massa e in tempi brevissimi; è capitato che interi sciami siano spariti nell’arco di una sola notte.

    I paesi che sono stati colpiti in maniera più pesante hanno avuto una perdita di circa il 70-80% degli alveari.

    Le ragioni della scomparsa delle api

    Nonostante questo fenomeno si stia verificando oramai da oltre dieci anni, le ricerche non hanno portato ancora a un risultato certo. Sembra che la causa della scomparsa delle api sia da ricondurre a un insieme di fattori:

    • Agricoltura: per soddisfare la crescente richiesta alimentare, le industrie agricole hanno cominciato a utilizzare una sempre maggiore quantità di sostanze chimiche, fertilizzanti e insetticidi, è cresciuto l’utilizzo di monocolture e anche quello di tipologie di agricoltura intensiva. Per aumentare la produzione, molti terreni sono stati utilizzati per l’agricoltura, provocando quindi la perdita di numerosi habitat naturali e semi-naturali per gli insetti. Inoltre, l’uso di monocolture rende limitata la disponibilità di cibo a disposizione per le api.
    • Pesticidi: l’uso sempre più frequente di pesticidi di vario tipo è oramai comune in tutti i tipi di agricoltura e si ripercuote negativamente sulla vita della api. Le conseguenze sono numerose: effetti negativi a livello fisiologico (problematiche relative alla crescita e allo sviluppo, ma anche elevati tassi di comparsa di malformazioni), difficoltà nell’approvvigionamento del cibo e disturbi nel comportamento alimentare (in quanto le capacità olfattive risultano compromesse), conseguenze sulla capacità di apprendimento (capacità di riconoscere e distinguere i fiori, ma anche l’arnia). Tutti questi rischi sono stati confermati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
    • Cambiamento climatico: cambiamento nelle precipitazioni, eventi meteorologici estremi, cambiamenti climatici sempre più evidenti hanno una forte influenza sugli insetti impollinatori, modificandone stile di vita e salute. Lo studio effettuato da Memmot et al. intitolato “Global warming and the disruptions of plant pollinator interactions” afferma che “tra il 17 e il 50 per cento delle specie di impollinatori soffrirà di carenze alimentari secondo gli scenari previsti per i cambiamenti climatici, che causeranno variazioni nei modelli di  fioritura delle piante”.
    • Malattie e parassiti: la salute delle api dipende dall’ambiente all’interno del quale vivono e delle sostanze di cui si nutrono. Secondo le ricerche di Greenpeace, uno dei parassiti che minacciano maggiormente questi insetti a livello mondiale è l’acaro Varroa destructor; un altro parassita particolarmente dannoso è la Nosema ceranae, in base agli studi fatti sulle colonie di api in alcuni Paesi dell’Europa meridionale.

    Impollinazione e agricoltura: qualche dato

    Più del 70% delle specie vegetali dipende dall’impollinazione delle api; un terzo del cibo che produciamo dipende dalle api, dal loro lavoro di impollinazione.

    Frutta e verdura, fibre naturali e foraggio sono il risultato dell’azione di questi insetti impollinatori, senza i quali molti alimenti che fanno abitualmente parte delle nostre diete non arriverebbero più sulle nostre tavole o, in alcuni casi, vi arriverebbero in misura estremamente ridotta.

    Avocado, arachidi, cipolle, mele, melone, cotone, cetrioli, zucchine, albicocche, coriandolo e molti altri prodotti dipendono per il 90% dalle api.

    Secondo l’I.N.R.A. (Istituto Nazionale di Ricerca Agricola-Francia) la produzione di circa l’84% delle specie coltivate in Europa, dipende in maniera diretta dagli impollinatori che per il 90% sono api domestiche e selvagge.

    Per quanto riguarda l’Europa, questi insetti si occupano dell’impollinazione di più di quattromila verdure.

    A livello globale, il danno economico che si avrebbe a seguito della scomparsa delle api si aggirerebbe intorno ai 256 miliardi di euro all’anno.

    Secondo Greenpeace in alcune regioni europee, del Nord America e dell’Asia orientale, il valore dell’impollinazione può arrivare a 1.200 euro per ettaro.

    Secondo le stime della FAO del 2010, le api si occupano dell’impollinazione di 71 delle circa 100 colture che forniscono il 90 % dei prodotti alimentari a livello mondiale. Solo in Europa l’84 % delle 264 specie coltivate dipende dall’impollinazione degli insetti, mentre 4.000 varietà di vegetali esistono grazie all’impollinazione delle api.

    La situazione in America

    Negli Stati Uniti, soltanto nell’inverno 2010/2011, sono morte il 18% delle api domestiche; mentre, nel 2006 è stata calcolata una perdita commerciale del 40%.

    Il Center for Biological Diversity ha intrapreso delle ricerche in America per studiare le oltre 4.000 specie native di api e studiarne le ragioni della scomparsa.

    Questo studio ha avuto i seguenti primi due risultati:

    • 347 specie autoctone sono a rischio di estinzione negli Stati Uniti
    • 700 specie sono dichiarate in declino
    • Quindi, 1 specie su 4 è in pericolo.

    Secondo lo studio, la ragione della scomparsa delle api è da associare alla perdita di habitat e all’uso di pesticidi. Per far fronte a questa problematica, la città di Cedar Rapids ha progettato di utilizzare 1000 acri di terreno per trasformarli in un habitat per le api, in modo tale da agevolare la loro sopravvivenza; terreno sul quale sono state piantate 39 differenti specie di fiori locali.

    Nel 2014, l’amministrazione Obama ha creato una task force comprendente numerosi dipartimenti degli USA per salvare le api americane; il budget messo a disposizione ruotava intorno ai 50 milioni di dollari.

    La situazione in Italia

    Anche in Italia la scomparsa delle api sta presentando i suoi effetti; proprio per questa ragione il 17 ottobre 2008 è entrato in vigore il primo divieto, anche se temporaneo, riguardante l’uso di pesticidi per la concia delle sementi, in particolare di quei prodotti fitosanitari che contengono quattro sostanze attive: clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e  pronil.

    Inoltre, nell’anno 2009 è stato dato il via a un progetto chiamato “Apenet: monitoraggio e ricerca in apicoltura”, coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), attraverso la propria Unità di ricerca in apicoltura e bachicoltura (Cra-Api); questo progetto nasce con l’obiettivo di scoprire le cause della moria delle api e indagare come l’uso o meno di pesticidi ne influenzi la sopravvivenza.

    Il risultato della ricerca ha reso evidente “la presenza di effetti sinergici e di interazioni tra le diverse sollecitazioni cui l’alveare è sottoposto, il legame tra la presenza di pesticidi e alcuni fenomeni patologici, e tra la qualità dell’alimentazione proteica e il livello di resistenza ad alcuni fenomeni ambientali e ai patogeni. I dati raccolti hanno inoltre evidenziato che diversi agenti di stress, interferendo con il sistema immunitario dell’ape, possono, indirettamente, facilitare esplosioni virali che rischiano, rapidamente, di condurre a morte le colonie”.

    Inoltre, nonostante la sospensione dell’uso di pesticidi, gli agricoltori non hanno riportato alcun tipo di problematica relativa ad esempio alla diminuzione dei rendimenti piuttosto che problematiche relative alla gestione dei parassiti.

    Il Consorzio Nazionale Apicoltori ha lanciato la campagna BeeActive! con la quale promuovere iniziative territoriali volte a informare e sensibilizzare rispetto al tema della scomparsa delle api.

    Come salvare le api?

    Il 40% delle api risulta altamente minacciato in tutto il mondo, cosa si può fare per mettere fine a questo drammatico evento?

    Sicuramente è necessario che i governi di tutto il mondo definiscano delle norme rispetto all’uso dei pesticidi in agricoltura e anche rispetto all’uso del suolo, in maniera tale da evitare un’intossicazione dei terreni e un loro uso estremo con conseguenze negative sugli habitat naturali.

    Nel primo caso, si potrebbe cominciare dal vietare molte sostanze particolarmente dannose che al giorno d’oggi in Europa sono ancora autorizzate (per fare un esempio: imidacloprid, thiamethoxam, clothianidin, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina).

    Nel secondo caso, incentivando pratiche quali l’agricoltura sostenibile, come ad esempio l’agricoltura biologica e la rotazione delle colture.

    Importante è anche la conservazione e la tutela degli habitat naturali e semi-naturali.

    Inoltre sarebbe fondamentale incrementare i finanziamenti per la ricerca in ambito agricolo, affinché possano essere trovate sempre maggiori soluzioni sostenibili per la difesa delle api e per evitarne la scomparsa.

    In secondo luogo, sarebbe fondamentale agire singolarmente per aiutare questi insetti perché ognuno di noi può fare qualcosa nel suo piccolo:

    • evitare di utilizzare pesticidi nel proprio giardino o terrazzo
    • piantare fiori “amici” per le api: girasole, lavanda, rosmarino, timo, cumino, coriandolo, calendula, erba medica, aneto, pastinaca, malva, tagete, trifoglio alessandrino

    Per riflettere

    Il Parlamento Europeo ha affermato che “le api ci danno un servizio inestimabile, di valore ambientale e di valore strategico per la società, sono parte di un modello di produzione sostenibile nel contesto rurale, un pregevole esempio di occupazione verde per la conservazione della biodiversità e dell’equilibrio ecologico. La produzione agricola necessita in modo vitale dell’impollinazione”.

    Come è stato dimostrato le api sono fondamentali per gli equilibri del nostro ecosistema, sono responsabili dell’impollinazione della maggior parte delle specie vegetali esistenti e senza di loro saremmo in grandi difficoltà, quindi è nostro dovere proteggerle e tutelarle.

    Quando le api scompariranno, all’uomo resteranno solo quattro anni di vita (Albert Einstein)

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