Home Scienza e Tecnologia Karaoke, cantare combatte l’ansia e riduce l’invecchiamento cognitivo

Karaoke, cantare combatte l’ansia e riduce l’invecchiamento cognitivo

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Uno studio effettuato su pazienti psichiatrici ha dimostrato che la pratica del Karaoke abbassa il livello di ansia e migliora la partecipazione. Gli ottimi risultati ottenuti hanno così appurato la grande utilità della pratica per coloro che soffrono di disturbi mentali, e più in generale, per combattere gli stati di ansia.

C’è, nella musica,  qualcosa di ineffabile e di intimo. (…) Essa mostra tutti i movimenti del nostro essere, anche il più nascosto, liberandolo dalla realtà e dai suoi tormenti (Arthur Schopenhauer)

La musica, vecchia come il mondo, è un bene per le nostre emozioni e spinge il nostro cervello a secernere dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. Si tratta di una sostanza rilasciata durante le esperienze positive che svolge un ruolo importante nel comportamento, nella cognizione,  nel movimento volontario, nella motivazione, sonno, umore, attenzione, memoria di lavoro e di apprendimento.

È stato ampiamente dimostrato che la musica stimola lo sviluppo cognitivo dei bambini e aiuta le persone con lesioni cerebrali e disturbi dello sviluppo neurologico a recuperare alcune funzioni. Rinforza la lotta contro l’invecchiamento cognitivo e contro l’ipertensione e rende i medici più efficienti durante le operazioni.

Più musica, meno farmaci

Uno studio condotto in America da Kelly Southard del Behavioral Health Hospital ha preso in considerazione proprio il Karaoke, o meglio quella sensazione di benessere che scaturisce dal cantare su una base sonora, come punto di partenza per la ricerca.
Il karaoke, molto più in voga in Giappone che non nei paesi occidentali, sembra avere delle grandi virtù, come dimostra appunto il lavoro presentato dal team di Kelly Southard in occasione di una riunione del Nurses American Psychiatric Association (APNA) .

Lo studio è stato condotto su sessantuno pazienti di un’età media di trentasei anni, depressi, bipolari ed alcolisti. Prima e dopo aver partecipato ad una sessione di karaoke, sono stati misurati i loro livelli di ansia, la qualità del sonno, la loro partecipazione a gruppi di sostegno e la quantità di quei farmaci richiesti dai pazienti al bisogno.

Il “trattamento karaoke”, facile e a basso costo

La pratica del karaoke, dicono gli autori, non ha influenzato la qualità del sonno dei pazienti, ma ha ridotto in modo significativo il livello di ansia: oltre il 24% si è mostrato maggiormente coinvolto nei gruppi di sostegno e circa un terzo ha richiesto meno farmaci.
Tutto questo “può influenzare positivamente il loro trattamento” e la pratica continuativa “può contribuire a ridurre la durata del loro soggiorno” concludono i ricercatori.

Tuttavia ci sono ancora alcune questioni da mettere a punto: i risultati di questo studio, concordano gli autori,richiedono ulteriori conferme poiché non è stato ancora costituito un gruppo di controllo che consentirebbe un confronto dei risultati sui pazienti che non hanno ricevuto il “trattamento karaoke”. Inoltre, l’effetto placebo, che può essere molto potente nelle patologie psichiatriche, non è stato preso in considerazione.

La facilità di implementazione della ricerca e la sua estrema economicità potranno facilitare il coinvolgimento in vari ambiti: “Abbiamo istituito una nostra unità per i bambini e gli adolescenti. I pazienti sono tutti desiderosi di partecipare” ha affermato Kelly Southard.

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