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A Monteflavio un murale sulla brutalità dello stupro

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murale Strange Days Festival 2019

A Monteflavio, situato nel Parco dei Monti Lucretili, in un contesto naturale e paesaggistico eccellente, entrando nella deliziosa cornice del parco comunale, all’improvviso, sul muro perimetrale, ci si trova dinanzi ad un’opera pittorica di grande impatto emotivo, che rapisce e cattura la nostra attenzione, “Amore Sacro e Amor Profano”, murale eseguito magistralmente dalle artiste Violetta Carpino e Giusy Guerriero.

A Monteflavio Strange Days Festival 2019

La Street Art è arrivata nel paese per lo Strange Days Festival 2019 con un’opera che si sviluppa lungo 22 metri di larghezza e 4 di altezza. Il dipinto, pur essendo ispirato al Ratto delle Sabine, ha suscitato opinioni contrastanti, tra chi ha accusato le artiste di aver profanato il luogo sacro del cimitero e chi invece ha visto l’Arte per quello che realmente é: bellezza e poesia. Ogni opinione ha contribuito positivamente poiché ha creato dibattito e confronto, rottura e novitá in un paese di 1289 abitanti. 

Murale “Amore Sacro e Amor Profano”

Le artiste hanno dialogato su un’unica superficie con due stili differenti: la prima ha dipinto a pennello la figura all’estrema sinistra (volto, braccia e mani) e la coppia a destra, la seconda ha realizzato a spray la schiena della donna a sinistra, le due figure centrali e il cerchio dorato. Il dipinto è stato realizzato in collaborazione con il fotografo Domenico Luciano.

Violetta Carpino e Giusy Guerriero: un murale sulla brutalità dello stupro

Quest’opera rappresenta con estrema incisività la brutalità dello stupro da parte del maschio rapace, lo sconcerto ed il terrore delle protagoniste femminili, che in un continuum dinamico sembrano dileguarsi dall’incubo della violenza subita. È come una danza rituale, di impronta arcaica, che al tempo stesso segna il confine tra l’amore sacro – rappresentato dal cerchio dorato, punto focale verso cui tendono tutti i soggetti del dipinto, che simbolicamente e alchemicamente rappresenta lo spirito, quasi una porta, l’unica via per la salvezza – e l’amore profano, anzi di profanazione, manifestato nella composizione all’estremo opposto. Quasi un ossimoro questo episodio, che contiene in se l’origine (mitica, certamente) della creazione di un popolo, quello romano, nel quale in tutta la sua storia antica, convivono a fianco delle guerre e delle violenze, la civiltà e il diritto. L’esecuzione è impeccabile nella scelta dei colori, nella plasticità delle forme che creano un organismo unico, malgrado le evidenti differenze di stile delle due artiste. E’ un’opera che richiama alla mente capolavori scultorei come “Il Ratto delle Sabine” del Giambologna o “L’Apollo e Dafne” del Bernini e, secondo la mia personale opinione, la fluidità espressiva di un Delacroix…

Dettaglio murale “Amore Sacro e Amor Profano”

Temporaneo ed effimero  questo muro che circonda il Campo Santo, come é la vita: un passaggio, un viaggio che vale la pena di esser vissuto solo se attraversato con uno spirito libero. L’opera, destinata a non durare a lungo per le precarie condizioni del muro, ha un chiaro rimando al cambiamento: passati  tempi del Ratto delle Sabine, le donne ancora oggi sono alla ricerca di un equilibrio a causa del patriarcato che pesa sulle loro vite. Braccia possenti di un uomo, sguardo profondo e disumano, esprime il desiderio, ma anche la voglia di possesso; evasione e fuga invece negli occhi delle donne che, in ultimo, tendono ad un’idea di perfezione e libertá.  Questo muro esprime il presente della nostra Umanitá che da un lato raccoglie e protegge i nostri progenitori, dall’altro accoglie e abbraccia le nuove generazioni, auspicando a queste ultime un mondo privo di cattiveria e dominio poiché ancora oggi le Donne sono vittime di aggressioni, stupri, pregiudizi, violenze psicologiche e fisiche.

Violetta Carpino – Foto di Paolo Genovesi

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