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Brucia anche la Spagna: fiamme alte 50 metri a Gran Canaria

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Gran Canaria incendio

Mentre la Siberia continua a bruciare, un incendio poderoso ha colpito la zona del Parco naturale di Tamadaba, nell’Isola di Gran Canaria. Le fiamme, alte oltre 50 metri, sono state definite indomabili, nonostante il dispiegamento di uomini e mezzi.

Incendio a Gran Canaria: 6000 ettari di bosco in fiamme

Temperature al di sopra della media e sottobosco secco per la mancanza di piogge favoriscono i roghi, aumentandone la pericolosità, sia nei rari casi di combustione spontanea che in presenza di dolo – speculazione edilizia o industriale – o colpa, perché basta una distrazione per trasformare in tragedia ecologica un semplice picnic. Le fiamme hanno già incenerito oltre 6.000 ettari di vegetazione e 9.000 sono le persone al momento evacuate. Tutto quello che si può fare, al momento, è contenere i fronti est e ovest del rogo, perché il rischio concreto è altrimenti che le fiamme possano attaccare molti villaggi. Ángel Víctor Torres, presidente del governo delle Canarie, ha ammesso di essere «di fronte a un incendio vorace, che continua a non essere né contenuto né controllato. La nostra priorità è la sicurezza delle persone. È importante contenere la coda e i fianchi destro e sinistro del rogo, dove ci sono aree abitate».

Dispiegamento di uomini e mezzi, ma l’incendio resta indomabile

A tal fine, la Spagna ha schierato 700 effettivi a terra e il cielo delle Canarie è solcato da 11 elicotteri, un aereo forestale e quattro canadair. Ben venti strade sono state chiuse al traffico privato, sia per il pericolo direttamente collegato all’incendio che per evitare ogni genere di intralcio al lavoro di vigili del fuoco e volontari. Federico Grillo, capo delle operazioni di emergenza, è pessimista. I venti, spiega, continuano ad alimentare l’incendio nella zona di Tamadaba. La direzione in cui soffiano rende possibile un avanzamento del fronte di fiamme verso a sud e sud ovest, dove ci sono diversi centri abitati che si cerca di preservare. Il rischio che si verifichi uno scenario del genere è proiettato sulle prossime 36-48 ore. Il Parco naturale di Tamadaba, tra le montagne e la fascia costiera, è stato dichiarato Riserva della Biosfera dall’Unesco. Le fitte pinete e le scogliere impervie hanno reso possibile il preservarsi di un grado di biodiversità particolarmente elevato, ora messo in crisi dalle fiamme. I danni ecologici sono ovviamente incalcolabili. Quelli umani, non ancora calcolabili invece, perché il parco accoglie diverse “zone di interfaccia”, punti di passaggio in cui vegetazione e abitazioni si compenetrano.

Incendio a Gran Canaria, roghi in tutta Europa

Secondo un recente studio di Greenpeace, il 95% degli incendi che accadono in Spagna ha origine nel fattore umano, quindi nel dolo o nella colpa di inaccorti o di criminali. La prevenzione è fondamentale, tuttavia degli studi mostrano come questa, nel passare degli anni, abbia perso efficacia. Colpa dei periodi di siccità più intensi e prolungati, delle alte temperature, delle piogge imprevedibili e violente che, quando arrivano, invece di imbibere il terreno ne lavano via lo strato fertile, alterando e indebolendo la vegetazione in generale e il sottobosco, che trattiene meno umidità al suolo ed è quindi più vulnerabile al fuoco. Qui subentrano i modelli di calcolo prodotti dall’università di Barcellona, in uno studio pubblicato su Scientific Report. Attraverso le proiezioni, evidenzia come prevenzione e coordinamento saranno sempre più vitali nella gestione degli incendi, ma prima che questi sforzi aumentati e da aumentare ripaghino, si affronterà un lungo periodo in cui, con il crescere delle temperature estive, il rischio rogo continuerà a salire. Non si tratta del primo incendio massivo subito dalla Spagna nel 2019, e si colloca sulla scia dei feroci roghi che stanno colpendo il continente Europeo, accanendosi in particolar modo, negli ultimi anni, nel suo sud. Pochi giorni fa, in Grecia, un forte incendio ha aggredito l’isola di Evia, riportando alla memoria il drammatico rogo del 2018, per il quale si mobilitò la comunità internazionale.

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