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Luca Pancalli: “Le Paralimpiadi un risultato straordinario”

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Luca Pancalli paralimpiadi

Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, ci racconta la situazione dello sport per disabili in Italia all’indomani dei Giochi di Rio de Janeiro e a fronte della delusione per la mancata candidatura di Roma.

Le paralimpiadi si sono appena concluse con 39 medaglie totali di cui 10 d’oro per l’Italia. Come giudica la prestazione dei nostri atleti paralimpici a Rio?

È stato senza dubbio un risultato straordinario. Raccogliamo oggi un lavoro di semina iniziato quindici anni fa che ha portato il Comitato italiano paralimpico a compiere un vero e proprio miracolo nel Paese non soltanto sotto il profilo tecnico e sportivo. Le Paralimpiadi di Rio sono la testimonianza della bontà delle scelte fatte in passato. L’aver realizzato e garantito l’integrazione con le federazioni olimpiche ha aiutato a crescere l’intero movimento. Ma tale risultato è ancor più straordinario perché accompagnato da un’onda di sostegno e consenso da parte dell’opinione pubblica senza precedenti, grazie anche alla Rai e a tutti i media che hanno seguito le imprese dei nostri atleti. Per questo abbiamo oggi tutti gli ingredienti per immaginare un futuro sempre più grande del movimento paralimpico italiano.

Nonostante qualche miglioramento ci sia stato, l’Italia resta un Paese in netto ritardo rispetto al resto d’Europa per quanto riguarda la mobilità e le infrastrutture per disabili. Quali sono le iniziative promosse dal CIP per avvicinare le persone disabili allo sport?

I risultati tecnico-agonistici di Rio sono la punta di un iceberg. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a diffondere le attività motorie e sportive tra le persone disabili di questo Paese in maniera sempre più efficace e pervasiva. Il CIP è già da tempo impegnato nel mettere in campo una serie di iniziative direttamente nei luoghi che diventano un punto di riferimento nella vita di una persona disabile. Noi vorremmo rendere, risorse permettendo, la nostra azione sempre più efficiente e costante in luoghi come i centri di riabilitazione e protesizzazione o le unità spinali unipolari grazie alla presenza dei nostri tecnici e con l’aiuto degli ambasciatori dello sport paralimpico, che io a breve nominerò nella giunta nazionale del Cip, sfruttando così sul territorio e nel migliore dei modi l’onda lunga dei risultati di Rio. A questo però si deve accompagnare una politica di maggiore attenzione da parte degli enti locali sull’accessibilità delle infrastrutture sportive poiché è inutile promuovere lo sport se poi la persona disabile che ha preso coscienza e si è innamorata della possibilità di fare sport non trova infrastrutture sportive accessibili né tantomeno personale qualificato.

In questo lo Stato come può intervenire?

Bisogna riuscire ad individuare sistemi agevolativi rivolti ai disabili perché si possano avvicinare agli strumenti che servono per praticare sport. Spesso una persona disabile ha bisogno per esempio di carrozzine o protesi particolari che non sono però erogabili dal servizio sanitario nazionale. Questo è uno dei limiti sui quali dobbiamo lavorare per tentare di rendere le attrezzature accessibili a tutti.

Dopo il “no” del Campidoglio a Roma 2024, venerdì scorso è stata comunque consegnata la seconda parte del dossier sui Giochi alla sede del Cio di Losanna. Secondo lei ci sono ancora speranze perché Roma possa ospitare le Olimpiadi?

La consegna della seconda parte del dossier al Cio mi sembra un atto dovuto per rispetto verso tutti coloro che hanno lavorato intensamente a questa candidatura. Detto ciò tale candidatura non può realizzarsi senza il sostegno di uno degli interlocutori assolutamente necessari che è la città che dovrebbe ospitare le Olimpiadi e le Paralimpiadi.

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