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Trento e Bolzano, tra ambiente e cultura

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Il Trentino Alto-Adige

Anche l’appuntamento italiano della Coppa del Mondo di Biathlon in quel di Antholz/Anterselva (denominazione tedesca e italiana) può diventare un’ottima occasione per affrontare un argomento differente dal solito. Nello specifico, scrivere di questa regione, spesso sconosciuta a molti italiani, che si chiama TrentinoAlto Adige per gli italofoni e Sud Tirolo per i madrelingua tedeschi. E allora da giornalista editoriale e da recensore di libri, il vostro redattore si trasforma, per una volta, in un semplice inviato sul campo alla scoperta delle provincie di Trento e Bolzano.

Il bilinguismo di una terra di confine

Parlando della provincia di Bolzano, l’aspetto culturale più evidente è senza dubbio il bilinguismo ossia la capacità degli abitanti di questi luoghi di esprimersi correttamente in italiano e in tedesco.

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Un cartello bilingue in italiano e tedesco in Alto Adige

E che questa terra sia una zona di confine tra aree culturali linguistiche differenti ce lo ricordano tutti i cartelli stradali, ogni stazione ferroviaria e qualsiasi indicazione pedonale. È sufficiente prendere un treno regionale per vivere l’esperienza della pronuncia in italiano (con una voce femminile) e in tedesco (con tono maschile). E così nell’Alta Val Pusteria ci si imbatte in San Candido/Innichen, nella bassa atesina in Salorno/Salurn (località considerata il confine storico tra l’area culturale italiana e quella tedesca) e verso la frontiera aperta italo-austriaca del Brennero in Vipiteno/Sterzing.

I “due mondi” nel libro di Alessandro Banda

Nel suo Due mondi, e io vengo dall’altro, pubblicato nel 2012 da Laterza, il bolzanino Alessandro Banda scrive a proposito dell’integrazione tra le due comunità (non dimenticando assolutamente i ladini presenti in Val Badia e in Val Gardena) che non è corretto parlare di convivenza bensì di coesistenza in quanto “italiani e tedeschi non convivono, ma coesistono o coabitano come si può coabitare in un condominio: tutti sotto lo stesso tetto, ma ognuno nel suo appartamento. E i rapporti nei condominii si sa come sono: se va bene ci si saluta nel giroscala, si scambia qualche chiacchiera sul tempo; se va male sono dispettucci continui, quando non guerricciole di logoramento”.

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La copertina di “Due mondi e io vengo dall’altro” di Alessandro Banda

E per la cronaca, anche il vostro inviato ha notato questo comportamento specie dei ragazzi e delle ragazze nella ricca Bolzano. Ogni gruppetto va per conto proprio e parla la propria lingua, se ci si incontra a scuola o in palestra ci si rapporta cordialmente nell’una o nell’altra lingua ma, alla fine, ognuno sta con il proprio gruppo d’appartenenza. Così si coesiste in maniera civile tra italiani e tedeschi. D’altro canto, lo stesso Banda tiene a sottolineare che tra “noi e loro, loro e noi” un equilibrio è stato comunque raggiunto. Ma non dev’esser stato agevole arrivare a questo punto in quanto la storia di questa terra è costellata di dolore e sofferenza. Un breve cenno storico è allora doveroso.

Un po’ di storia del Trentino-Alto Adige

Conosciuto come Suedtirol dal 1363, l’Alto Adige entra come dizione di questo luogo solo nel 1810 con un decreto napoleonico che istituiva il dipartimento dell’Haut-Adige. Proprio in quegli anni, in uno dei tanti moti insurrezionali emerge la figura di Andreas Hofer considerato dai madrelingua tedeschi un eroe nazionale. Ma è con la fine della prima guerra mondiale che iniziano profondi contrasti. Assegnato nel 1919 all’Italia come bottino di guerra, l’Alto Adige/Sud Tirolo assisteva allora alla rottura della sua unità politica con il Nord Tirolo e iniziava il periodo dell’italianizzazione forzata ad opera del regime di Mussolini.

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Il Monumento alla Vittoria a Bolzano

Emblema architettonico del periodo fascista è il Monumento alla Vittoria a Bolzano del 1928 (in foto) su progetto di Marcello Piacentini. Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale e con l’accordo De Gasperi-Gruber del 1946, i contrasti tra mondo germanico e parte italiana non si spensero definitivamente ma si riacutizzarono negli anni sessanta con tutta una serie di attentati a tralicci, caserme e luoghi di ritrovo (e proprio su come gli eventi possano avere valenze diverse, sempre Alessandro Banda ci ricorda come, da parte italiana, i responsabili di questi attentati venissero definiti come terroristi mentre, da parte tedesca, come combattenti per la libertà). Nel 1972 l’Alto Adige/Sud Tirolo ottenne una larghissima autonomia provinciale (il famoso “Pacchetto”) e nel 1992 si arrivò alla conclusione della vicenda con il rilascio, da parte dell’Austria all’Italia, della “Quietanza liberatoria”.

Da allora non sono certamente mancati contrasti e discussioni ma, come ci ha detto il nostro Alessandro Banda, si è arrivati a una coesistenza tra i due gruppi in un quadro che sta cambiando continuamente: “Non è più possibile ragionare secondo l’immancabile serie ternaria tedeschi-italiani-ladini. Le lingue si son moltiplicate […] A me è bastato guardare il quadro campanelli del condominio di mia madre […] non ho potuto fare a meno di notare che, su una cinquantina di cognomi, una diecina non era né tedesca né italiana né ladina. Il mondo in casa: è davvero il caso di dirlo. Anche un quadro campanelli, in un condominio di Merano, può annunciare cambiamenti epocali”. Una terra che ha vissuto vicende umane e politiche così travagliate non poteva non portare sul suo “corpo”, ossia sulla struttura urbanistica delle proprie città, i segni del passaggio delle diverse epoche storiche.

Le caratteristiche Vie dei Portici di Trento e Bolzano

Il vostro inviato è stato colpito da quelli che gli piace definire (e consentitegli di essere un po’ retrò) i “quadretti d’epoca” ossia le caratteristiche Vie dei Portici presenti sia a Trento che a Bolzano.

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I caratteristici Portici a Trento

Si possono trovare negozi d’alimentari con prodotti tipici del luogo, piccole botteghe caratteristiche e farmacie tipicamente ottocentesche nell’arredo. Posti che contengono in sé un potere talmente suggestivo da riportare indietro nel tempo, a due secoli fa quando la vita scorreva decisamente più lenta e gli Asburgo dominavano su queste terre.  E a proposito dell’ex casa regnante (e sempre a voler tracciare un piccolo “quadretto d’epoca”), si sente ancora forte il suo influsso culturale sia nelle caratteristiche casette in legno (tipicamente tirolesi) presenti in Alto Adige/Sud Tirolo ma, in maniera ancora più possente, quando si arriva a Fortezza/Franzensfeste, sito dell’imponente Forte difensivo inaugurato nel 1838 da Francesco I d’Austria (dal cui nome prende origine la città). E allora si che l’antica dominazione asburgica riappare agli italici occhi del vostro inviato in tutta la sua grandezza. Allo stesso tempo c’è da sottolineare anche la profonda influenza della cultura architettonica italiana presente in Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo.

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Via dei Portici a Bolzano

È il caso di Via Rodolfo Belenzani a Trento. Considerata tra le più affascinanti vie del centro storico della città, questa bellissima strada ospita degli eleganti palazzi rinascimentali (alcuni anche con magnifici affreschi) di tipica impronta veneta. Su tutti Palazzo Geremia, la casa Alberti Colico e Palazzo Thun, oggi sede del Comune di Trento.

Piazza Duomo, il cuore artistico di Trento

Al fondo della strada sorge la chiesa di S. Francesco Saverio, tra le massime espressioni del barocco religioso della città mentre, dalla parte opposta, si apre la stupenda Piazza Duomo. Unanimente definita come una delle più belle e scenografiche piazze urbane del mondo, Piazza Duomo è il cuore artistico di Trento e rappresentò, in passato, il centro della vita civica e religiosa della città. Passeggiare per alcuni minuti in questi luoghi toglie letteralmente il respiro come se gli edifici e le strade parlassero di un passato sempre vivo e attuale. Ma è la vista del fiume Adige a suscitare al vostro inviato le sensazioni emotivamente più forti.

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Piazza Duomo a Trento

E non si tratta solamente del suo incedere lento e maestoso al tempo stesso ma di tutto ciò che evoca in chi ha studiato da vicino le vicende belliche del primo conflitto mondiale. E basta imboccare la strada che costeggia il fiume e alzare lo sguardo al cielo per ammirare il suggestivo Mausoleo di Cesare Battisti. Costruito e inaugurato a Trento nel 1935, l’imponente struttura domina letteralmente il panorama sopra Trento e contiene la cripta dove riposano le spoglie del martire trentino con un busto di marmo bianco opera di Eraldo Fozzer. Se ritorniamo un po’ più a nord, al contrario, e passiamo dalla stazione ferroviaria di Bressanone/Brixen per arrivare a Fortezza/Franzensfeste, questo tragitto fa ricordare al vostro inviato che il Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo è anche terra di ottimi vini sia bianchi che rossi. Proprio affacciandosi dall’Hotel Jarolim di Bressanone/Brixen (altro luogo dove la sofferta storia di questi posti si respira a pieni polmoni), è possibile ammirare il monastero dei Canonici Agostiniani di Novacella/Neustift.

Trentino-Alto Adige, una terra di vini pregiati

E che proprio i frati di questa incantevole abbazia sono i produttori di vini pregiati come il Kerner, il Sylvaner, il Gewurztraminer, Il Magdalener, Lagrein e il Muller Thurgau. E non sono i soli perché, sempre da queste parti, sono attivi produttori raffinati come la cantina di San Michele Appiano, quella di Colterenzio e quella di Valle Isarco per fare riferimento ad alcune importanti realtà vinicole dell’Alto Adige/Sud Tirolo. Se invece volgiamo lo sguardo verso le zone attorno a Trento, troviamo produttori notissimi come Cavit o Endrizzi solo per citarne alcuni. Nella zona di Trento troviamo vini pregiatissimi come il Teroldego Rotaliano DOC, il Maso Toresella Cuvée e l’Altemasi Brut Millesimato. D’altro canto l’ambiente di questa regione è particolarmente indicato in quanto qui s’incrociano il clima alpino e mediterraneo dando luogo a una varietà di sapori particolarmente pregiati e dove l’abilità dell’artigiano del vino si integra con la tecnologia produttiva più innovativa.

Specie i vini bianchi altoatesini, freschi e gustosi al palato, sono fra i migliori del panorama vinicolo italiano. Il vostro inviato non ha potuto fare a meno di notare che, specie a Trento, la cultura e il turismo sono risorse sfruttate davvero al meglio. Quasi ad assistere a un fecondo marketing del territorio (non dimentichiamo le agevolazioni sul trasporto locale come i biglietti integrati, gli sconti sui viaggi e le varie promozioni) in quanto il clima e la natura consentono di ben diversificare le attività, privilegiando lo sci alpino, lo sci di fondo e il biathlon d’inverno e il trekking e la mountain bike d’estate. E proprio tra le ultime zone toccate dalla sua breve avventura in Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo, il vostro inviato ha lambito la Valsugana, valle che si estende a est del capoluogo Trento. E qui un piccolo “outing” personale è doveroso in quanto la motivazione principale è stata quella di rendere omaggio a uno dei padri della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi che nacque nel 1881 a Pieve Tesino, circa cinquanta chilometri a est di Trento.

Trentino in bicicletta

Questa meravigliosa valle è il posto ideale per effettuare, durante la stagione estiva, delle belle escursioni in mountain bike. Esiste, infatti, la ciclopista della Valsugana o del Brenta, un percorso di circa settanta chilometri che attraversa tutta la valle seguendo l’omonimo fiume.

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Percorso ciclistico in Valsugana (Trento)

Partendo da Levico Terme e Caldonazzo, si può godere (ma il vostro inviato l’ha potuto solo immaginare pensando alla stagione estiva) l’intero perscorso arrivando a Cismon del Grappa proseguendo fino a Bassano del Grappa. E neanche a dirlo, tutte le strutture turistiche del territorio mettono a disposizione i loro servizi: bike hotel, bici grill lungo le ciclabili, punti sosta e di eventuale riparazione dei mezzi, attrezzatture e trasporti speciali in treno. Come dire, il paradiso del ciclista.Dopo sei giorni di autentico raid turistico e sportivo, il vostro inviato torna alla base romana per mettere su carta (elettronica, s’intende!) le sue impressioni su come l’ambiente e la natura siano davvero le leve promozionali migliori di questa parte d’Italia. E su come la cultura e il territorio costituiscano davvero un volano economico virtuoso per questa stupenda regione.

Foto in copertina tratta dal sito www.neveclub.it

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