Home Natura Terzo stupidario verde: leggende metropolitane, balle e anche peggio

    Terzo stupidario verde: leggende metropolitane, balle e anche peggio

    1237
    0
    muro con muschio verde

    Al centro commerciale dove raccolgo la maggior parte di queste leggende, si sono accorti del mio interessamento alle “notizie” che alcune clienti amano elargire sulle piante e sul mondo verde. Fino ad ora bastava che mi appostassi vicino ad una cassa ad ascoltare i commenti, poi ho iniziato a comprare una o due piantine (da un euro) e sempre alla cassa chiedevo se qualcuno sapeva darmi dei suggerimenti. Dopo una settimana ho spiegato a una delle cassiere che il mio era un interesse professionale, specialmente ai consigli strambi. Le ho ricordato alcuni dei commenti ascoltati e le ho fatto leggere uno dei miei articoletti. Un’altra delle ragioni per cui ho rivelato alla cassiera il mio vero scopo è quella di non passare per il pensionato attempato, un poco strano, che usa le casse del supermercato per rimorchiare. Così ora ho la complicità di una cassiera che quando mi vede in fila provoca le sue conoscenti a spararle grosse. Questo è utile ma contemporaneamente non sono più sicuro della spontaneità delle affermazioni che riesco a raccogliere; il problema è che non sempre riesco a tacere, e ho iniziato a far domande per scoprirne di più sull’origine delle credenze. Non vorrei che la mia personale “fiera delle castronerie” si esaurisse, ma questo sicuramente avverrà, rinnovo quindi la richiesta ai miei lettori e aspetto al mio indirizzo luciano@einaudiroma.it  le loro segnalazioni. Se avete ascoltato qualche strana storia, vi prego di girarmela, magari potrebbe anche essere una notizia vera!

    CEREUS pianta grassa
    Cereus cactus colonnare che in natura raggiunge diversi metri di altezza, da adulto i suoi grandi fiori bianchi sono impollinati dai pipistrelli

    Il Cereus assorbe le onde elettromagnetiche emesse dallo schermo del computer

    Questa affermazione è sicuramente falsa: è comprensibile che in particolari condizioni di umidità, e di fronte a un vecchio monitor (di quelli con il tubo catodico)  magari appoggiato su una lastra bagnata possa essersi manifestata qualche scarica elettrostatica. Credo ci sia un’osservazione del genere alla base di questa diceria. Per fortuna ora ci sono nuovi monitor a led che impiegano pochissima energia e che sicuramente non hanno forti dispersioni elettrostatiche. L’elettromagnetismo non c’entra nulla e per giunta le onde elettromagnetiche non vengono attratte dal liquido contenuto nel tessuto dei Cereus. Se volete potete fare una prova voi stessi con una potente calamita, se la accostate ad un pezzo di metallo ferroso (buon conduttore elettromagnetico) anche questo metallo acquisterà un poco di magnetismo e lo manifesterà ad esempio raccogliendo degli spilli. Se invece immergete un magnete in un liquido simile a quello dell’apparato linfatico dei cactus, non succederà nulla, l’acqua e sale sono ottimi conduttori di elettricità, ma non sono conduttori per i campi magnetici. Oltretutto per avere una minima possibilità di funzionare come schermo per le onde elettromagnetiche (cosa già dimostrata impossibile) la pianta dovrebbe essere messa tra l’osservatore e il monitor, come una griglia di fatto impedendo la visione dello schermo.

    Le orchidee fioriscono di più se sono coltivate in ambiente molto luminoso

    CATTLEIA
    Cattleya queste due piante hanno fiorito in casa di fronte ad una finestra sempre chiusa, in realtà avevo realizzato una specie di mini serra nella rientranza del muro sotto la finestra. Nella serra illuminata da due lampade a luce speciale e riscaldata durante la giornata dall’evaporazione dell’acqua di due bacinelle termostatate, durante la notte due aspiratori creavano il raffreddamento necessario. Nel linguaggio dei fiori la Cattleya vuol dire: “tu sei unica”. Sono fiori molto belli e delicati, ricordo che il racemo floreale della specie è quasi sempre monofiore, ed è questo che ha determinato il significato nel linguaggio dei fiori. Per estensione oggi alcuni considerano anche i fiori di altre orchidee (con racemi composti da molti fiori) ugualmente usabili per dire: “Tu sei unica”, non credo sia elegante

    Anche questa è una notizia falsa, permettetemi però di spiegarne il motivo. In natura tutto funziona in modo da non sciupare o disperdere inutilmente le energie. La riproduzione delle piante è uno dei momenti “faticosi” per le piante, per questo quando è possibile evitano la riproduzione sessuata. È ormai noto a tutti che i fiori sono l’apparato sessuale delle piante. Detto così non suona molto bene, ma è la realtà, e sono millenni che eviriamo le povere piante per regalare i loro apparati riproduttivi ai nostri amici più cari. Addirittura abbiamo creato un linguaggio simbolico che attraverso i fiori racconti i nostri sentimenti e quello che pensiamo. Alla pianta dal punto di vista vegetale, Le fioriture, l’impollinazione, i frutti e poi i semi sono la “missione” necessaria per sopravvivere, per introdurre possibili variazioni che le permettano di far sopravvivere la specie. I coltivatori sanno bene che le fioriture sono quasi sempre il risultato di uno stress.  Per le piante grasse la fioritura è sollecitata dal periodo di siccità, in pratica dipende da uno stress idrico. In mancanza di un periodo siccitoso alcune specie non fioriscono proprio. Per le orchidee la situazione è diversa, e non dipende dalla luminosità dell’ambiente. La spiga floreale delle orchidee più presenti nel mercato florovivaistico, viene preparata dalle piante almeno  sei mesi di anticipo sulla reale fioritura. Nel caso dei Cymbidium (circa cinquanta specie) provenienti per lo più dal continente asiatico, in particolare dalle zone montane, lo stress termico deve partire in agosto: alcuni coltivatori usano raffreddare le piante in serra abbassando le temperatura notturna di almeno una quindicina di gradi, di solito questo basta per avere una ricca fioritura a gennaio o febbraio. La stessa tecnica viene usata per le piante del genere Cattleya, originarie dalle foreste pluviali sudamericane, in questo caso la temperatura notturna viene abbassata di pochi gradi, ma per molti giorni. In questo modo i nuovi pseudobulbi produrranno il loro fiore.  Attenzione alle grandi fioriture anomale, a volte sono una specie di “canto del cigno” della pianta, di tentativo estremo per riprodursi rapidamente, prima di morire.

    CATTLEIA orchidea
    Altra Cattleya la specie prende il nome da un povero fioraio londinese (Mister Cattley) che in epoca vittoriana ricevette in regalo tre grosse piante di orchidee brasiliane che fino ad allora nessuno sapeva coltivare. Alla corte della regina Vittoria si faceva grande uso di orchidee ma per averle si doveva armare una nave ed andare in Brasile a depredare la natura, le piante arrivavano in Inghilterra, fiorivano e poi morivano, i fiori erano venduti a prezzi astronomici. A Cattley vennero regalate le piante che stavano per morire, lui le mise in un buio e umido sottoscala a Soho e l’anno successivo le piante fiorirono. Cattley guadagnò un sacco di sterline e continuò così per tre anni, diventò famoso tra i botanici europei che fecero a gare per cercare di capire le ragioni del fenomeno. Il quarto anno Cattley fece costruire, indebitandosi, una grande serra nella periferia londinese e vi trasferì le sue piante che nel frattempo si erano ingrandite e fece ripulire il sottoscala di Soho. Le piante morirono e Cattley economicamente rovinato si suicidò. Grazie al suo sottoscala i botanici riuscirono a scoprire il rapporto tra le orchidee e i funghi indispensabili per il loro sostentamento.
    Articolo precedenteJohnny Dal Basso, sulle orme del “one man band”
    Articolo successivoAprile 2017
    Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

    LASCIA UN COMMENTO

    Lascia un commento!
    Inserisci qui il tuo nome