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    Funghi: imparare a riconoscerli con i carabinieri forestali

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    funghi

    Imparare a cercare funghi è una cosa che ho cercato di fare una decina di anni fa, frequentando un corso organizzato da una associazione micologica e soprattutto accompagnando degli amici esperti che, con la scusa di cercare funghi, facevano delle bellissime passeggiate nei boschi. Non ho mai preso il patentino da raccoglitore, un documento regionale necessario se si vogliono realmente raccoglier funghi. Personalmente, non essendo così ghiotto di funghi, né esperto di arte culinaria, non li ho mai raccolti: a me piaceva e piace ancora fotografarli. Comunque se si vuole andar per funghi ci sono delle regole da rispettare per non incorrere in sanzioni e sequestri. Intanto occorre aver frequentato un corso (di solito di almeno 12 ore) per imparare a riconoscerli e per comprendere l’ecologia del sistema “bosco”.

    Una lezione sui funghi con al centro l’ambiente

    Nonostante le molte lezioni sui funghi che ho seguito, quella del professor Felici è stata una delle più interessanti: è riuscita a collegare le necessarie nozioni indispensabili per un cercatore di funghi con l’amore per la natura e per il bosco. In pratica il relatore è riuscito a far prevalere, sulla sua sapienza da micologo, l’amore di lungo corso per l’ambiente, la sua esperienza di Vice Questore Aggiunto del Corpo Forestale dello Stato. Come al solito cercherò di riassumere in poche righe, per i nostri lettori, le molte informazioni e “suggestioni” che il professore ha donato ai presenti.

    Quelli che raccogliamo non sono i veri funghi, ma il frutto (carpoforo) dei funghi 

    In realtà il vero corpo (tallo) vegetativo del fungo è il micelio, non quello che si vede, ma un fittissimo intreccio composto da tantissime ife che sono sotto terra. Le ife sono microscopici filamenti cilindrici (sembrano una sorta di radici) che al loro interno trasportano il protoplasma. Da qualche anno i botanici hanno dimostrato che i funghi svolgono una funzione importantissima per il bosco e per la crescita delle piante. La relazione tra i funghi e alcuni tipi di piante (ad esempio le orchidee) era nota da molti anni, meno conosciuta è la relazione tra i funghi e le piante del bosco; secondo il nostro relatore le ife, collegate alle radici delle piante, costituiscono di fatto un ampliamento delle radici stesse. I funghi, in cambio degli zuccheri che non riescono a produrre da soli, forniscono alla pianta gli elementi chimici indispensabili. In pratica la pianta, grazie alle ife, può ricevere alle radici le sostanze chimiche e l’umidità anche se si trovano a centinaia di metri di distanza, o scambiare le sostanze nutritive con altre piante del bosco.  Proprio per questo, per non danneggiare l’equilibrio dell’ecosistema, è importante che chi raccoglie funghi non disturbi gli esemplari che non intende asportare, non li rompa, anche se appartengono a specie non commestibili: il rispetto del bosco non è solo da lasciare alle leggi e ai regolamenti, all’aspetto legale vanno sicuramente aggiunti dei comportamenti “etici”. Giovanni Felici ha ben evidenziato questo punto.

    Il bosco: un sistema che va rispettato e trasmesso alle future generazioni 

    Per poter permettere la sopravvivenza del bosco, oltre ai comportamenti “legali” che, se non rispettati, prevedono sanzioni per i trasgressori, come anticipavo ci sono anche “norme etiche” da seguire. Avere il patentino vuol dire conoscere sia le principali caratteristiche dei funghi che il modo di raccoglierli: c’è uno speciale coltello a lama curva che permette di staccare con un taglio netto l’intero carpoforo. Il raccolto va posto in un cesto arieggiato, sia per non far marcire il contenuto che per permettere la dispersione “naturale” delle spore (l’equivalente dei semi) dei funghi. Soprattutto i principianti dovrebbero asportare solo gli esemplari delle specie che sono sicuri di riconoscere, è importante non raccogliere più dei tre chili consentiti, solo nel caso di un unico cespo accestito lo si può asportare interamente indipendentemente dal peso. La raccomandazione per tutti è quella di portare sempre il raccolto in una ASL dove gli Ispettori micologici potranno certificarne la commestibilità, e in alcuni casi dare dei consigli su come cuocerli per abbatterne la tossicità. Se non potete passare in una ASL almeno mostrate il vostro raccolto a persone più esperte di voi. Ricordate che ogni anno c’è qualche famiglia che muore per colpa della inesperienza e della superficialità; qualche volta anche i più esperti hanno difficoltà a distinguere una specie rispetto ad un’altra, perciò il miglior consiglio da seguire è la prudenza.

    La prudenza: una regola da seguire sempre nelle passeggiate nei boschi

    Oltre a mostrarci una serie di bellissime foto e ad evidenziare le differenze tra le specie più comuni, il dottor Felici, da amante dei boschi, ha segnalato anche i pericoli che si nascondono in quei luoghi paradisiaci e con la sua esperienza ha indicato come evitarli con una preparazione responsabile. Vi prego di non sottovalutare questo aspetto e quindi vi presento le sue raccomandazioni, proprio nell’ordine in cui le ha date:

    • Essere consapevoli delle proprie condizioni di salute e dei propri limiti
    • Avere sempre un compagno di escursione
    • Munirsi di un abbigliamento adeguato
    • Avere con sé una bussola o un GPS, e anche una carta topografica
    • Portare un bastone e un cesto rigido areato
    • Munirsi di un coltellino micologico e di un fischietto (per attirare l’attenzione in caso di incidenti)
    • Portare delle provviste, acqua e alimenti energetici

    Con un po’ di buon senso e di previdenza possiamo garantirci che una ritemprante escursione rimanga un’esperienza piacevole e non si trasformi in qualcosa di indesiderato.

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    Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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