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The Ocean Cleanup: ripulire gli oceani dalla plastica

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Il progetto The Ocean Cleanup è stato fondato nel 2013 dal giovanissimo Boyan Slat ed è il più grande sistema di pulizia degli oceani di tutta la storia. Aveva solo 19 anni quando abbandonò gli studi di Ingegneria Aerospaziale per dedicarsi al progetto.

Le correnti marine spingono i rifiuti di plastica in cinque aree nel mondo: le cinque isole di plastica. L’idea è quella di sostituire la pratica, finora utilizzata, di impiegare navi raccogli plastica. Il metodo ideato da Slat, se paragonato al precedente, risulta così rivoluzionario ed efficace oltre che molto meno dispendioso.

Il fondatore: Boyan Slat

Dietro a questa incredibile invenzione c’è un giovanissimo inventore olandese, Boyan Slat. Nato il 24 luglio 1994, fin da giovanissimo comincia a interessarsi ai problemi ambientali e sociali, così parte la sua carriera da imprenditore. L’evento decisivo è stato quando, all’età di sedici anni, Slat si trovava in Grecia e durante un’immersione notò la presenza di grandi quantità di plastica che superavano la quantità di pesci che riusciva a vedere. Da lì cominciò a informarsi sul tema dei rifiuti; “perché semplicemente non ripuliamo il mare dalla plastica” si chiese?

Slat è il vincitore più giovane al mondo del più alto riconoscimento ambientale da parte delle Nazioni Unite, “Champion of the Earth. Ma i riconoscimenti ottenuti sono svariati e solo per citarne alcuni, bisogna ricordare che nel 2015, Foreign Policy lo ha inserito nella lista dei leader intellettuali più autorevoli; mentre il Forbes lo ha incluso nell’edizione del 2016 dei “30 under 30″.

Nel 2017 Reader’s Digest lo ha scelto per insignirlo del premio “European of the Year“.

The Ocean Cleanup

A differenza dei sistemi utilizzati finora, The Ocean Cleanup non va a raccogliere la plastica, ma è la plastica che finisce per accumularvisi. Questo significa che il sistema è completamente indipendente, non consuma energia poichè utilizza quella solare e marina. Opera quindi attraverso un sistema passivo che si basa sull’uso delle correnti marine per riuscire a raccogliere la plastica.

Il progetto è stato finanziato attraverso una campagna di crowdfunding che ha riscosso subito grandissimo successo: due milioni di dollari solo nei primi cento giorni.

Il primo prototipo è stato creato nel 2016 e quest’anno verrà utilizzato per la prima volta il sistema operativo a grandezza naturale. Ciò avverrà nell’Oceano Pacifico, precisamente tra le Hawaii e la California, dove si trova una delle isole di plastica più grandi al mondo. Si prevede che The Ocean Cleanup riuscirà a pulire oltre il 50% dell’isola di plastica in soli cinque anni. Il progetto ha anche l’obiettivo di implementare le tecniche di riciclo e di studiare modi per riuscire a riciclare tutti quei rifiuti plastici che vengono raccolti.

Come funziona?

Il sistema è composto di quattro parti:

  1. il galleggiante: fatto di materiali molto resistenti e riciclabili, lungo uno/due chilometri. Permette il galleggiamento del sistema e consente di raccogliere e concentrare la plastica.
  2. la barriera: fatta di materiale impermeabile, consente di raccogliere i detriti sotto la superficie dell’acqua. Questo consente agli animali marini di passare al di sotto di essa, senza rimanere intrappolati.
  3. l’ancora: sospesa a una profondità di 600 metri, permette di rallentare il sistema allineandolo alla velocità delle correnti più profonde e facendo sì che si muova più lentamente della plastica (più si scende in profondità e più le correnti sono lente).
  4. la raccolta: quando il sistema è pieno i rifiuti vengono caricati e trasportati a terra.

Quindi, il galleggiante  si muove lentamente, spinto dalle correnti oceaniche, e la plastica, che si muove più velocemente, finisce all’interno e viene accumulata. La forma a U del galleggiante fa sì che la plastica vada ad accumularsi verso il centro. Successivamente, quando il galleggiante è pieno, viene svuotato e il procedimento continua.

Una soluzione fondamentale

L’obiettivo di The Ocean Cleanup è estremamente ambizioso e lodevole; si tratta di un progetto innovativo che riuscirà a risolvere il problema dei rifiuti di plastica in mare in tempi molto più brevi rispetto a quelli richiesti dalle metodologie precedenti. Questa è la dimostrazione che, con impegno e dedizione, è possibile trovare una via d’uscita dall’attuale stato di degrado ambientale e procedere in direzione di una mitigazione. Sicuramente il progetto non risolve il problema generale dei rifiuti, ma è una parte importantissima e irrinunciabile della soluzione.

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