Home Sport e Spettacolo David Nolan e i Sex Pistols, tutto in un libro

David Nolan e i Sex Pistols, tutto in un libro

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Sex Pistols
I Sex Pistols sul palco della Lesser Free Trade Hall il 4 giugno 1976

Una band ancora semisconosciuta, con cover e brani propri in repertorio, che suona in un piccolo auditorium di Manchester di fronte a poche decine di capelloni seduti; un gig considerato il terzo concerto più importante di tutti i tempi. Come fu possibile? È la domanda che si pone il libro di David Nolan Il concerto che ha cambiato il mondo (Tsunami edizioni, 2011), traduzione italiana di I swear I was there. The gig that changed the world pubblicato dalla Independent Music Press nel 2006. Il concerto in questione è la performance dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester il 4 giugno del 1976, un’esibizione in cui migliaia di persone hanno giurato di esserci nel corso degli anni mentre, in realtà, il numero dei presenti era attorno alle quaranta persone. Grazie a una sapiente miscela di considerazioni personali e interviste, spesso vivaci e contraddittorie tra loro, agli allora giovani protagonisti del punk nonché a critici musicali e addetti ai lavori, l’autore ricostruisce, in realtà, uno spaccato sociale dell’Inghilterra del tempo e della scena musicale britannica alla metà degli anni ’70.

L’importanza del concerto dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall

Scorrendo le pagine del libro, David Nolan dimostra che la fioritura del punk come movimento nazionale, la creazione di etichette indipendenti, l’arrivo in televisione della musica alternativa e la formazione di molte delle migliori band negli anni successivi ebbero origine quella sera con la musica dei Sex Pistols, in una piccola sala e davanti a un pubblico ristretto. Le parole che più ricorrono tra coloro che assistettero al concerto di Rotten e compagni sono rivelazione, rivoluzione, sensazionale. Ma sono le testimonianze di Tony Wilson (Granada TV, popolare volto televisivo del tempo e personaggio protagonista del film 24 Hour Party People) e Howard Devoto (Buzzcocks, uno degli organizzatori della serata) a darci l’esatta importanza di quell’evento, come se, a salire su quel palco in quel momento, fosse salita l’intera loro generazione.

Wilson: “Un casino di energia. Lo facevano…e lo facevano bene. Era tutto assolutamente vero…era tutto il resto ad essere irreale…Ommioddio…era quello che stavo aspettando. Dio mio, sta succedendo sul serio”. Devoto: “È stata una di quelle situazioni in cui vengono in contatto due parti importanti della tua vita, e ti viene da pensare Santo cielo, questo è un momento cruciale della mia esistenza!”. Partendo anche dal curioso errore della data del concerto riportata sul biglietto d’ingresso (4 giugno 1076!) David Nolan cerca di capire chi fosse realmente presente alla performance dei Sex Pistols. E allora, chi c’era? C’era Morrissey che formerà gli Smiths; c’erano Devoto e Shelley che, oltre a organizzare il concerto, daranno vita ai Buzzcocks; c’erano due ragazzi di Salford, tali Bernard Sumner e Peter Hook, fondatori dei Joy Division, prima, e New Order, dopo; c’era Mark E. Smith, animatore dei The Fall; c’era, ma qui le testimonianze sono discordanti, Mick Hucknall, leader dei futuri Simply Red. E c’erano personaggi come Paul Morley, noto giornalista musicale che, dopo quella sera, sarebbe andato a scrivere per il New Musical Express, e il citato Tony Wilson già allora presentatore di Granada TV. Dopo quella serata, la stessa Manchester non sarebbe stata più la stessa e sarebbe diventata, almeno fino alla nascita degli Oasis, la scena musicale più importante di tutto il mondo divenendo nota con il termine di “Madchester”. Quello che David Nolan mette bene in evidenza è il potente spirito d’emulazione che i Sex Pistols accesero nel pubblico, una scarica d’energia irripetibile che avrebbe innescato un completo rinnovamento della musica alla metà degli anni ’70. E anche chi non formò una band o non divenne un giornalista o scrittore, descrive così quella sensazione: “La sola presenza della band di Rotten – dice Ian Grey, spettatore quella sera – era stata davvero emozionante. Tutte le idee che mi ero fatto sulla musica sino a quel momento sono state giustamente spazzate via […] i Sex Pistols per me significavano davvero qualcosa, qualcosa di concreto che anch’io potevo fare…potevo anch’io essere come loro, non più un semplice spettatore. Ho pensato che anch’io potevo riuscirci […] A quel tempo avevo diciotto anni”.

L’eredità musicale del concerto dei Sex Pistols

David Nolan non lo dice espressamente ma, probabilmente, nessuno tra gli spettatori avrebbe immaginato cosa sarebbe successo dopo quel concerto perché, come scrive Paul Morley, “non avresti mai pensato che ogni singola persona in quella sala avrebbe formato una band” o tantomeno che Manchester potesse diventare un nuovo polo di riferimento musicale dove “potevi vedere gruppi come i The Fall, che erano di Manchester, a Manchester. Potevi vedere i Joy Division a Manchester, potevi vedere i Buzzcocks, che erano di Manchester, a Manchester.

Tutto a un tratto era nata una piccola scena, chiaramente formata da persone che erano state a quei due concerti dei Sex Pistols”. Come testimonia lo stesso Peter Hook dei Joy Division, il giorno dopo il concerto, “Hookie” andò a comprare un basso elettrico al negozio di strumenti musicali Mazel’s Radio non sapendo neppure cosa farci non avendo mai provato a suonare alcunché. Quella del 4 giugno 1976 non fu l’unica esibizione dei Sex Pistols a Manchester. Sei settimane dopo si esibirono nuovamente alla Lesser Free Trade Hall ma il clima era completamente cambiato. Stavolta la sala era strapiena di persone e, come ricorda ancora Morley, “la seconda volta che li ho visti ho avuto come la sensazione che stessero iniziando a cambiare, sia fisicamente che mentalmente […] la seconda volta hanno trasmesso quel tipo di energia molto di più rispetto alla prima”. Con gli Slaughter and the Dogs e i Buzzcocks di supporto (con la nascita della loro profonda rivalità), la band di Johnny Rotten diede di nuovo spettacolo, ancor più rispetto alla performance di giugno. Howard Devoto ebbe un impressione precisa: “C’era un’atmosfera molto carica, come se stavolta si stesse facendo davvero sul serio”. Il punk prese decisamente piede, specie tra le giovani generazioni tantoché nel dicembre del 1976 i Sex Pistols si esibirono per la prima volta in televisione, a Granada TV nella trasmissione So it goes. Ma perché il primo concerto dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester ha sempre avuto quella patina di evento mitico? Perché, come ci dice Tony Wilson, “è uno di quei momenti nella cultura popolare in cui si può mettere il dito su di esso e dire: che è stato, che è stato il giorno, che è stato il tempo, che è stato l’anno, che è stato il momento preciso in cui tutto ha cominciato a girare. Questa è la musica che stiamo ascoltando oggi, i club che abbiamo a Manchester, il nostro modo di acquistare dischi, la scena musicale indipendente, praticamente è uscito tutto da quel pubblico”.

Tra le eredità musicali che è doveroso ricordare citiamo La Fac 51 Hacienda, la patria della musica acid house e della cultura rave di Manchester, fondata dai New Order insieme all’etichetta indipendente Factory Records il 21 maggio del 1982 e dove si sono esibiti, nel corso degli anni, gruppi come i Blur, i James e gli Oasis. Come ha ancora osservato Tony Wilson “il punk ha creato, ha permesso, un’era completamente nuova per la musica – Elvis Costello, il post-punk – che ha accantonato una buona fetta dell’arte cosiddetta ‘seria’. I Joy Division, Elvis Costello o gli U2 non sarebbero mai venuti fuori senza la fiamma, senza i Sex Pistols, senza quell’esplosione – senza il punk. Ora, quando accadrà una cosa del genere di nuovo?”

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