Ho pensato che una rivista con la parola “green” nel suo nome, anche se pubblicata solo in formato digitale, abbia il compito di aiutare i suoi lettori a comprendere le esigenze del poco (o tanto) verde che costringiamo a vivere con noi. Mi piacerebbe partecipare a questa campagna di educazione ecologica con lo scopo di dare a ciascuno la possibilità di crescere con i propri tempi sviluppando esclusivamente i propri interessi. Per questo prometto solennemente che non vi costringerò a studiare botanica (a meno che non vogliate farlo). Da me, con una cadenza periodica, che a volte sarà ripetitiva, riceverete dei consigli di buon senso che vi aiuteranno ad acquisire quella sensibilità verso le piante che alcuni amano chiamare “pollice verde”. Se questa sensibilità è già tra le vostre qualità tanto meglio, sarò a vostra disposizione per chiarire gli eventuali dubbi e, sempre con la già indicata periodicità, potrete eventualmente approfondire un argomento “green” di stagione.
Consigli per chi non ha il pollice verde
Dovete sapere che a causa di una veneranda età e di un interesse pluriennale per l’ambiente, posso affermare di conoscere abbastanza solo due dei moltissimi ambienti presenti in natura: quello delle piante succulente normalmente presenti in zone aride e, anche se molto meno, quello delle orchidee delle zone pluviali. Detto questo come doverosa premessa, eccomi a darvene un’altra ancora più importante: se le vostre piante stanno bene, continuate a comportarvi come avete sempre fatto, in barba a tutti i consigli del mondo e anche se apparentemente sembra che stiate sbagliando, le vostre piante vi ringrazieranno.
Ora che sono sicuro di non creare danni, eccomi a dare i primi consigli “green” e a trattare il primo argomento di stagione. Se avete ascoltato qualcuno dire “alle piante non si deve fare nulla fino a marzo!”, non credetegli. La realtà è molto differente, proprio questo è il periodo migliore per molte operazioni colturali. È ben vero che in natura, alle nostre latitudini, la maggior parte delle piante è in riposo vegetativo, una specie di letargo vegetale. In città, in casa, sui balconi la situazione è diversa: le piante non hanno gli strumenti per alimentarsi autonomamente, per trovare gli elementi necessari a costruire le loro difese. Ed ecco un altro dei miei consigli: siamo noi gli unici responsabili della loro salute. Spero che tutti voi abbiate continuato a osservare le vostre piante, anche durante il periodo di riposo, e sono sicuro che al primo accenno di parassitosi sarete già intervenuti. Tra i parassiti animali delle vostre piante, i più comuni sono quelli che appartengono alla famiglia delle Cocciniglie che di solito iniziano a manifestarsi tra gennaio e marzo. L’osservazione va continuata perché i primi tepori stimolano anche l’attività di molti parassiti: dove sarà necessario intervenire fatelo senza aspettare il risveglio della pianta. Naturalmente se la pianta non è in vegetazione, sarà inutile usare prodotti sistemici. Se coltivate all’esterno, oltre che gli zoofitofagi*, in questo periodo dovete difendervi anche da altri invasori: le erbacce nei vasi ed i funghi fitofagi* responsabili di molti marciumi.
Eccovi i primi consigli green in pillole
Prevenzione
Chi pratica interventi a calendario, di solito a marzo, fa il suo primo trattamento antiparassitario e fungicida, per gli altri vale la raccomandazione di osservare con attenzione i propri esemplari.
Le annaffiature
Nelle zone fredde sarà bene continuare a tenere asciutte le nostre piante, specialmente le cactacee globose e colonnari tenute all’aperto, questo almeno fino a che la temperatura notturna superi stabilmente i cinque gradi. Diversa è la situazione per chi tiene i suoi vasi in casa, magari con il riscaldamento acceso. Dai primi di marzo, è bene iniziare a bagnare le Cactaceae tenute in serra, sia nebulizzandole che con annaffiature di acqua possibilmente tiepida e povera di sali. La frequenza delle annaffiature dipenderà dalla temperatura. Mi raccomando di lasciare asciugare bene la terra prima di bagnare di nuovo.
Le semine
Le giornate si allungano e così chi ama seminare può incominciare a farlo, magari integrando con l’aiuto di una lampada la quantità di luce che è ancora poca (le piante che hanno una germinazione longidiurna* hanno bisogno di un periodo di luce di almeno 14 ore per germinare). Ricordate che anche la temperatura è importante per favorire la germinazione.
Le talee*
In questo periodo si preparano le talee, sia delle piante che intendiamo moltiplicare che dei portainnesti. Ricordiamo che le talee dei polloni, ad esempio delle Agavi, delle Echinopsis, delle Aloe, o comunque delle piante che accestiscono, vanno fatte estraendo la pianta dal vaso, tagliando con una lama affilata il collegamento tra “madre” e “figlia” e poi aspettando che la ferita si asciughi, prima di rinvasare le piante o le talee. È anche buona regola cospargere con polvere, o pasta, fungicida le ferite prodotte alla pianta. Le talee già preparate a novembre vanno messe a dimora quando nella vostra zona fioriranno i ciliegi, occorre resistere per qualche altro mese.
I rinvasi
Le nostre piante stanno per riprendere la vegetazione, potremo iniziare i rinvasi e proprio questo è il periodo migliore (personalmente rinvaso ogni due o tre anni le piante giovani, le altre a seconda della necessità). Il mio consiglio è quello di iniziare con le specie che vegetano per prime all’inizio della primavera (alcune specie dei generi mammillaria, rebutia, Lobivia, Notocactus sono precoci). Rinvasare la pianta, anche se useremo tutte le precauzioni possibili, è sempre un piccolo trauma per le radici. Occorrerà quindi rinvasare solo se c’è la necessità di farlo (di questo parleremo a lungo in altra sede), ed è bene rinvasare la pianta appena prima dell’inizio della ripresa vegetativa. I contadini, nei loro detti dialettali, confermano che occorre aver terminato i rinvasi prima di Pasqua. Non rinvasate mai un Melocactus con il cefalio (in forza da fiore) perché potrebbe morirne. Di solito le piante, come le persone, più sono “vecchie” e meno sopportano di essere “sfruculiate”.
Buon lavoro.
Vocabolarietto verde
*Funghi fitofagi. Sono funghi che usano le piante in cui vivono come parassiti per moltiplicarsi e facendolo o assorbono i liquidi delle cellule delle piante ospiti (marciume secco) o ne rompono le cellule producendo un marciume liquido e maleodorante.
*Germinazione longidiurna. Sui semi influiscono le stagioni, alcune piante hanno semi che germinano quando la luce del giorno si allunga (sono a semina primaverile).
*Interventi a calendario. Sono interventi antiparassitari che, invece di essere fatti quando si scoprono i parassiti, vengono eseguiti preventivamente in giorni prefissati dell’anno.
*Sistemico. Di solito riferito ai fitofarmaci, sta ad indicare prodotti che vengono assorbiti dalle radici entrando nel sistema vegetativo per aumentare delle protezioni o per curare delle parassitosi.
*Talee. Sono parti di piante, staccate dalla pianta di origine perché in grado di sviluppare un autonomo apparato radicale.
*Zoofitofagi. Parassiti animali delle piante; i due gruppi più diffusi sono le Cocciniglie e gli Afidi, ma ne esistono tantissimi, dalle cimici del nocciolo alla mosca dell’olivo o del pesco.