Analizzeremo in modo scientifico e completo le funzioni e quindi le caratteristiche del terreno (o terriccio) migliore da utilizzare nella coltivazione delle piante in vaso. Se avrete pazienza troverete in queste pagine tutto quello che fa per voi, naturalmente a seconda del vostro obiettivo. Un altro metodo di coltivazione è quello idroponico, che incomincia ad essere usato in modo intensivo, specialmente dove manca lo spazio per coltivazioni intensive a terra (come ad esempio nei dintorni di Tokyo), vi prometto che affronteremo il problema nei prossimi mesi.
Come scegliere il miglior terriccio per le piante
Per la prima volta queste pagine sono la trascrizione di una lezione che ho tenuto qualche anno fa, a cui ho dovuto aggiungere alcune novità, a causa dei risultati degli ultimi studi di genetica molecolare e delle novità che il professor Franco Bruno ha comunicato nella sua lectio magistralis di dicembre 2016, “Origine ed evoluzione delle piante”, tenuta in occasione della sua nomina a socio onorario della “Società Romana di Scienze Naturali”. Dico questo per segnalare che anche nel florovivaismo c’è un grande fermento e le nuove ricerche producono importanti novità: negli ultimi due decenni sono molte le scoperte dovute soprattutto all’applicazione della biogenetica e della genetica molecolare al mondo verde. Per quanto la cosa possa dispiacermi ho dovuto considerare parametri che fino a qualche anno fa sembravano ininfluenti per la vita vegetale, ma anche riconsiderare le novità tassonomiche e quello che ne deriva, ma questo è un discorso riservato agli specialisti. Tornando al terreno, ho voluto aggiungere “per le piante in vaso” perché la situazione sarebbe ben diversa se dovessimo scegliere una composta con cui emendare il terriccio di un giardino. Questi appunti hanno lo scopo di dare degli elementi di riflessione anche al neofita, per capire come scegliere, usare, preparare, il miglior terriccio per le proprie piante. Già in altri articoli ho ricordato che il terreno ha un’importanza basilare per le piante, infatti serve:
- Come supporto a cui ancorarsi (o appoggiarsi) per poi crescere.
- Come fonte e serbatoio di nutrienti a cui attingere.
- Come riserva dell’umidità necessaria per l’utilizzazione dei nutrienti.
Dovremo perciò scegliere un terreno che risponda a tutti questi bisogni:
- Con una consistenza necessaria a sorreggere la pianta.
- Con tutti i minerali necessari alla crescita.
- Capace di trattenere l’umidità, ma non troppo a lungo.
Da anni i coltivatori, a seconda del tipo di pianta coltivata, si sono orientati verso composte ottenute mescolando più tipi di terriccio normalmente in commercio. Parlo degli amatori, i coltivatori professionisti studiano il terreno ideale per i luoghi e i metodi di coltivazione scelti e lo fanno produrre da specialisti del settore. La composta base per quasi tutte le piante è un terreno povero, lievemente acido, ben drenato, a cui aggiungere volta per volta quello che servirà alle piante che intendiamo far crescere.
Come preparare il terreno (o terriccio) per le piante
Questa composta si ottiene mischiando insieme una parte di sabbia di fiume, una parte di lapillo (con grani non più grandi di due o tre millimetri), e una
parte di terriccio da giardino (meglio sarebbe un terriccio maturo ottenuto da foglie di faggio, ma è introvabile). Ho sentito che alcuni preferiscono andare a prelevare nei boschi il terriccio per i vasi, questo è un reato che viene punito con multe salatissime, oltre alla multa c’è anche la beffa, infatti nella maggior parte dei casi questi “predatori dell’ambiente” prelevano il terreno al margine del bosco e in prossimità della strada: è un terreno pessimo, dilavato e ricco solo di inquinanti dovuti al traffico delle auto. Alla composta ottenuta dovremo aggiungere degli ulteriori prodotti per migliorarne le qualità fisiche in base ad alcune ulteriori considerazioni:
- A seconda delle condizioni di esposizione.
- A seconda del microclima in cui coltiviamo le piante.
- A seconda del tipo di vaso usato.
- A seconda del tipo e della dimensione della pianta.
Nel caso non troviate il lapillo potrete usare anche la pozzolana, avendo però cura di setacciarla per togliere la polvere, questo specialmente se vi piace seminare: la polvere soffoca le piccole radici dei cotiledoni. Dal punto di vista chimico la composta base va arricchita di sostanze nutrienti, questo ancora a livello di “preparato base”.
Potremo aggiungere tre grammi di “cornunghia” per litro di composta, per le piante con uno sviluppato apparato fogliare sarà opportuno aggiungere al terreno base un ulteriore concime solido (granulare): ottimo per quasi tutte le piante è quello per i pomodori, sempre in ragione di tre grammi per litro di terra. Le piante sudafricane delle zone aride non amano terreni con torba, azoto o acidi umici, per loro potremo sostituire il terzo di terriccio per giardini con un terzo di argilla tritata (che si può acquistare presso i negozi che vendono materiale per l’edilizia o prodotti per l’acquariofilia; anche la sabbia, la pozzolana e il lapillo sono commercializzati dai cosiddetti “smorzi” assieme alla calce e al materiale per l’edilizia). Raccomandiamo di non usare torba o prodotti simili nel caso vogliate coltivare le “pietre viventi”: Lithops, Conophytum, Bulbinae. I miei amici vivaisti mi hanno fatto riflettere su un particolare che apparentemente non è considerato come una caratteristica del terriccio: la capacità di ridurre la crescita di erbe e piante parassite. Chi coltiva qualche centinaio di piante può permettersi di estirpare manualmente le erbacce dai vasi, chi coltiva milioni di esemplari non se lo può permettere, occorre quindi cercare di limitare la germinazione e la crescita delle essenze indesiderate. Per il terreno usato artigianalmente nelle semine si cerca di devitalizzare i semi (sicuramente presenti) con dei cicli termici. Un mio amico ha discusso con la moglie per aver usato il forno della cucina per arrostire (a 180 gradi per dieci minuti) la terra che ha poi usato per seminare. Alcuni autori consigliano di usare dei diserbanti, personalmente sono contrario, i diserbanti influiscono sulla crescita di tutte le piante, anche di quelle che ci piacciono. Diversa è la situazione di chi usa un “composter”, un contenitore fornito a prezzo speciale ai cittadini dalle aziende che si interessano localmente dello smaltimento dei rifiuti. In questo “composter”, spesso grazie all’introduzione di speciali batteri che hanno il compito di “accenderlo”, vengono digeriti dai batteri prodotti e materiali organici come scarti alimentari e residui vegetali; il tutto viene trasformato in “compost”, una specie di terra fertile ricca di batteri, che però andrebbe usata un anno dopo la sua produzione. Nei “composter” i batteri banchettano con i nostri avanzi e facendolo creano un aumento della temperatura che può raggiungere i settanta gradi. Il “compost” raffreddato e setacciato può essere anche usato per le semine, i semi delle erbacce sicuramente sono stati sterilizzati e quindi non ci sarà bisogno di usare anche dei diserbanti. Ricordo agli aspiranti compostatori che, per avere dei risultati apprezzabili, sarà necessario tritare tutti gli scarti alimentari uniformandone le dimensioni. In un prossimo articolo cercherò di approfondire altri aspetti essenziali per il terriccio.
Vocabolarietto verde:
Biogenetica: scienza che si interessa dell’evoluzione delle specie.
Genetica molecolare: disciplina scientifica che studia la struttura e la funzione dei geni a livello molecolare.
Tassonomico: inerente alla disciplina della classificazione scientifica, spesso è riferito alla sistematica.
Composta: terra ottenuta mischiando più terricci.
Lapillo: terreno di origine vulcanica, rosso o nero, usato anche nell’edilizia.
Pozzolana: terriccio di origine vulcanica, generalmente rossiccio, più antico e polveroso del lapillo, normalmente in vendita presso chi tratta materiali per l’edilizia.
Cotiledone: foglia carnosa contenuta nel seme e nei germogli.
Cornunghia: concime di origine animale (corna e unghie) che ad ogni annaffiatura rilascia una piccola quantità di composti azotati.
Argilla: roccia di alluminio e silicati che normalmente si trova già dilavata e ridotta in polvere estremamente sottile, viene usata dagli artisti (creta) e nella cosmesi (in polvere o granuli), ma anche in medicina.
Smorzi: rivendite di materiale per l’edilizia, prendono il nome dai luoghi dove anticamente si spegneva la calce viva.
Pietre viventi: piante che vivendo in ambienti estremamente aridi (cinque millimetri di piovosità media annua) per non farsi mangiare dai pochi animali presenti nel loro ambiente, hanno sviluppato particolari forme di mimetismo tra i sassi del terreno.