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Aloe Poliphylla, una specie di rara eleganza

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Aloe Poliphylla destrorsa

L’ Aloe Poliphylla è una specie di rara eleganza, l’unico suo limite è la lentezza con cui gli esemplari coltivati crescono. È un ulteriore esempio di come, al giorno d’oggi, sia relativo il concetto di specie botanica in via di estinzione. In questo caso, come nel caso di altre specie di piante succulente che in natura ormai non si trovano più, alcune organizzazioni internazionali ed Orti Botanici specializzati si sono coalizzati per produrre semi e cloni dalle poche piante esistenti, le giovani piante ed i semi vengono poi allevati con l’aiuto delle associazioni e dei coltivatori del settore che in pochi anni riescono ad ottenere un discreto numero di esemplari adulti e quindi di nuovi semi, il tutto con i controlli e il permesso della CITES.

Aloe Poliphylla destrorsa

Il nome della specie è come al solito descrittivo ed esalta quella che è la caratteristica particolare della specie: piante con molte foglie. Il nome che usano i locali è “Lekhala Kharatsa” che tradotto vuol dire “Aloe con foglie disposte a spirale”.

Le foglie (fino a 150) hanno un colore chiaro che va dal grigio-verde al verde glauco, negli esemplari adulti hanno lunghezza di 20/30 cm e sono larghe 6/10 cm alla base.
La pianta è acaule (non ha un tronco), e le foglie si racco29lgono in una lunga spirale che forma più giri (fino a 5). La particolarità è che la spirale può essere sinistrorsa o destrorsa. Le foglie hanno comunque la punta rivolta verso l’alto.
Sui margini delle foglie ci sono spine bianche e ricurve ma rade, ogni 2/4 cm, hanno forma deltoide e sono lunghe 5/7 mm.
L’inflorescenza semplice raggiunge 50/60 cm, i racemi sono densamente fioriti, hanno una lunghezza che varia dai 10 ai 15 cm e un diametro di 10 cm.
I fiori solitamente sono rossi, ma mi hanno segnalato anche fioriture di colore rosa e Reynolds indica anche rari esemplari a fiori gialli.
In natura la fioritura è invernale.
La specie è stata scoperta nel 1915 ma la descrizione venne pubblicata (per colpa della Prima Guerra Mondiale) nel 1923. È una specie che soffre ad essere trapiantata, consiglio a chi desideri coltivarla di star attento a non rompere troppo il pane di terra durante il rinvaso. In natura le piante quando vengono espiantate muoiono, e questo accade anche per gli esemplari giovani. È una specie protetta e la sua raccolta in natura, come la raccolta e commercializzazione dei suoi semi, è proibita per legge già dal 1937. Il luogo d’origine è in Lesotho, presso Basuto, vicino Roma.

Una curiosità sull’Aloe Poliphyllacappelli di Aloe Lesoto

È l’unico caso che conosco in cui è stata la vanità femminile a mettere in pericolo la sopravvivenza della specie.

L’Aloe Poliphylla, che cresce lentamente e non accestisce, è originaria di una zona estremamente piccola vicino ad un villaggio di nativi in Lesotho. Da sempre le signore del villaggio usano gli esemplari più grandi della pianta come copricapo ed ornamento. Il problema è che in un anno le signore hanno bisogno di tagliare più esemplari (che hanno impiegato dieci anni a diventare così grandi). La cosa curiosa è che il nome di quel piccolo villaggio è Roma (così come lo ho scritto) e si trova a circa 1000 metri di altezza sul livello del mare, a questo dovrei aggiungere che l’intero Lesotho è un piccolo stato all’interno del grande Sudafrica (una enclave: l’equivalente di San Marino in Italia) il cui territorio ha un’altezza media sul livello del mare di 900 metri e un clima che unisce alle temperature tropicali episodi estremi. Oggi le piante di questa specie sono coltivate anche in Italia in migliaia di esemplari (in Liguria e in Toscana), resta difficile trovare esemplari adulti perché i coltivatori evitano di commercializzarli e li utilizzano come piante madri (esemplari coltivati per raccogliere i semi), ma la specie è salva

Per approfondimenti leggi anche questa pagina 

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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

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