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In Italia aumenta il numero dei Comuni plastic free

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Continua a crescere l’elenco dei Comuni plastic free in Italia. Una scelta lungimirante, che non nasce per imposizione di leggi nazionali e invece anticipa la direttiva europea sull’uso della plastica usa e getta, che entrerà in vigore dal 2021. L’ultimo Comune a compiere questo gesto di rispetto e amore per il proprio territorio e per il pianeta è stato, il 1° maggio, Frasso Telesino, in provincia di Benevento.

L’impatto della plastica e la carica dei Comuni plastic free

La plastica è un materiale utilissimo, che ha migliorato la qualità della vita degli esseri umani. Ma è anche un materiale altamente inquinante, che degrada in un tempo estremamente lungo, alterando l’ecosistema e finendo persino nella catena alimentare. Insomma, dal piatto di plastica alla plastica nel piatto il passo è breve. Si stima che, ogni anno, siano usate ben 120.000 tonnellate di stoviglie usa e getta non biodegradabili, ma il Sud Italia si conferma la testa di ponte per un utilizzo più coscienzioso dei prodotti di plastica, eliminando quelli non riciclabili e monouso. La sola Sicilia ospita la metà dei Comuni plastic free d’Italia e da maggio a settembre 2019 tante altre cittadine italiane, con modalità specifiche ma analoghe tra loro, si aggiungeranno alla lista dei municipi virtuosi. L’obiettivo è salvaguardare la salute dell’ambiente e anche generare un risparmio nelle casse comunali, perché una differenziata efficiente è anche più economica.

Comuni plastic free: un successo italiano

Dal 4 ottobre 2018 anche il Ministero dell’Ambiente è diventato plastic free, agendo sugli erogatori di cibi e bevande ed eliminando i prodotti monouso dall’asilo nido del ministero. Con un video, il ministro Costa ha invitato privati e istituzioni ad aderire alla #pfc, Plastic Free Challange: una condivisione social di iniziative contro l’utilizzo indiscriminato di plastica non biodegradabile, iniziata nel 2016 e tutt’ora attiva. Essendo un bacino semichiuso, il mar Mediterraneo soffre particolarmente la concentrazione di plastica nelle sue acque, che è pari al 95% dei rifiuti presenti. Ma qualcosa si muove, tra iniziative virali, sfide positive, monitoraggi avanzati ed energiche ordinanze comunali. Che l’Italia sia all’avanguardia in questa battaglia contro l’invasione di plastica monouso che inquina le acque del Mare Nostrum è e deve essere motivo di orgoglio.

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