Dopo le attività antibracconaggio delle Operazioni Bonelli in Sicilia, Adorno nello Stretto di Messina e Berta a Linosa, la campagna estiva di contrasto ai crimini contro l’avifauna protetta continua con attività investigative diffuse su tutto il territorio.
Il fenomeno di depredazione dei nidi come forma di bracconaggio costituisce una delle principali cause di riduzione di specie animali altamente protette ed ormai sull’orlo dell’estinzione e determina un sensibile deterioramento degli habitat naturali che caratterizzano il patrimonio naturalistico del Nostro Paese.
L’attività illecita si svolge nel periodo primaverile – estivo e consiste nel prelievo dai nidi di uova e pulli (piccoli) di specie di avifauna autoctona altamente protette, per destinarli al commercio internazionale
Il monitoraggio dei Carabinieri Forestali
Grazie al monitoraggio continuo del territorio da parte dei Carabinieri Forestali ed alla collaborazione di associazioni di volontari quali la ORNIS ITALICA e la LIPU, che hanno segnalato episodi illegali di tale fenomeno, il Reparto Operativo del Raggruppamento CC CITES, con il supporto delle stazioni CC Forestali, dopo un’accurata attività di indagine, iniziata nell’estate del 2018 dalla Sezione Operativa Centrale CITES, ha effettuato n. 7 perquisizioni tra varie località nelle province di Roma, Rieti e Latina.
Operazione “Ali Azzurre 2”
L’operazione denominata “Ali Azzurre 2”, dal colore delle piume delle ali dei pulli di ghiandaia marina, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti, ha portato al sequestro complessivo di oltre 70 esemplari vivi di avifauna selvatica, fra cui ghiandaie marine, barbagianni, gheppi, assioli, passeri solitari, cardellini, usignoli, codirossi, tutti appartenenti a specie protette; sono stati inoltre sequestrati n. 600 anelli di marcaggio per avifauna detenuti che sarebbero stati impiegati per fornire una parvenza di “origine legale” ad esemplari selvatici prelevati in natura.
L’attività illecita è volta ad alimentare il commercio clandestino nazionale e internazionale degli esemplari in questione, il cui prezzo può variare da 30 € per un cardellino, a 500 € per una ghiandaia marina fino a 1.500 € per un barbagianni.
N. 37 esemplari di varie specie sono già stati rimessi in libertà, mentre i rimanenti sono stati affidati al Centro di recupero di fauna selvatica della LIPU di Roma, associazione da sempre impegnata alla conservazione della natura, in attesa di essere riabilitati al volo e liberati.
Nel corso dell’attività sono stati inoltre sequestrati n. 1 pappagallo cenerino e n. 3 testuggini marginate detenuti illegalmente, il cui commercio illegale costituisce reato, poiché sono sottoposti al massimo livello di preservazione previsto dalla CITES, la Convenzione di Washington che tutela il commercio della flora e la fauna in via di estinzione. Questi ultimi esemplari sono stati affidati al Centro di recupero del Dr. Umberto Cara.
Si precisa che il dr. Cara e ornitologi ed esperti di “Ornis italica “e della “Lipu BirdLife Italia” hanno partecipato all’attività operativa in qualità di ausiliari di P.G.
L’operazione svolta costituisce un esempio del concreto e diretto impegno dell’Arma dei Carabinieri al contrasto dei fenomeni di bracconaggio e di commercio illegale delle specie protette, anche a tutela della biodiversità del nostro Paese, e, anche, in attuazione del Piano nazionale per il contrasto dei reati in danno all’avifauna, redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.