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Liguria, il Ddl 210 cancella 540 ettari di parco e 42 aree protette

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ddl 210 parco della beigua

In aprile 2019 si è concluso in consiglio regionale il lungo e accidentato percorso del Ddl 210 per il riordino e la razionalizzazione dei parchi liguri e delle aree protette, con particolare attenzione a quelle del suo fragile e prezioso entroterra. Forti polemiche e pressioni da parte delle categorie interessate ne hanno accompagnato l’iter, il cui esito è giudicato in ogni caso contraddittorio.

Riordino e limitazione della superficie dei parchi liguri

Tra le varie misure presenti, il ddl 210 ridisegna per legge i confini dei parchi liguri di Antola, Aveto, Beigua e Alpi Liguri, tagliandone fuori circa 540 ettari. L’assessore Mai (Lega) spiega che «Le variazioni dei confini non rappresentano un mero taglio, ma una rimodulazione complessiva indicata in molti casi dagli stessi Enti Parco su specifiche criticità» In particolare, Mai ricorda le richieste avanzate nel 2015 da dieci Comuni precedentemente compresi nel parco dell’Antola, che fin dalla sua istituzione ne contestavano i confini.

Disordine normativo ed esigenze del territorio: il ddl 210 e i parchi liguri

Una risposta, quindi, al disordine creato dal concorso tra enti e competenze ma anche ad altre istanze. Quali? Angelo Vaccarezza (FI) nella sua dichiarazione di voto ha citato «l’importanza della presenza dell’uomo con le sue attività sul territorio». Motivo per cui Marco De Ferrari (M5S) ha ribattuto, sempre in sede di votazione, che «… nel terzo millennio vedere i parchi come qualcosa di soffocante è contro ogni razionalità perché (…) sono un’occasione di rilancio». Insomma, la disputa è sempre legata alle diverse vie di sviluppo economico e tutela del territorio. La presenza dei parchi liguri pone certamente dei vincoli, soprattutto in termini urbanistici e venatori. Per contro, genera occasioni di guadagno legate al turismo lento e all’enogastronomia in forte crescita e lo dimostra il boom di escursionisti nel Parco del Beigua dove sono stati raggiunti i 120 mila passaggi.

Due visioni del mondo (e delle aree protette)

In mezzo a queste istanze c’è il Comune di Urbe, che aveva chiesto di entrare a far parte del parco di Beigua e avrebbe dovuto esprimersi in tal senso tramite un referendum poi non più indetto, restandone infine escluso. Frattanto continuano a nascere progetti di per la creazione di percorsi esperienziali nelle aree montuose, le più penalizzate dalla marginalità geografica e dall’invecchiamento della popolazione. E una delle criticità del ddl 210 sui parchi liguri è la perdita della possibilità per le aree protette di chiedere finanziamenti pluriennali, che ne indebolisce la progettualità di lungo periodo.

Liguria. Parco Naturale Regionale del Beigua.

Le realtà da valutare, al di là delle contingenze

Se, quindi, una razionalizzazione di norme ridondanti e competenze parzialmente sovrapponibili può rendere più efficace la gestione del territorio, è anche vero che le scelte non possono prescindere dall’analisi della realtà e dalle proiezioni di lungo periodo. Secondo i dati Ispra 2017, il 98% dei Comuni liguri è a rischio idrogeologico, mentre il bilancio demografico è in forte calo per motivi naturali. Alla luce di queste realtà bisogna scegliere il famoso “volano” per l’economia: costruzioni o ricostruzione? È indubbio che la zona dei parchi liguri dell’entroterra soffra di varie criticità e debba contrastarle. Ma percepire uomo e natura come in competizione tra loro è un atteggiamento miope, anche dal punto di vista economico. La natura, d’altronde, è la nostra prima casa.


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