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    L’addestramento del cane e l’interazione con l’ambiente

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    L’addestramento del cane avviene attraverso l’interazione dell’ambiente che lo circonda. L’apprendimento, da parte del cane, può definirsi un processo esperienziale in cui l’animale mette in atto quei comportamenti che in passato l’hanno portato alla gestione e alla risoluzione di un dato problema.

    Attraverso l’interazione con l’ambiente circostante, il cane impara delle sequenze di comportamenti che gli permettono di sopravvivere e di soddisfare tutti i bisogni primari e secondari quali: cibarsi, prendersi cura di sé e del gruppo in cui vive, difendersi e giocare.

    Sul tema c’è stato un ampio dibattito che ha diviso gli studiosi in due grandi gruppi: i comportamentisti e i cognitivisti.
    Le tradizionali tecniche di addestramento cinofilo si sono basate per anni sul modello comportamentista e sul condizionamento del cane per ottenere da questo un determinato comportamento.

    Vediamo allora quali sono gli studi più importanti che hanno dato vita al modello comportamentista.

    cane cuccioloIn questo primo gruppo rientrano Pavlov, con la scuola riflesso-logica russa, e Skinner, con il behaviorismo americano. 
    I comportamentisti hanno una visione meccanicistica
    del comportamento del cane; secondo il loro pensiero gli animali non rispondono in modo cosciente e consapevole ad un dato stimolo, ma la loro risposta è automatica in quanto condizionata.
    Il fisiologo russo Ivan Petrovic Pavlov nel 1929, fa una serie di esperimenti sulle secrezioni salivari del cane e, con l’aiuto di alcune apparecchiature, scopre che questo, ogni qual volta si trova di fronte a del cibo, emette saliva.
    In questo caso il cibo diviene lo stimolo incondizionato e la salivazione la risposta incondizionata.
    Pavlov associa al cibo il suono di un campanello e, ciò che scopre, è che ogni volta che il suono si presenta, ancor prima del cibo, il cane inizia a salivare; il campanello rappresenta lo stimolo condizionato che porta ad una risposta riflessa del cane, una risposta condizionata, e il cibo rappresenta un rinforzo che fa sì che la risposta del cane si presenti.
    È così che Pavlov, attraverso i suoi esperimenti, dà vita al cosiddetto Condizionamento Classico, riassumibile nel modello stimolo-risposta.
    Con Skinner si passa al Condizionamento Operante che, a differenza del classico in cui il comportamento è una semplice risposta ad uno stimolo, vede l’animale mettere in atto un comportamento in vista di uno scopo, attraverso prove ed errori.
    Skinner nel suo esperimento idea una gabbia, la Skinner box, nella quale su una delle pareti vi è una levetta attraverso la quale poter ottenere il cibo (stimolo piacevole), o una scossa (stimolo spiacevole). Ciò che cambia dal condizionamento classico è che la risposta dell’animale non è più automatica e condizionata, ma si tratta di una risposta operante, risposta che può essere aumentata attraverso un rinforzo (cibo) ed estinta attraverso una punizione (scossa).
    Durante l’addestramento del cane, l’animale può impiegare del tempo a raggiungere l’obiettivo finale, ed è così che Skinner introduce la tecnica del modellaggio, che prevede un premio per ogni azione del cane che si avvicina al comportamento desiderato.
    Ad esempio, se voglio che il cane prema la leva per ottenere il premio, inizierò a premiarlo quando si avvicina alla leva, quando la guarda, quando la sfiora, finché il cane, aiutato dal rinforzo, non arriva a capire che ciò che desidero è che prema la leva con la zampa.
    Skinner però non parla solo di rinforzo e punizione, ma dà ad entrambi una doppia valenza: è così che ci troviamo di fronte al rinforzo positivo e negativo e alla punizione positiva e negativa.
    Il rinforzo positivo durante l’addestramento del cane è l’aggiunta di uno stimolo piacevole al giusto comportamento del cane, il rinforzo negativo è la sottrazione dello stimolo spiacevole; la punizione positiva è l’aggiunta di uno stimolo spiacevole e la punizione negativa la sottrazione di uno stimolo piacevole.
    Nell’addestramento del cane esiste uno strumento ideato per condizionare il cane, che ha la stessa funzione del campanello di Pavlov: il clicker.
    Questo, se premuto, emette un click, per cui, se voglio che il cane metta la zampa su un tappetino ad ogni movimento giusto ed in linea con il comportamento desiderato, darò il click, associando a questo anche un premio.
    Il cane imparerà che, ogni qualvolta farà la mossa giusta, sentirà il click e riceverà un premio.
    Con il comportamentismo il cane non si confronta con l’ambiente circostante, ma semplicemente risponde in modalità meccanica agli stimoli che si presentano.
    Con il nuovo filone cognitivista il cane viene visto come cosciente e in grado di ragionare, capace di interagire con l’ambiente circostante per modificarlo a proprio vantaggio, utilizzando ed elaborando le informazioni e attingendo dall’esperienza maturata.

    L’addestramento del cane e la personalità

    cane volanteOgni cane è un individuo a sé, con una propria personalità e un proprio modo di agire e reagire agli stimoli.
    Già nel 1901, Willard Small dà il via ad un esperimento con dei ratti affamati e inseriti in un labirinto da lui ideato; lo studioso vuole capire quale modalità sensoriale viene usata maggiormente dai ratti per raggiungere il cibo.
    I dati finali dell’esperimento dimostrano che nessun senso preso singolarmente è determinante.
    Edward Tolman offre una spiegazione dell’esperimento con l’introduzione delle mappe cognitive. Secondo lo studioso, i ratti, ad ogni giro del labirinto, si fanno dei precisi schemi mentali che utilizzano in seguito e che gli permettono di sapere sempre dove si trovano.
    Ogni animale utilizza questi schemi cognitivi per affrontare e risolvere problematiche nuove.
    Tolman in seguito elabora la teoria dell’Apprendimento Latente, in cui spiega che l’animale può apprendere anche senza l’ausilio di un rinforzo, in questo caso ci troviamo di fronte ad un’elaborazione non cosciente delle informazioni. Questa forma di apprendimento si manifesta solo in determinate condizioni che richiedono una specifica modalità di azione; si tratta, dunque, di informazioni immagazzinate e utilizzate al momento opportuno.

    L’apprendimento del cane e l’importanza dell’esperienza

    I cani attingono molto dall’esperienza: nella teoria dell’Apprendimento ad Apprendere, l’animale utilizza strumenti cognitivi che in passato l’hanno aiutato a risolvere un problema analogo.
    Insomma, ciò che non viene preso in considerazione nel comportamentismo e che ritroviamo invece nel cognitivismo, è l’importanza dell’organismo interno dell’animale che comprende le emozioni, l’intelligenza, la capacità di ragionamento, la comunicazione, l’attenzione, la percezione e così via.
    Si passa dal modello del condizionamento classico stimolo-risposta al modello stimolo-organismo-risposta, in cui il cane prende parte attiva al processo di apprendimento.
    Le moderne ricerche neurofisiologiche hanno scoperto che anche il cane utilizza delle funzioni cognitive superiori e che la sua modalità di risposta ad uno stimolo non è automatica e meccanica.
    Con la teoria dell’Apprendimento cognitivo il cane diviene capace di elaborare le informazioni e di modificare i propri comportamenti in vista di un dato scopo, e il rinforzo non ha la funzione di condizionare il cane, ma semplicemente di motivarlo e di consolidare il comportamento desiderato.
    Il cane è perfettamente in grado di apprendere e di risolvere problemi: infatti gran parte dell’educazione e dell’addestramento cinofilo contemporaneo si basa su questi principi.
    Oggi, difficilmente si decide di condizionare il cane, ma piuttosto si cerca di lavorare sulla comunicazione, sulla motivazione e sulla relazione, punti fondamentali dei nuovi metodi gentili.

    L’addestramento del cane con il “fai da te”

    cane riportoSi cerca di stimolare il cane al ragionamento e all’apprendimento con l’ausilio di giochi di attivazione mentale che possono essere comprati o col “fai da te”.
    Questi giochi pongono il cane in condizione di dover ragionare per la loro risoluzione; famoso è, ad esempio, il Kong, palla in silicone al cui interno viene messo del cibo che il cane dovrà riuscire a prendere senza l’aiuto del proprietario.
    Nell’addestramento del cane non bisogna dimenticare che il gioco rappresenta uno dei bisogni più importanti del cane, e, per aiutarlo a sviluppare le facoltà intellettive e intuitive, è importante pianificare anche l’attività ludica del cucciolo.
    Il gioco in tal modo diviene uno strumento utile per affinare le abilità del cane e per aumentare la sua autostima.

    Man mano che il gioco si fa più complesso, il cane non potrà più far riferimento alle sole esperienze acquisite, ma dovrà imparare a risolvere i problemi in modo sempre più mirato.

    1 commento

    1. Articolo estremamente accurato, chiaro ed esaustivo sull’approccio comportamentista e cognitivo-comportamentale. Bravi!!!

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