Il 5 e il 6 maggio 2019 si è tenuto a Metz il G7 per l’ambiente. Tra polemiche e dichiarazioni, speranze e manifestazioni si sono incontrati i Ministri dell’Ambiente dei sette paesi membri – Germania, Canada, USA, Francia, Italia, Giappone e Regno Unito – ai quali si sono aggiunte le delegazioni di Cile, Egitto, Gabon, Fiji, India, Indonesia, Messico, Niger e Norvegia. Vediamo com’è andata.
Contraddizioni, progetti, passi avanti
Il G7 per l’ambiente si è riunito quest’anno a Metz, capoluogo della Lorena. Un posto simbolico, visto che lì sono stati investiti 200 milioni di euro nella realizzazione di una centrale a biomasse, una eolica e una fotovoltaica. Perché, come ha detto il Ministro dell’ambiente italiano Sergio Costa, è ormai retaggio del passato l’idea che lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente siano antagonisti e incompatibili tra loro. Non della stessa idea sono la quarantina di associazioni che hanno manifestato all’esterno, riunite nel collettivo AlterG7, certe che dalla riunione non uscirà alcuna decisione significativa, mentre lobby e multinazionali continueranno a influenzare la politica ambientale. D’altronde, siamo ancora nel regno della contraddizione: i ministri presenti a Metz sono stati trasportati su bus elettrici provenienti dalla città di Amiens. Bellissima iniziativa, se non fosse che i bus elettrici hanno un’autonomia di 45 Km e le due città distano tra loro quasi 400 km.
I quattro temi del G7 ambiente di Metz
Si procede a piccoli passi, quindi, tra le incongruenze, le frenate, le intenzioni e i risultati, ma il problema ambientale è sempre più sentito e il realismo inizia a dettare le sue leggi, per voce di Sergio Costa. Uno dei temi portanti dell’evento è stato infatti l’uguaglianza, la lotta alle disparità che – a fronte di un cambiamento climatico che sempre più incide non solo sul modo di produrre, ma anche su quello di vivere – resta fondamentale per l’equilibrio del pianeta. Gli altri tre argomenti sono il sostegno alla mobilitazione internazionale per il clima, la promozione di soluzioni concrete e il finanziamento delle stesse, a tutela di clima e biodiversità.
G7 ambiente di Metz e l’area ECA sul Mediterraneo
Ma al G7 Ambiente di Metz, l’Italia è stata protagonista anche per la decisione, maturata insieme alla Francia, di creare un’area ECA, ossia a basse emissioni, sul Mediterraneo. L’obiettivo è di ridurre le emissioni derivanti dal traffico marittimo, che molto incidono sul clima del pianeta e sull’ecosistema di un mare chiuso come il nostro. L’area ECA sarà attiva entro 2023 e le imprese dovranno ricevere sostegno per ottenere un «adeguamento delle capacità infrastrutturali e operative» Appunto, che l’ecologia sia un’opportunità di sviluppo e riqualificazione, non un limite.
La carta di Metz e la biodiversità
I due giorni hanno portato alla stesura di un testo di 12 pagine, chiamato Carta di Metz sulla biodiversità e firmato anche dal ministro statunitense, nonostante un paragrafo a parte del documento stesso rimarchi la decisione degli USA di ritirarsi dall’Accordo di Parigi. La Carta di Metz chiude il G7 fornendo una risposta comune a uno degli ultimi studi Ipbes, reso noto oggi a Parigi, secondo il quale un milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione. Miliardi di anni per far fiorire la vita, pochi decenni per estinguerne innumerevoli forme: non c’è davvero tempo da perdere.