L’altare che celebra la pax augustea, la pace portata da Augusto dopo un secolo di guerre civili, oggi se ne sta nascosto, protetto dal traffico feroce del Lungotevere e dai suoi fumi corrosivi, in una teca a volte contestata per l’aspetto. Eppure basta varcarne la soglia per trovarsi davanti a un monumento di incantevole armonia. Forse l’unica vera pace nella famiglia di Augusto fu quella lì raffigurata.
La storia dell’Ara Pacis
Augusto, l’Ara Pacis e le nuove tecnologie
Una storia che il fregio dell’Ara Pacis ci narra nei dettagli, avendo peraltro conosciuto una nuova giovinezza a partire dal 2014. Infatti, in occasione del bimillenario della morte di Ottaviano Augusto, ci sono state iniziative volte a valorizzare il significato dell’Ara Pacis, la cui bellezza pare sempre celata alla vista dei più: nel 2014 sono state proiettate ricostruzioni a colori sugli stessi pannelli dell’Ara e, da diversi mesi, è possibile integrare la visita all’Ara Pacis con la tecnologia della realtà aumentata. Sono serate dal titolo “L’Ara com’era”, durante le quali i visitatori vengono muniti di occhiali speciali e di un paio di cuffie per assistere a progressive ricostruzioni del monumento e ascoltare la storia dell’Ara Pacis che, intanto, si snoda virtualmente davanti ai loro occhi.
L’Augusto che l’Ara Pacis racconta
D’altronde la tecnologia si limita a dare voce a ciò che il fregio dell’Ara racconta già: la storia di una famiglia che riteneva di avere un grande destino indicato dagli dei. E se gli dei non l’avessero suggerito loro, certamente i Giulii se lo sarebbero creato. Al fianco delle porte d’ingresso dell’Ara Pacis sono rappresentate scene mitologiche: l’arrivo di Enea nel Lazio, il salvataggio di Romolo e Remo, l’opulenza incantevole di quella Terra scelta dal dio Marte e dalla dea Roma, presenti nel pannello di fianco. Nella banda inferiore, ci sono magnifiche girali di acanto e altre piante, in un tripudio di fiori e piccoli animali. Il destino inciso sull’Ara Pacis lega la stirpe di Venere, la gens Iulia, all’Italia. E ai lati dell’Ara Pacis si snoda una processione. Da una parte, sacerdoti con i volti purtroppo malamente ricostruiti da scultori cinquecenteschi. Dall’altra, la famiglia di Augusto. E qui l’Ara racconta storie di uomini e di donne.
Vicende di una famiglia che fu Storia
Notazione finale
L’Ara Pacis è un monumento ricchissimo, di una bellezza e di una levità abbacinanti, che racconta più e più storie. Questo breve articolo non ha alcuna pretesa di essere esaustivo: è una raccolta di spunti frutto delle letture di chi l’ha scritto, ma anche di una splendida conferenza organizzata dall’Upter di Roma in occasione del bimillenario della morte di Augusto. Tuttavia ci sono tante teorie e tante interpretazioni su questo monumento, a riprova della complessità e dell’originalità del pensiero romano. Se qualche lettore volesse contribuire facendole conoscere, non potrei essere più felice.
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