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Alimentazione, le tendenze per il 2017

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Tendenze

A breve, nelle corsie dei prodotti freschi dei supermercati, accanto agli espositori di frutta e verdura “perfetta”, appariranno prodotti meno belli ma anche meno costosi. Queste nuove tendenze saranno possibili grazie allo sforzo di produttori e negozianti di generi alimentari intenzionati a ridurre lo spreco, in particolare quello della frutta e verdura fino ad ora considerata “brutta”. Negli Usa quasi il 40% del cibo finisce nella spazzatura e questo costa in media ad ogni famiglia circa 2,200 $. Inoltre, sempre secondo stime americane, alcuni agricoltori gettano via tra il 20 e il 40% di ortaggi e frutta e verdura solo perchè poco al di sotto della “perfezione”, merce non abbastanza bella da soddisfare le esigenze del mercato. Ora invece anche le grandi catene di distribuzione stanno cercando nuove formule per rendere appetibile anche frutta e verdura imperfetta.

alimentazione cibo
Tendenze alimentari per il 2017. Il “Time magazine” ne elenca alcune

Già agli inizi del 2016 la Whole Food aveva lanciato un programma per mettere in vendita, in alcuni supermercati della California del Nord, tutta la produzione di ortaggi imperfetti e considerati no-profit quali patate nodose o arance macchiate . A Brooklyn, anche una famosa catena di supermercati ha iniziato ad esporre un banco di “frutta e verdura brutta” e la Walmart, altra grande realtà americana in fatto di distribuzione alimentare, sta mettendo in vendita patate macchiate e mele ammaccate. Hy-wee ha invece promesso di rifornire tutti i suoi duecentoquarantadue punti vendita con merce considerata esteticamente difettata.

Cita un cartello esposto a Kansas City:

Questa merce imperfetta è perfettamente deliziosa e nutriente

Tendenze 2017: mangiare cibi che crescono spontanei nei luoghi che visitiamo

La Airbnb offre una “alternativa emozionale” al concetto di hotel tradizionale, un’occasione per entrare in contatto con la popolazione del luogo in cui si soggiorna e poter conoscere così la vera anima di una città. Il turismo tradizionale di massa, quello per intenderci che si lascia passivamente portare in giro per la città su bus a due piani, non avrebbe mai opportunità di sperimentare simili esperienze. Con questo spirito, la Airbnb, compagnia di affitta camere e case vacanza direttamente dagli stessi proprietari che ha raggiunto un fatturato di oltre 30 miliardi, ha messo a catalogo, nel mese di novembre, la nuova offerta Experience, facendo un passo avanti nel concetto di viaggio: ovvero propone attività guidate direttamente dai residenti locali. Airbnb intende con ciò offrire percorsi legati al cibo diffondendo il foraging, la cultura dell’alimentazione con cibi spontanei, come ad esempio la raccolta di alimenti selvatici durante una passeggiata nei boschi, magari guidati dalla compagnia di un esperto di funghi del luogo. Anche altre start-up più piccole stanno puntando sull’idea che i turisti possano essere meglio connessi con il territorio grazie al cibo. “Sta diventando sempre più variegata la scelta di esperienze autentiche” – afferma Anshi Vel, la cui azienda, la Travelling Spoon (letteralmente “Il Cucchiaio Viaggiante”) offre accesso a pasti e lezioni di cucina “fatti in casa” in paesi come la Thailandia e l’India. “Sono finiti i tempi in cui il cibo perfetto era quello a quattro stelle della Guida Michelin“ sostiene Vel.

Tendenze 2017: gli hamburger vegani sembrano realmente fatti di carne

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Un Impossible Vegan Hamburger

Esiste un ristorante, il Cockscomb, nelle vicinanze del quartiere Mission Bay di San Francisco dove gli hamburger vengono consegnati ai tavoli con delle bandierine infilate in cima al panino con la scritta “IMPOSSIBLE”. Questa etichetta fa riferimento ad una start up che produce polpette vegane che sembrano vere polpette di carne: un Impossible Vegan Hamburger presentato in modo da sembrare un vero hamburger carne, al quale questa azienda ha iniziato a pensare circa 5 anni fa per proporlo, lo scorso anno, presso alcuni ristoranti. E non è la sola azienda che sta cercando di soddisfare le esigenze di nuovi clienti, offrendo panini che hanno non solo il gusto, ma anche l’aspetto “sanguinolento” della carne vera. Così, mentre molte aziende alimentari hanno fino ad ora corteggiato i clienti vegetariani con la produzione di panini alternativi fatti con patate dolci e ceci, queste nuove aziende come la Beyond Meat (letteralmente “Oltre la Carne”) stanno cercando di convertire anche gli onnivori al consumo di proteine derivate dal mondo vegetale. “Per fare hamburger vegetariani vengono impiegati molto meno terreno e un quarto dell’acqua di quello che serve per mantenere un allevamento di bestie” – afferma David lee, dell’azienda Impossible Food – “Se si considera che gli americani in media mangiano 271 lb di carne all’anno a testa, qualsiasi contributo per limitare questo spreco di energie, assume grande importanza nell’ottica di programmi intesi a difesa dell’ambiente“.

Tendenze 2017: robot al posto dei cuochi

Non è proprio come nei fumetti dei Pronipoti ma molte aziende stanno facendo ricerca nel campo dell’utilizzo dei robot e della intelligenza artificiale per cucinare quello che mangiamo, una tendenza destinata a crescere nell’immediato futuro. La Zuma Pizza in California, ad esempio, impiega robot per cospargere la salsa di pomodoro e infornare le pizze che vengono consegnate ai propri clienti. Sono in studio anche elettrodomestici intelligenti quali forni e frigoriferi che “sentono” il cibo che contengono e suggeriscono come cuocerli, ad esempio stabilendo i tempi di cottura in base al peso, oppure proponendo diverse ricette sulla base degli ingredienti disponibili in casa. La Moley Robotics, nel Regno Unito, è tra le aziende più ambiziose in questo ambito e sta progettando una cucina robotica, il cui lancio è previsto per il 2017, in cui vengono utilizzate ad esempio due braccia meccaniche per fare una zuppa di granchio, partendo dall’inizio alla fine del processo di preparazione. L’azienda intende insegnare alle braccia del robot, per imitazione, la tecnica dei veri cuochi. Certo, ora questa attrezzatura ha un costo di 100,000 $ e non verrà certamente acquistata in massa, ma ci ricorda che il futuro della robotica applicata alla cucina è vicina.

Tendenze 2017: grazie ad alcune applicazioni i negozi offrono trasparenza sui propri prodotti

Nella serie televisiva Portlandia c’è un simpatico episodio che scimmiotta i giovani anticonformisti di oggi, raccontando di due ospiti a cena in un ristorante che cercano accanitamente di avere informazioni sulla provenienza del pollo che vorrebbero ordinare e che, dunque, escono dal ristorante per incamminarsi verso la fattoria dove è stato allevato il pollo. La situazione, per quanto paradossale, in realtà rispecchia un desiderio crescente da parte dei consumatori di esigere trasparenza sui cibi offerti, cosa che spinge le aziende ad industriarsi per soddisfare questa esigenza attraverso la tecnologia. Usando un’applicazione sul proprio smartphone, che consente la scansione di un codice QR, la Red’s Best – azienda che opera nell’area di Boston – fornisce ad esempio informazioni su dove e quando il pesce messo in tavola è stato pescato e persino il nome della barca. Pippin Food, a New Jork, una startup che mira a mettere in connessione fra loro negozi alimentari e fattorie, ha lanciato un programma pilota lo scorso dicembre, in cui vengono messi a disposizione tablet per la consultazione accanto alla merce esposta nei banchi. Gli acquirenti possono così leggere informazioni sul metodo di coltivazione e produzione della fattoria che ha prodotto la tal spremuta che si ha intenzione di comperare. I consumatori potranno anche scaricare le app dell’azienda per vedere quali articoli sono disponibili e quali in via di consegna della stessa fattoria.

Tendenze 2017, piccole fabbriche di birra crescono

La birra sta riscuotendo sempre più successo. Il numero di birrerie negli USA ha raggiunto il record di cinquemila e già altre duemila sono previste nell’immediato futuro . La maggior parte di queste sono costituite da attività artigianali indipendenti che trovano spazio grazie alla crescente moda della produzione limitata. “La crescita di fabbriche di birra ancora più piccole tra le piccole è in forte aumento” – afferma Julia Herz della Brewery Association, un gruppo di commercio della birra. Alcune di queste nuove aziende davvero piccole tra le piccole, non a caso chiamate Nano Aziende, occupano solo poche centinaia di metri quadrati e producono uno o due barili di birra alla volta. Chris Hifggins ha aperto la sua piccola fabbrica di birra a Middelbury a maggio, producendo un barile alla volta e ventuno differenti tipi di birra. La maggiore attrazione per gente come lui è costituita dai bassi costi iniziali e dall’opportunità di togliersi il capriccio di sperimentare un sacco di nuove ricette. “Questo è il bello di una nano fabbrica di birra “ afferma Hifggins.

Tendenze 2017: è boom di nuove fattorie al coperto

Dall’Artico fino ai centri urbani degli Stati Uniti gli agricoltori stanno iniziando a piantare raccolti in zone inospitali facendo crescere ortaggi al chiuso senza sole e senza terra. Le aziende agricole coltivano ortaggi a foglia verde nei container solitamente utilizzati per le spedizioni, dotati di attrezzature per controllarne la temperatura e convertendo in tal modo interi magazzini alla funzione di incubatrici.

Tipiche colture idroponiche

Tutto questo perché? Perché le coltivazioni al chiuso possono fornire ortaggi freschi in luoghi dove è molto difficile reperirli, utilizzando spazi che rimarrebbero inutilizzati. È opinione sempre più diffusa che le coltivazioni al chiuso potranno permettere la raccolta di ortaggi tutto l’anno e quindi diventeranno sempre più indispensabili, visto che la popolazione mondiale cresce costantemente e le terre coltivabili no. Molte aziende in realtà stanno applicando un metodo che i coltivatori di marijuana avevano già perfezionato da tempo nei propri garage. Sono le colture idroponiche, che grazie a soluzioni di acqua arricchita, crescono come ricevessero gli stessi nutrienti della terra. Questa è in buona sostanza la ricetta di nuove startup quali la Square Root che ha recentemente aperto, nel 2016, numerose fattorie/container situate in un parcheggio di Brooklyn. Con l’obiettivo di incoraggiare gli imprenditori che intendono produrre ortaggi in regioni dove difficilmente potrebbero crescere, questo metodo sta aiutando molti di loro a vendere i propri prodotti coltivati nei container in tutte le città e prevedono di poter allargare l’attività in oltre 20 città entro il 2020. “La domanda di ortaggi di produzione locale supera ampiamente l’offerta locale” – afferma il Presidente Tobias Peggs- “non importa quanto cibo coltiviamo – vi è comunque tanta richiesta”.

7 food trends for 2017 è un articolo di Katy Steimetz

Time magazine December 26, 2016 – January 02, 2017

Traduzione di Gabriella Alderisio

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