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Teatro di Marcello: vittorie e lutti nel segno del potere

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teatro di Marcello

Il teatro di Marcello è l’unico tra quelli dell’Urbe a essere giunto fino a noi in buone condizioni, nonostante l’impatto dei secoli sui monumenti di Roma. Il teatro di Pompeo infatti ci è noto solo per le fortissime tracce lasciate nella topografia della città e per gli eventi a cui è legato. Giulio Cesare, pur vincitore, fu un galantuomo nei confronti di Pompeo: non solo onorò la figura del rivale defunto, ma fece restaurare anche il teatro di lui che era stato danneggiato in un incendio. Intanto, però, stabilì l’edificazione del proprio teatro. Le idi di marzo giunsero che ne erano appena state gettate le fondamenta. Fu Ottaviano Augusto, erede di Cesare, a terminare i lavori, rendendo il teatro ancora più ampio rispetto al progetto originario.

L’aspetto del teatro di Marcello

Il teatro di Marcello fu quindi utilizzato per la prima volta nel 17 a.C. e venne intitolato allo sfortunato nipote di Augusto, morto teatroprematuramente. Ancora oggi possiamo ammirare gran parte della facciata in travertino, divisa in tre ordini. Quello inferiore è contraddistinto dall’uso di semicolonne doriche, il secondo invece è decorato dalle ioniche. Del terzo ordine non resta molto, ma sappiamo che era abbellito dallo stile corinzio applicato alle paraste, elementi architettonici di sostegno a forma di colonna. Le chiavi d’arco erano decorate da maschere marmoree, di grandi dimensioni, e la scena, perduta, era nota per la sua bellezza, della quale ci giunge un’eco grazie alla Forma Urbis, mappa di Roma incisa sul marmo giunta parzialmente fino a noi. Il teatro di Marcello poteva contenere fino a 15.000 persone sedute e 20.000 contando anche i posti in piedi: un’enormità per l’epoca. È, insomma, un monumento indimenticabile per un giovane che non sarebbe mai stato dimenticato dalla sua gens.

Le traversie di un erede e di un monumento

Ma chi era Marcello? Figlio di Ottavia, sorella di Ottaviano Augusto, era stato nominato da Augusto stesso suo erede. Per rinforzarne la posizione, erano state celebrate nozze tra Marcello e Giulia, figlia dell’imperatore. Marcello era un valido militare e un uomo colto, educato alla filosofia stoica. Un decreto senatoriale su misura per lui ne accelerò il cursus honorum di una decina di anni, così permettergli di “superare” Tiberio, figlio di primo letto di Livia, moglie di Augusto. Chiaramente la cosa non fece molto piacere alla consorte dell’imperatore e il fatto che proprio un anno dopo Marcello sia morto, a soli 19 anni, creò voci sulle presunte responsabilità dell’imperatrice in quella prematura dipartita e nelle altre che seguirono. E furono così tante da far diffondere il sospetto che fosse proprio Livia ad eliminare in maniera pulita ed efficace i potenziali antagonisti di suo figlio Tiberio.

Le sorti del teatro nei secoli

Il teatro intitolato a Marcello ci ricorda il talento di un giovane che non ha avuto il tempo necessario di sbocciare, ma per consegnarci questa storia ha dovuto attraversare secoli turbolenti. Il suo aspetto ne porta traccia evidente: trasformato in fortezza dai Pierleoni, passò poi ai Faffo, ai Savelli e infine agli Orsini. Solo negli anni Trenta fu espropriato, botteghe e abitazioni che sorgevano sotto le arcate del primo ordine furono eliminate e i quattro metri di terra che avevano alzato il livello del suolo vennero tolti, restituendo parte dello splendore a un’opera frutto dell’ingegno e ricordo di quanto dolorosa e luttuosa sia la strada del potere. Intenerisce pensare che, finalmente incuranti delle traversie umane, Marcello e sua madre Ottavia siano nuovamente vicini attraverso i monumenti a loro dedicati e non casualmente adiacenti: un teatro e un portico.

Foto di Sonia Morganti

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