Home Natura Piante Qual è il terreno migliore da usare per le piante in vaso?

Qual è il terreno migliore da usare per le piante in vaso?

4077
5
fiore hoya carnosa
Hoya carnosa, (fiore di cera), le Hoya prediligono un terreno che mantenga a lungo l’umidità, ma senza ristagni d’acqua

Uno degli elementi che condizionano la crescita di una pianta è il terreno. Nella scelta dei componenti di un terreno “ideale” per le piante in vaso, occorre tenere in considerazione tanti fattori. In queste pagine troverete le scelte da fare in base agli obiettivi che ci prefiggiamo di ottenere. Sono sicuramente diverse le caratteristiche necessarie per forzare una crescita, rispetto a quelle che occorrono per garantire uno sviluppo armonioso e rispettoso delle caratteristiche specie specifiche.

Abbiamo già preso in considerazione diverse caratteristiche del miglior terreno per le piante in vaso, ora passeremo ad analizzare alcune delle caratteristiche rimanenti, in particolare dovremo valutare la capacità della composta di mantenere l’umidità, questo dipenderà:

  • Dal tipo di vaso usato.
  • Dalle dimensioni della pianta.
  • Dalla pressione che eserciteremo, o che abbiamo esercitato per compattare il terreno.
  • Dal tipo di esposizione in cui terremo il vaso.
concime granulare
Concime granulare, lo compro nei consorzi agrari in sacchi da 10kg, è un concime ricco di fosforo e potassio, di solito usato per i pomodori. Lo aggiungo al terriccio base soprattutto quando devo usarlo per le latifoglie

Ad esempio in un vaso alto dieci centimetri ben bagnato (tenuto all’esterno ad una temperatura massima di diciotto- ventidue gradi) i primi quattro centimetri dovranno asciugarsi in dieci giorni (e tutto il terriccio in dodici giorni), si asciugheranno prima se la temperatura è superiore. È consigliabile fare un test con un vaso di quelli che comunemente usiamo, riempito di terra ben pressata ed esposto nel punto giusto, ma senza metterci la pianta. Se ci accorgiamo che la terra si asciuga prima sarà bene aggiungere terra da giardino ( in pratica aumentare la quantità di torba nella composta), se invece la terra rimarrà bagnata per troppo tempo basterà aumentare la quantità di lapillo. Alcuni generi di Cactaceae (soprattutto quelle provenienti dal Messico) come gli Astrophytum, le Mammillariae, ecc. hanno bisogno di un’aggiunta di gesso nella composta, di solito si usa un gesso agricolo già reidratato. Nelle coltivazioni domestiche, possiamo perfezionare questo componente con il calcio dei gusci tritati di ostriche, in ragione del cinque-dieci per cento, questo migliora le caratteristiche delle spine. Quando nelle mie conferenze parlo di madreperla tritata mi guardano come se fossi matto, come se parlassi di prodotti strani: tranquilli, non è così, spesso le più comuni lettiere per canarini sono realizzate con madreperla tritata. Non posso darvi il nome commerciale ma la lettiera per canarini è venduta anche nei supermercati. Le piante africane come Aloe e Haworthiae preferiscono un terreno arricchito con Humus di lombrico, sempre in ragione del cinque-dieci per cento. Questo vale anche per le latifoglie, che dovremo, a seconda delle specie, ulteriormente arricchire con altri concimi a base di azoto. Se abbiamo degli animali domestici (cani gatti, ecc.) potremo aggiungere alla composta altri tre grammi per litro di polvere di zolfo bagnabile, questo servirà a scoraggiare scavi indesiderati ed anche a prevenire attacchi di insetti terricoli (quelli che vivono nella terra) come molti curculionidi.

A questo punto dobbiamo tener conto di un altro aspetto fondamentale per la scelta del terriccio, l’obiettivo che ci diamo come coltivatori:

  • Far crescere la pianta il più velocemente possibile.
  • Far crescere la pianta rischiando il meno possibile (evitando malattie e parassitosi).
  • Far crescere la pianta rispettando i ritmi di crescita naturali.

Come fare a capire qual è il terriccio migliore da usare?

mani nella terra
Il terriccio commerciale contiene molta torba ma può sostituire la “terra di bosco” di cui è proibita la raccolta e la commercializzazione

Certamente il terriccio non è il solo responsabile di una super crescita o della salute della pianta, ma è uno degli elementi che concorrono a determinarla, perciò a seconda del tipo di scelta dovremo comportarci diversamente:

se cerchiamo il terreno per la crescita più veloce sarà opportuno sperimentare praticamente lo sviluppo di piante della stessa specie in terricci diversi: metteremo in vasetti alcune piante per ogni tipo di composta, le bagneremo allo stesso modo e poi sceglieremo il terriccio ideale per i nostri spazi, osservando i risultati della crescita. Per migliorare il risultato del test vi consiglio di farlo utilizzando vasi di identiche dimensioni inseriti in un contenitore di polistirolo espanso e appoggiati su un feltro agricolo che mantenga l’umidità, ma non i ristagni d’acqua. In questo modo l’unica differenza che condizionerà la crescita della pianta sarà il terriccio. L’alternativa alla crescita veloce (che produce quelle che gli specialisti chiamano piante pompate) è la crescita in sicurezza: cercheremo di evitare alla pianta ogni possibile fonte di stress (sia termico che idrico) ma dovremo anche evitare ogni possibile infezione o attacco di parassiti. Tutto questo si ottiene usando un terreno super drenato, “povero” di nutrienti, disinfettato con l’aggiunta di zolfo; a tutto questo dovremo aggiungere un ambiente luminoso e ben arieggiato, ma senza correnti d’aria. In queste condizioni la pianta crescerà poco ma difficilmente si ammalerà. L’ottimo per un coltivatore non professionale è ottenere una mediazione che garantisca alla pianta una buona crescita con una buona dose di sicurezza. Meno importante di quello che può sembrare è la maniacale ricerca e studio del terreno dei luoghi di origine della pianta (locus tipico): l

vasi di plastica
Vasi test, da usare per scoprire qual è la terra che fa crescere le piante con le caratteristiche che desideriamo. Riempiti con i diversi terricci e piante uguali vanno posizionati su un feltro agricolo, in modo da evitare ristagni d’acqua o dilavamenti

e intenzioni di questi ricercatori sono senz’altro buone, l’idea è quella di rispettare i ritmi di crescita naturale. In realtà il terreno delle zone di provenienza va molto bene se riusciremo, nelle nostre coltivazioni, a riprodurre il clima delle zone d’origine, ma questo è scomodo e poco amichevole per gli altri ospiti della casa. Come ho già detto, se volete coltivare piante del deserto non dovete necessariamente riprodurre un clima desertico in casa vostra! Un ultimo consiglio: è importantissimo amalgamare bene i vari componenti del terriccio, sia per la qualità intrinseca dei materiali inerti e non, che per la granulometria. La torba è quasi sempre filamentosa e l’argilla si presenta usualmente  in blocchi omogenei di una certa consistenza. Dobbiamo amalgamare bene tutto e se occorre tritare o grattugiare le parti troppo grossolane, spesso questo non avviene e i danni per le piante sono evidenti.

VOCABOLARIETTO GREEN:

Ammendante: secondo la definizione stabilita dalle norme che regolano la coltivazione e l’uso di fitofarmaci in agricoltura, è ammendante qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale o organica, capace di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno. Abbiamo visto come correggere (ammendare) le caratteristiche fisiche di un terreno per renderlo “migliore” in relazione alle nostre esigenze ed alle esigenze delle nostre piante.

Articolo precedenteMartina Caironi, portabandiera a Rio 2016
Articolo successivoVladimir Luxuria: «La natura è res publica da amare»
Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

5 Commenti

  1. Buongiorno! Gentilmente, potrei sapere come si chiama la pianta che e’ in foto? la cerco disperatamente da tempo!!!!
    grazie di vero cuore.
    Alessia

  2. Ciao Alessia, grazie per averci contattato.
    È una pianta succulenta: la Hoya carnosa, chiamata anche pianta dai fiori di cera, il genere è stato dedicato all’inglese Thomas Hoy (1750-1822) giardiniere del duca di Northumberland.
    È un genere della famiglia delle Apocynaceae, la stessa famiglia che ha tra i suoi generi anche le Oleae (Oleandro) e le Plumeriae, quelle delle profumatissime ghirlande di fiori caratteristiche delle Hawaii.
    A Roma la coltivo lasciandola tutto l’anno all’aperto, in tanta luce, non al sole diretto. Si riproduce facilmente per talea.
    Spero di essere riuscito a darti qualche informazione in più.
    Buona giornata
    Luciano Zambianchi

  3. Salve
    Rileggendo l’articolo di diversi anni fa mi sono accorto di non aver preso in considerazione il tipo di pianta che coltiveremo in quel vaso.
    Una cosa però posso garantirla, a meno che non piossiate offrire alla vostra pianta le stesse condizioni presenti nel vivaio dove è cresciuta sarà bene sostituire il substrato con un terriccio che non abbia bisogno di una costante innaffiatura e di un costante apporto di nutrienti.
    Per il resto dovrete scegliere quello che desiderate per il vostro esemplare e adeguarvi al vostro obiettivo.
    Mi raccomando di non rinvasare la pianta se non ce n’è bisogno. Se il vaso è grande abbastanza per ospitare le radici della pianta e se avete cambiato la terra due anni fa potreste supplire al rinvaso spargendo un pugno di cornunghia sul terreno del vaso per ogni 10 cm di diametro: in un vaso da 30 cm verserete tre pugni di cornunghia.
    In questo modo potrete restituire alla terra le sostanze azotate che avete dilavato e quelle servite per la crescita. Se usate per bagnare un’acqua molto ricca di calcare potreste anche aggiungere all’acqua un grammo litro di acido boirico (alla prima annaffiatura di primavera,per le succulente) basterà farlo una sola volta all’anno.
    Questo ripristina molti microelementi e tende a tamponare un terreno troppo calcareo. Ricordo che l’acido borico si compra senza ricetta in farmacia ma è velenoso.

    Luciano Zambianchi

LASCIA UN COMMENTO

Lascia un commento!
Inserisci qui il tuo nome