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PrestO. Il fallimento dei nuovi voucher

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operai prestO

I primi dati dell’Inps hanno dichiarato, come era prevedibile, il fallimento dei PrestO, i sostituti dei voucher. Con un comunicato trasmesso il 29 Agosto del 2017, infatti l’Inps  ha reso note le prime cifre ufficiali sul lavoro occasionale, i dati sono  davvero scoraggianti! Si tratta di dati che condannano, almeno per il momento, il nuovo strumento.

PrestO, dati freddi e spietati

Per l’Inps, nel primo periodo preso in considerazione (luglio/agosto) sono stati circa quattro mila gli utilizzatori del libretto famiglia (con seicentottantasei prestatori di lavoro) riservato alle persone fisiche/famiglie per i piccoli lavori di casa.  Poco più di dodici mila sono stati invece gli utilizzatori per il contratto di prestazione occasionale (con 6.056 prestatori) per le piccole aziende; dato di poca nota se rapportato ai numeri dei vecchi voucher.

I dati freddi e spietati, come solo i numeri possono esserlo, sembrano un avvertimento, un doloroso grido d’allarme che dovrebbe spingere il legislatore a riflessioni senz’altro più profonde. Nel frattempo i cittadini, le famiglie e gli operatori si chiedono dove siano finiti tutti quei lavoratori che precedentemente venivano impiegati con i voucher. Era davvero necessario uno strumento così articolato? Il Paese ha davvero fatto un passo in avanti con l’eliminazione dei voucher sostituiti da questo nuovo strumento?

Con la Legge 96 del 21/6/2017 il Parlamento, per sopperire all’abrogazione dei vecchi voucher avvenuta velocemente nel marzo del 2017 per scongiurare il referendum proposto dalla Cgil , ha istituito un nuovo strumento che si è notevolmente distaccato dal vecchio impianto, innanzitutto per le svariate limitazioni previste. Siamo passati da un sistema facile ed intuitivo ad un procedimento complesso e rigido, dall’acquisto dei voucher presso la tabaccheria e alla riscossione facilitata a procedure articolate. Basti pensare alla registrazione presso il portale dell’Inps di azienda e committente, al pagamento diretto effettuato dall’Inps il mese successivo, dall’uso per tutti alle limitazioni in relazione all’organico aziendale (cinque dipendenti), dalla libertà dell’utilizzo giornaliero all’imposizione minima orario,  per finire all’aumento del costo (dai dieci euro ai circa tredici euro orari).

Una nuova modalità contrattuale efficiente?

Il legislatore con una scelta poco felice ha definito questa nuova modalità contrattuale  “contratto di prestazioni occasionale” il cui acronimo è PrestO, che è bene chiarirlo subito, al di là dell’assonanza non ha nulla a che vedere con il contratto di lavoro occasionale previsto dall’art. 2222 del codice civile. Per rendere più difficile l’utilizzo limitandone gli abusi, i legislatore ha così predisposto due distinti percorsi di attuazione e modalità, a seconda degli utilizzatori: famiglie (persone fisiche) o aziende.

Alla Legge emanata a giugno si sono aggiunte poi due circolari nel mese di Luglio, la prima dell’Ag.Entrate n. 81/2017 e a seguire la circolare n. 107/2017 dell’INPS che hanno completato il panorama fornendo tra l’altro le dovute chiarificazioni su alcuni aspetti, lasciando però irrisolti  molti dubbi interpretativi che non hanno favorito la diffusione del nuovo contratto.
In una fase storica di enorme dinamicità economica il nuovo strumento sembra non brillare per elasticità e semplicità, come invece lo erano i vecchi e contestati “voucher”, e tra vincoli e limiti e adempimenti soprattutto per le aziende il suo utilizzo appare non del tutto conforme alle reali esigenze del mercato, spingendo di fatto tutti a ricorrere a forme alternative poco calzanti o addirittura al sommerso.

Se i primi numeri trasmessi dall’Inps  sono così negativi, appare doveroso tentare di rispondere almeno alla domanda su dove siano andati a finire i lavoratori prima impiegati con i voucher. Sicuramente  alcuni sono stati convertiti in rapporti di lavoro dipendente magari a termine o con contratti a chiamata-intermittenti se possibile, anche se si tratta di un numero esiguo. Gli altri lavoratori sono stati impiegati con modalità diverse, sicuramente non del tutto legittime viste le nuove regole.

Chiaramente ci vorrà un periodo di tempo più ampio rispetto a  quello analizzato dall’Inps per verificare l’utilità della scelta del legislatore (anche considerando le difficoltà della registrazione sulla piattaforma telematica). Ciò che però appare già evidente è la necessità di modifiche in grado di rendere il PrestO maggiormente fruibile, soprattutto in riferimento alle limitazioni economiche (cinquemila euro in un anno sono effettivamente troppo poche rispetto ai settemilacinquecento euro dei vecchi voucher) e dimensionali (superare il limite dei cinque dipendenti per poter accedere ai PrestO). Tutto questo per dire, a mio modesto parere, che se vogliamo qualcosa di veramente interessante quantomeno andrebbe già riformato.

 

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