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I marchi outdoor italiani che investono sul PFC-free

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giacca outdoor PFC-free

Negli ultimi anni si registra un incremento di richieste di abbigliamento PFC-free e questo non può non renderci felici. Alcune delle più grandi aziende leader nel settore della produzione di abbigliamento e accessori outdoor, hanno finalmente iniziato ad investire nella ricerca volta a rintracciare soluzioni alternative ai PFC da sempre utilizzati per la finitura dei loro prodotti. Si tratta di composti altamente nocivi non solo per l’ambiente ma anche per la salute dell’uomo e degli animali. Per lungo tempo sono stati indispensabili per impermeabilizzare giacche, scarponcini da montagna e zaini. Un paradosso se pensiamo che questi prodotti sono utilizzati soprattutto da chi ama la natura, la rispetta e vorrebbe viverla al meglio.

I marchi outdoor italiani che investono sul PFC-free

Greenious e CAI  hanno interpellato quattordici aziende italiane leader nel settore, chiedendo se fossero o meno a conoscenza del problema dei PFT tossici: Aku, Ande, Camp, Colvet, Dolomite, Ferrino, Garmont, Great Escapes, La Sportiva, Montura, Salewa, Scarpa, Sportful, Tecnica. Solo in quattro hanno risposto alla chiamata.

  • CAMP: il famoso marchio vende in oltre settantacinque paesi nel mondo ed ha da sempre investito nella ricerca, volta a migliorare la qualità dei suoi prodotti. Riguardo al tema delle sostanze tossiche presenti nei prodotti outdoor, la Camp ci tiene a far sapere di essere a conoscenza del problema e di essersi già attivata, dalla stagione 2015/2016, affinché nei tessuti utilizzati per la realizzazione dei prodotti delle sue linee di abbigliamento vengano eliminati, o drasticamente ridotti, gli agenti nocivi (in particolare PFOS e PFOA). Camp si impegna quotidianamente nel perseguimento di una linea BPA-free.
  • AKU: l’azienda fondata da Galliano Bordin, specializzata da oltre trent’anni nella progettazione e produzione di scarpe per la montagna di alta qualità, opera nella convinzione che chi acquista i prodotti Aku non sia un semplice consumatore di merce ma un soggetto consapevole di scegliere un prodotto etico oltre che funzionale. Sul versante produttivo, l’azienda è impegnata nella ricerca di soluzioni BPA-free. Fornisce la massima trasparenza sull’origine delle materie prime senza mai nascondere la volontà di limitare l’impatto ambientale. Aku sta lavorando insieme ad associazioni di settore per approfondire questa difficile tematica e per monitorare costantemente l’evoluzione delle proposte alternative.
  • LA SPORTIVA: fondata nel 1928 dal calzolaio trentino Narciso Delladio, l’azienda opera nella produzione di scarpe outdoor da oltre ottantacinque anni. La Sportiva ha adottato ufficialmente una policy PFC-free. Conscia della pericolosità del PFC, La Sportiva si è impegnata nella ricerca di materiali che abbiano doti di biodegradabilità maggiore. Al momento due prodotti della linea di giacche impermeabili “Hail” sono totalmente privi di queste sostanze. L’obiettivo finale dell’azienda è quello di rendere tutti i suoi prodotti PFC-free in tempi brevi.
  • SALEWA: fondata nel 1935 in un cortile di Monaco da Josef Liebhart, l’azienda è leader nella produzione di prodotti alpini. Si impegna quotidianamente nella ricerca di alternative valide e funzionali per limitare l’uso di PFC e altri agenti nocivi. Ha operato studi che hanno portato, nel corso del 2016, ad abbassare di circa il 13% la presenza di PFC nei suoi prodotti.
  • La nostra speranza è che sempre più aziende investano nella ricerca di soluzioni alternative capaci di garantire più prodotti PFC-free nella consapevolezza che innovazione e rispetto dell’ambiente sono oramai temi inseparabili e imprescindibili.

Per approfondire leggi PFC, le alternative ai Perfluorurati tossici

 

 

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