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Consigli e trucchi per far fiorire le nostre orchidee

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orchidee fiori

Oggi parliamo di come far fiorire le orchidee. Ho avuto la possibilità di raccontarvi, proprio qui su “Greenious”, della “Fioritura nel mondo vegetale” in cui cercavo di spiegare quanto fosse faticoso per una pianta utilizzare il metodo riproduttivo sessuato, per far sopravvivere la specie (in breve fiorire). Ma i fiori sono belli, in particolar modo i fiori delle orchidee, per questo verrò meno alla mia credenza “prima di tutto viene il benessere e la salute della pianta”, per darvi qualche consiglio e suggerirvi qualche trucco per “forzare” la fioritura. Come al solito il problema ha più soluzioni e in questo caso sarete voi a scegliere la soluzione più vicina alle vostre esigenze. Le fioriture sono il mezzo con cui le piante attraggono, non solo gli insetti o gli animali impollinatori, ma anche gli amatori e quindi i compratori. I produttori di piante cercano ogni anno di stimolare il mercato con nuove forme o nuovi colori di fioriture e da clienti siamo in grado di verificarne gli effetti: spesso per ottenere queste fioriture costringono le piante a sopportare condizioni non troppo naturali che possono fiaccare gli esemplari. Ho già avuto occasione di parlare delle fioriture eccezionali come dei “canti del cigno”, ultima espressione di un esemplare che impegna nella fioritura tutte le sue energie vitali. Può capitare che proprio a noi sia toccato uno di questi esemplari ed allora l’obiettivo prioritario sarà quello di far sopravvivere la pianta e solo dopo farla fiorire di nuovo.

Potrebbe anche darsi che si voglia, e si possa, allungare una fioritura, per dimostrare a nostra suocera o ad una nostra amica che siamo più bravi di lei. In questo caso saremo disposti a sacrificare (in parte) la magnificenza della fioritura in cambio della durata. Infine, anche con i nostri limiti di coltivatori di orchidee non professionisti, potremo noi stessi puntare a una super fioritura.

Come far fiorire le orchidee

Per far fiorire le nostre orchidee dovremo percorrere strade diverse ed usare diversi accorgimenti. Cercherò di raccontarvi in breve le mie esperienze e le esperienze dei miei amici coltivatori seri di orchidee. Prima però alcune parole sulle cose che condizionano le fioriture, specialmente delle orchidee.

La temperatura

La prima cosa che influenza la fioritura nelle orchidee è la temperatura, in particolare la differenza tra la temperatura diurna e notturna, la temperatura notturna troppo alta di fatto inibisce la fioritura.

La luce

O meglio la giusta luminosità, ogni genere ha bisogno di una diversa luminosità, le orchidee epifite tropicali, che vivono sui tronchi (Dendrobium ed altre) hanno bisogno di luce meno intensa rispetto alle orchidee terricole e di alta quota (Cymbidium).

L’acqua

La qualità e la quantità dell’acqua che useremo per bagnare le orchidee sono determinanti per le fioriture, nel periodo di riposo dovremo ridurre le bagnature ed evitare di concimare; ricordo che su “C’è acqua e acqua, …” troverete gli approfondimenti necessari. Durante il periodo di riposo il substrato di corteccia o sfango dovrà asciugarsi tra una bagnatura e l’altra.

L’umiditàphalaenopsis orchidea

Mantenere l’umidità necessaria alle orchidee in un appartamento porta alla distruzione dei nostri mobili, ma soprattutto di tutti i nostri libri e della carta presente. In mancanza della giusta umidità le catene monocellulari di funghi che alimentano le nostre orchidee moriranno e con loro le nostre piante.

Gli elementi nutritivi

Il giusto concime sicuramente favorisce lo sviluppo della fioritura: su “Concimare le piante, gli effetti dei concimi ternari potrete leggere ulteriori consigli. Il fosforo ed il potassio sono fondamentali per stimolare e rafforzare la spiga floreale, attenti però a non esagerare: una concentrazione eccessiva può “bruciare” la pianta.

Oltre alle caratteristiche di tipo generale ci sono le specifiche esigenze dei generi che coltiviamo. In breve cercherò di darvi i consigli necessari a migliorare le fioriture dei generi più comuni e frequenti nei nostri appartamenti.

PHALAENOPSIS

Di solito fioriscono nel periodo invernale, e con la giusta temperatura e luminosità possono restare fiorite veramente a lungo. Il mio amico Marino Mariani si vantava di essere riuscito a mantenere fiorita una pianta di Phalaenopsis per un anno intero. Quando i fiori incominciavano ad appassire, lui tagliava la spiga sopra l’ultimo nodo e poi usava un concime povero di azoto e ricco di fosforo (10-30-20) per stimolare la partenza del nuovo stelo floreale e rafforzarlo. Era abituato a concimare il giorno dopo aver bagnato la pianta con acqua piovana o oligominerale. In questo modo i fiori continuavano ad aprirsi. Per avere una seconda fioritura annuale rigogliosa come la prima occorre invece tagliare completamente la spiga floreale e stimolare la pianta diminuendo la temperatura notturna per qualche giorno (almeno una settimana). I coltivatori professionali durante la notte usano far passare un getto d’aria su una larga superficie cosparsa di segatura tenuta bagnata.  In questo modo l’evaporazione (forzata) fa abbassare la temperatura di quanto basta.

PAPHIOPEDILUM

Sono orchidee terricole che riescono, se ben coltivate, a fare almeno due fioriture all’anno. È importante mantenere elevata la temperatura dell’ambiente in cui queste piante vengono coltivate. In autunno, appena terminata la prima fioritura (o dopo aver reciso il fiore) dovremo abbassare la temperatura notturna, e concimeremo le piante con concime a base di fosforo, potremo comprare in farmacia del fosfato di potassio che useremo diluendone un grammo in un litro d’acqua piovana (od oligominerale).

CYMBIDIUM

Anche le piante del genere Cymbidium possono fiorire almeno due volte l’anno, considerate che le loro numerose spighe floreali già naturalmente durano molto tempo, questo per la scarsità degli insetti impollinatori presenti nei loro luoghi di origine. Questo genere ha bisogno di molta luce, non del sole diretto e se i nostri esemplari sono ben curati basterà stimolare la fioritura raffreddando le piante di notte. I coltivatori professionisti stimolano le super fioriture mettendo le piante in frigorifero durante la notte. Una temperatura notturna di 10 – 15°C fa partire le spighe floreali, che poi arriveranno a fioritura dopo quattro o cinque mesi. In Italia centrale proprio in agosto potremo circondare le nostre piante con i recipienti ghiacciati (piastre eutettiche) che servono per raffreddare le borse termiche, basterà farlo per una settimana. A settembre dovremo concimare con ternari a prevalenza fosforica, ricordo che i numeri nei ternari rappresentano le quantità di NPK (in ordine: azoto, fosforo, potassio).

CATTLEYA

Anche le Cattleyae hanno bisogno di provare il “brivido” (lo choc termico), per loro è importantissimo l’ambiente umido, facile da ottenere coltivando le piante su vaschette piene d’acqua da cui i vasi vengono tenuti separati grazie all’argilla espansa. È abbastanza difficile avere una doppia fioritura annuale, ma grazie al periodo di freddo notturno riusciremo a ottenere la fioritura annuale.

Praticamente è lo stress termico a sollecitare la fioritura, ma il successo complessivo dipenderà dalle cure che abbiamo dedicato alle piante. Sarà la nostra sensibilità a guidarci nello stimolare la fioritura senza esagerare, senza rischiare di far morire la pianta. È quello che tutti chiamano “pollice verde”.

 

dendrobium orchidea
Orchidea Dendrobium in fiore
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Dopo aver chiuso alcune delle mie vite precedenti, quella sindacale (da Presidente FIARC Confesercenti a Roma), quella politica (membro effettivo Commissione Centrale Ruoli presso il Ministero del Lavoro), quella da redattore e autore nel mondo della carta stampata (Acquari & Natura, L’acquario ideale, Le mie prime venti Aloe, Piante Grasse), quella da tecnologo nell’elettronica industriale, quella da segretario nazionale dell’Associazione Italiana Amatori delle piante Succulente (AIAS), quella da libraio (Einaudi) a San Lorenzo a Roma, quella di formatore e consulente (master PNL), finalmente da alcuni anni posso dedicarmi alle mie passioni: lo studio e il restauro di orologi antichi (con lavori citati anche in Wikipedia), l’allevamento e lo studio di tartarughe terrestri, la coltivazione di qualche centinaio di piante, la partecipazione alle attività di associazioni naturaliste scientifiche (ERPISA, bibliotecario SRSN), l’alfabetizzazione del WEB con la lotta alle bufale e alle “credenze” prive di ogni fondamento che imperversano in rete, oltre allo studio e alla diffusione della cultura ambientale. luciano@einaudiroma.it

2 Commenti

  1. Ciao Grazia,
    Una tartaruga di terra (dovremmo dire testuggine perché tutte le tartarughe di terra delle nostre parti sono del genere Testudo) mangia materiale vegetale vario, possibilmente povero di zuccheri. Una piccola ha lo stesso tipo di alimentazione, ha più bisogno di sole delle grandi, ma deve decidere lei quando andarci. Il Sole fa produrre la D3 che come molte signore sanno ha una funzione fondamentale per la crescita dell’apparato scheletrico.
    Consiglio di dare foglie senza costole di :
    Lattuga romana, Radicchio rosso, Cicorietta, Indivia riccia, Rucola, a cui aggiungere una volta alla settimana un mangime secco completo (reidratato) per rettili erbivori (consiglio i prodotti della SERA).
    È importante che possano avere anche del calcio a disposizione (un osso di seppia). MI RACCOMANDO, SE TENUTA IN TERRARIO, DI USARE LAMPADE SPECIALI PER TANTISSIME ORE.
    Se tenute all’aperto in un piccolo recinto, mi raccomando una rete antirapaci e tenere lontani i cani (ci giocano e le piccole muoiono). In allevamento ho verificato che è giusto tenere le piccole divise per dimensione (altrimenti vengono emerginate e c’è il rischio che smettano di crescere.
    Ciao Luciano Z.

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