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Violetta Carpino: un murale per Chiara Insidioso contro la violenza di genere

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Violetta Carpino, giovane artista italiana da sempre impegnata nella lotta al femminicidio, ha realizzato un nuovo murale a Valencia in ricordo di Chiara Insidioso Monda, la ragazza ventitreenne tristemente apparsa alla cronaca italiana nel 2014. Chiara è stata massacrata dal fidanzato e, come riporta la sentenza di primo grado: “della calotta cranica della ragazza restava ben poco di integro”.

Raggiungiamo Violetta al telefono, si trova ancora a Gandia, in provincia di Valencia, in Calle de la Republica Argentina dove sta terminando il suo dipinto.

Il potere dell’amore stravolge l’ordine delle cose. La società necessita di un’educazione sentimentale, e se la storia ci porta a dimenticare le migliaia di donne uccise, Chiara è ancora terribilmente viva, è tra noi e deve ricordarci ogni giorno che dobbiamo coltivare la speranza del cambiamento.

Violetta Carpino
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Chiara dopo l’aggressione riportò gravissimi danni cerebrali che la costringono tutt’oggi ad una sedia a rotelle. Imprigionata nel suo corpo in un letto di Casa Iride, una “struttura di mantenimento” convenzionata per pazienti in coma vegetativo vicino Cinecittà a Roma, è assistita con amore e dedizione dai genitori e dagli infermieri sempre vicini alla famiglia che, oltre al dolore, deve sostenere costi economici al di sopra delle reali possibilità. Per la degenza di Chiara e per le spese degli avvocati che hanno seguito la vicenda, i genitori hanno speso oltre ventimila euro. La famiglia è stata parte civile in un processo contro il criminale e aggressore Falcioni, un nullatenente. Questo sta a significare che tutte le spese processuali della famiglia di Chiara non verranno mai risarcite. Inoltre lo Stato versa una pensione di invalidità a Chiara di 800 euro al mese che serve a coprire le spese di degenza. Il Comune aveva promesso una casa adeguata per ospitare Chiara con tutte le sue necessità, ma purtroppo nulla di concreto è stato ancora fatto dalle istituzioni. “Chiara ha dei margini di miglioramento” dice mamma Danielle e continua: “deve avere la possibilità di vivere in una casa. Lo Stato italiano deve riconoscere i suoi diritti, Chiara non chiede l’elemosina chiede solo che la legge 104 venga rispettata in tutto e per tutto, se abitasse in una casa farebbe molti progressi e non soffrirebbe la solitudine”. L’ultimo particolare di questa triste vicenda è che il colpevole, tra meno di quindici anni, sarà fuori dal carcere mentre Chiara non tornerà mai più quella di prima.

  • Violetta Carpino, grazie per essere qui con noi. Come nasce l’idea di un murale dedicato a Chiara?

L’idea è nata circa un anno fa, quando in un social network ho letto un post della nonna di Chiara che si rivolgeva alla nipote parlandole come se non fosse più tra noi. È vero, Chiara così come era nata non c’è più, ma non possiamo dimenticarla, è drammaticamente in vita e questo murale vuole farla rivivere nella speranza che le cose possano cambiare. L’abitudine di educare i bambini al machismo è sbagliata, l’uomo non è più forte di una donna, mai.

  • Quando hai conosciuto Chiara e perché hai voluto portarla in Spagna?

Ho conosciuto Chiara attraverso i giornali e ho iniziato a seguire la famiglia che ha aperto una pagina Facebook per dare voce alla storia. Ho vissuto in Spagna qualche mese e sono entrata in contatto con degli artisti di strada. Il murale mi è stato commissionato dal comune di Gandia in provincia di Valencia durante l’iniziativa Serpis Urban Art Project, (un’iniziativa ideata da due artisti, Eloi Angel e Toni Espinar) che mira al recupero di aree urbane degradate attraverso la street art, utilizzando temi inclusivi che hanno a che fare con il sociale, l’ambiente, etc. Il fatto che Chiara abbia simbolicamente attraversato tutti i suoi confini e sia riuscita ad arrivare anche in un altro Paese, mi aiuta a pensare che c’è un motivo, che esiste uno scopo nella sua vita che è quello di dar voce, con l’aiuto di tutti, al cambiamento.

  • Perchè hai scelto di dipingere Chiara incinta? 

Ho deciso di dipingerla incinta perché volevo che Chiara Insidioso rappresentasse la Madre della Terra. Chiara è un simbolo che ha la possibilità di sensibilizzare la società contemporanea, in Italia e nel mondo. Anche la Spagna vive gli stessi problemi italiani in tema di violenza sulle donne e la street art ha il compito di parlarne, di educare i sentimenti, di ritrarre liberamente le emozioni. L’arte di strada raggiunge ogni classe sociale, perché non vive nei musei, ma sulla strada, attraversata da tutti. Il volto è di Chiara, ne ho prima parlato con Maurizio, il padre, che si è reso disponibile e felice di quello che stavo facendo.

  • Violetta, un’ultima domanda: cosa può fare l’arte contro la violenza di genere?
Violetta Carpino Chiara insidioso murale
Foto di Àlex Oltra

L’arte aiuta i sentimenti, riesce a tirar fuori le emozioni di tutti e l’arte di strada, i murales, ne sono la dimostrazione. Quando io dipingo entro in contatto con la parte più profonda di me stessa, ed è questo l’esercizio che la società deve fare. Siamo anestetizzati, l’apparenza è diventata tutto. I social network amplificano le frustrazioni, siamo di fronte ad una vera e propria degenerazione mentale. Come racconta Susan Sontag siamo assuefatti da immagini di guerra, di morte, di dolore, ogni giorno siamo sottoposti a questo tipo di violenza visiva e solo l’arte riesce a regalare una percezione diversa delle cose. Bisogna educare all’arte.

Violetta Carpino, ha ventisette anni e un curriculum vastissimo. Si è diplomata al Liceo Artistico di via di Ripetta di Roma e dal liceo ad oggi la sua formazione è sempre stata seguita dal maestro Roberto Dottorini; nel 2014 ha conseguito la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con 110 e lode; è stata allieva degli artisti C. Baldino, M. Bondi, P. Berto, C. Campus, A. Lelario, dei critici d’arte R. Siena, C. Casorati, F. Gallo, I. Bomba, M. Bussagli, dello scenografo F. Zito e di D. Evola, M. Mirolla; ha ideato e curato moltissimi progetti anche a Roma dove è possibile vedere alcuni suoi murales come quelli nel quartiere di Boccea, Primavalle e nell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà.

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