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Bioedilizia: l’architettura diventa sostenibile

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bioedilizia, architettura sostenibile

Per far fronte alle difficoltà ambientali cui andiamo incontro vengono create nuove risposte, una di queste è la bioedilizia. Essa rappresenta i grandi passi dell’architettura verso uno sviluppo urbanistico a basso impatto ambientale.

Che cos’è la bioedilizia?

La bioedilizia è quel ramo dell’architettura nato intorno agli anni settanta in Germania. Infatti, è proprio in quegli anni che cominciano a svilupparsi le prime idee ecologiste e si cominciano ad evidenziare le problematiche dell’inquinamento. Si tratta di una disciplina  che si mostra particolarmente attenta ai temi ambientali e alla sostenibilità.

L’obiettivo è quello di progettare e costruire edifici che siano sostenibili, ovvero che non impattino negativamente sull’ambiente. La bioedilizia non si occupa soltanto della costruzione degli edifici, ma anche dell’arredo dei locali interni. Particolare attenzione viene posta su temi quali:

  • sostenibilità ambientale
  • salute
  • rendimento energetico
  • materiali eco-compatibili
  • limitatezza delle risorse ambientali

Quindi, l’attenzione non è rivolta soltanto alla sostenibilità e all’efficienza energetica, ma anche ai materiali stessi che vengono utilizzati. Essi devono essere privi di componenti nocive, dannose e/o radioattive per l’uomo e l’ambiente.

Come funziona?

Tutti i materiali utilizzati devono necessariamente essere ecologici e non inquinanti, in quanto si deve ridurre l’utilizzo di fonti non rinnovabili e incrementare invece l’uso delle fonti rinnovabili così da poter, ad esempio, riscaldare e raffreddare la casa senza inquinare.

I materiali eco-compatibili principalmente utilizzati sono:

  • Sughero: utilizzato così come viene raccolto oppure trasformato. La sua raccolta non richiede che l’albero venga abbattuto e la sua trasformazione non rilascia sostanze dannose per l’ambiente; inoltre, richiede un consumo di energia minimo. Il sughero può essere facilmente riciclato e riutilizzato.
  • Legno: le caratteristiche che lo rendono un materiale sostenibile sono il fatto che possa essere riciclato e riutilizzato ma anche la sua biodegradabilità. Il legno è inoltre un materiale flessibile ed elastico, quindi facilmente utilizzabile.
  • Fibra di cellulosa: è il risultato del riciclo e della trasformazione della carta. Non è tossica ed è anch’essa riciclabile.
  • Fibra di cocco: caratteristica principale è la sua inalterabilità nel tempo e resistenza ad insetti e batteri.
  • Vetro riciclato: nasce dal riciclo dei televisori e dei computer vecchi, che vengono utilizzati per creare mattoni o piastrelle.

La bioedilizia utilizza il più possibile materiali “locali”, così da limitare l’inquinamento legato al trasporto, e anche riciclabili, affinché il loro ciclo di vita non si esaurisca troppo rapidamente e lasci la possibilità alle risorse di rigenerarsi.

Quindi, le caratteristiche dei materiali sono:

  • ecocompatibilità
  • lunga durata nel tempo
  • alta efficienza energetica

Qualche dato

A fronte dei grandi cambiamenti climatici cui andiamo incontro e dovendo apportare modifiche ai nostri attuali stili di vita, il settore della bioedilizia è sempre più in crescita. Nel 2016 il mercato delle costruzioni sostenibili si aggirava intorno a un valore di 105 miliardi di euro; inoltre, la crescita annuale calcolata per il settore dell’industria sostenibile è di circa il 19%. In particolare, i dati maggiormente positivi sono quelli relativi alla costruzione delle case di legno che nel mercato italiano sono aumentati del 15% rispetto al 2015.

Sempre nel 2016, i dati legati alle emissioni di CO2 dell’industria edile in Europa e negli Stati Uniti erano rispettivamente di 36% e 39%.

La bioedilizia rappresenta uno dei possibili passi per contrastare il cambiamento climatico e dà la possibilità di creare nuove opportunità di lavoro.

 

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